Nel 2022 la mortalità in Italia non era ancora tornata ai livelli pre-Covid. Lo rileva l’ultimo report sulle cause di morte pubblicato dall’Istat che mostra come il numero complessivo di decessi sia stato di 721.974, in aumento del 2% rispetto al dato del 2021 e di quasi 85 mila unità più alto della media 2018-2019. Le cause di morte più frequenti sono le malattie del sistema circolatorio (222.717 decessi) e i tumori (174.566). In forte riduzione rispetto al 2021 (-34%) Covid-19, che comunque, con 51.630 decessi, è stata ancora la terza causa di morte.
“Nel 2022, il tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause, pari a 90,4 decessi ogni 10mila abitanti, risulta ancora marcatamente più elevato (9,6%) rispetto alla media del biennio 2018-2019 e ha un valore molto simile a quello rilevato nel 2021 (89,9)”, rileva l’Istituto di Statistica. “La stabilità del tasso tra il 2021 e il 2022 indica che l’incremento del numero di decessi osservato tra questi due anni (circa 15 mila casi, pari a un aumento del 2%) è spiegato principalmente dall’invecchiamento della popolazione”, aggiunge. Tra le cause di morte per cui si registra un aumento, spiccano le malattie infettive (+14%), le malattie genito-urinarie (+9,2%), le demenze (+7,2%). Tra le cause respiratorie, è forte l’aumento del tasso per polmoniti e influenza (+23,8%) e per le malattie croniche delle basse vie respiratorie (+8,5%).
Il rapporto mostra una crescita del tasso di mortalità tra le donne, mentre scende leggermente tra gli uomini: questo fenomeno sta contribuendo ad assottigliare la differenza di mortalità tra i due sessi, che resta ancora a vantaggio delle donne. Confermate le differenze geografiche: la mortalità per tutte le cause è generalmente più elevata al Sud e nelle Isole rispetto al resto del Paese, per effetto soprattutto dei tassi più elevati per le malattie circolatorie e il diabete. Quest’ultimo, in particolare fa registrare un tasso quasi doppio al Sud e nelle Isole, dove si registrano valori rispettivamente di 4,7 e 4,5 morti per 10 mila abitanti rispetto ai 2,2 e 2,7 del Nord e del Centro.
Complessivamente la mortalità per cause esterne è diminuita nel 2020 per poi aumentare nel 2021 e nel 2022: da un tasso medio di 3,3 decessi per 10mila registrato nel 2018-19, si è saliti a 3,2 nel 2020, a 3,4 nel 2021 e a 3,6 nel 2022. “L’andamento delle morti violente è determinato in gran parte dall’andamento degli incidenti di trasporto, soprattutto nelle classi di età più giovani, nelle quali causano una quota molto rilevante di decessi (8,3% dei decessi totali al di sotto dei 50 anni nel 2022)”, si sottolinea nel report. “La mortalità per questi eventi si è ridotta del 23% nel 2020, ma nel 2021 è quasi tornata ai livelli del 2019, poi superati nel 2022. Questo andamento – continua – si riscontra soprattutto al di sotto dei 65 anni, poiché tra i più anziani i tassi di mortalità nel 2021 e nel 2022 risultano inferiori a quello pre-pandemico”.
La mortalità dovuta alle cadute fa registrare, a partire dal 2020, un notevole aumento: complessivamente si passa da 0,53 decessi per 10mila abitanti nel 2019 a 0,67 nel 2022. Queste cause di morte riguardano prevalentemente la popolazione anziana: tra gli ultra-ottantenni, il tasso di mortalità, pressoché stabile tra il 2015 e il 2019, passa da un valore di 6,6 decessi per 10mila nel 2019 a 8,9 nel 2022.
“Nel 2020, il tasso di mortalità per suicidio, che sull’intera popolazione era diminuito lievemente (-4%), tra gli ultra 65enni risultava in leggero aumento”, si legge nel report. “Nel 2021 c’è stato un incremento in quasi tutte le classi di età, con l’eccezione dei 50-64enni, mentre nel 2022 l’aumento si è osservato in tutte le classi tranne la fascia 65-79 anni. Tra i più giovani, l’incremento tra il 2021 e il 2022 – continua – è stato lieve e ha seguito l’incremento particolarmente rilevante osservato tra il 2020 e il 2021. Il tasso registrato negli ultimi due anni (0,40 suicidi ogni 10mila abitanti) continua ad essere il massimo osservato dal 2015″.
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