Le droghe sintetiche, che spaziano dagli oppioidi di laboratorio, ai cannabinoidi artificiali, fino agli stimolanti come i catinoni, sono sempre più diffuse. E più il loro consumo aumenta, più crescono i danni correlati: solo nel 2023 sono 7.500 le persone che hanno perso la vota per overdose, quasi 400 in più dell’anno precedente. La maggior parte di questi decessi è legato all’assunzione di più sostanze contemporaneamente, un fenomeno che complica diagnosi, interventi d’emergenza e percorsi terapeutici. “Stiamo affrontando un cambiamento di paradigma. Le sostanze non sono più quelle di ieri, e nemmeno i modelli di consumo – spiega Alexis Goosdeel, direttore esecutivo dell’Euda, commentando il dati del Report presentato oggi a Lisbona -. I nostri sistemi sanitari stanno combattendo una battaglia sempre più complessa”.
A destare maggiore preoccupazione sono i prodotti creati in laboratorio, venduti sui mercati neri, sia reali che virtuali. I nuovi oppioidi sintetici, ben 88 solo dal 2009, sono spesso centinaia di volte più potenti della morfina, e bastano microdosi per intossicazioni gravi. Anche le anfetamine sintetiche e i catinoni, droghe stimolanti simili al khat, sono in forte crescita: 37 tonnellate sequestrate nel 2023 contro le 4,5 del 2021. Con Polonia e Paesi Bassi tra i principali hub produttivi e di transito.
E, in questo quadro di modernità anche la cannabis si adegua: pur restando ancora la sostanza più diffusa in Europa con 24 milioni di consumatori, viene sempre più spesso adulterata con cannabinoidi sintetici di nuova generazione, come dimostra l’avvelenamento di 30 persone in Ungheria nel giugno 2024 dopo l’ingestione di “caramelle gommose” all’apparenza innocue. Il quadro tratteggiato dall’Euda è complesso, e le conseguenze vanno ben oltre i numeri. In gioco c’è una generazione esposta a nuove fragilità: “Vediamo un coinvolgimento crescente di giovani vulnerabili nel traffico e nel consumo – avverte Goosdeel – e un uso della droga che si incrocia con disagio psichico, isolamento sociale e disinformazione”.
La parola d’ordine, ora, è prevenzione intelligente. Rafforzare i sistemi di allerta precoce, migliorare l’accesso ai dati, investire nella formazione degli operatori sanitari e nelle analisi di laboratorio. L’Euda sta sviluppando una rete europea di sorveglianza e laboratori forensi, per intercettare più rapidamente le nuove sostanze che arrivano sul mercato. “La cooperazione è fondamentale – conclude Magnus Brunner, commissario europeo per gli Affari interni – per non lasciare sole le forze dell’ordine, i servizi sociali e sanitari, ma soprattutto per proteggere i cittadini più fragili”.