Nutri e Previeni 13 Marzo 2025 09:33

Fiocchetto Lilla, i dietisti accanto alle famiglie: “Educare alla corretta alimentazione sin da piccoli”

Il dietista, con la sua competenza e professionalità, non si limita ad elaborare diete, ma è un punto di riferimento sia per la riabilitazione alimentare e la riconquista di un rapporto sano con il cibo, che per l’educazione a stili di vita dietetici salutari
Fiocchetto Lilla, i dietisti accanto alle famiglie: “Educare alla corretta alimentazione sin da piccoli”

I primi sintomi dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) compaiono sempre più precocemente: non è raro che una diagnosi venga effettuata già tra gli otto e i nove anni. Secondo i dati del Ministero della Salute, il 30% dei nuovi casi riguarda, infatti, individui con meno di 14 anni. Dati allarmanti che sottolineano la necessità di mettere in campo azioni di prevenzione altrettanto precoci. “La prevenzione, così come il trattamento e la riabilitazione, per essere pienamente efficace deve prevedere la collaborazione di un team multidisciplinare, all’interno del quale è sempre presente la professione sanitaria del dietista”, spiega Giuliano Gillanti presidente della Commissione d’Albo (CdA) dei Dietisti dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e Provincia, in vista della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla 2025, che si celebra il 15 marzo di ogni anno.

L’importanza della prevenzione

Il dietista, con la sua competenza e professionalità, non si limita ad elaborare diete, “ma – evidenzia l’esperto – è un punto di riferimento sia per la riabilitazione alimentare e la riconquista di un rapporto sano con il cibo, che per l’educazione a stili di vita dietetici salutari. Risulta fondamentale prevenire l’insorgenza dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione agendo sin dalla più tenera età con una corretta educazione alimentare che coinvolga i bambini, le famiglie e il contesto che li circonda”.
Che oggi sia urgente più che mai agire in prevenzione lo dimostrano i dati: nel 2024 la percentuale di persone affette da Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione è salita dal 3,4% al 7,8% (fonte Animenta). Nel 2019, i nuovi casi di Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, tra cui anoressia, bulimia e binge eating, erano 680.569, cresciuti a 879.560 nel 2020, 1.230.468 nel 2021 e 1.450.567 nel 2022. Nel 2023, le nuove diagnosi hanno raggiunto quota 1.680.456. Anche nel percorso di cura è centrale la figura del dietista, “fondamentale per prevenire le complicanze cliniche, favorire un recupero graduale e sicuro del corretto stato nutrizionale e per supportare il paziente nel processo di autonomia alimentare”, come sottolineato dalla Commissione d’Albo Dietisti di Roma e Provincia.

Una presa in carico ‘familiare’

Il percorso di cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione non prende in carico solo il paziente, ma l’intero nucleo familiare: “È fondamentale garantire un opportuno e adeguato sostegno ai familiari dei pazienti indirizzandoli verso i giusti comportamenti da seguire per accompagnarli nel processo di cura, cercando di rendere l’ambiente familiare e/o relazionale sereno”, spiega il presidente della Commissione d’Albo (CdA) dei Dietisti dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e Provincia.
Inquadrare precocemente il problema è importante per agire tempestivamente ed è proprio la famiglia ad essere la sentinella privilegiata. “Condotte alimentari ‘disfunzionali’ possono non essere facili da individuare ai giorni nostri, con una cultura ossessionata dalla ‘magrezza’ e dalle ‘diete’. Pertanto, può essere difficile per i genitori capire quali comportamenti siano pericolosi e celino l’innesco di un Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, commenta il professionista sanitario che, proprio per supportare le famiglie, stila un elenco dei principali sintomi a cui prestare attenzione:

  1. Le restrizioni alimentari (ovvero diminuire l’apporto calorico, escludere totalmente alcuni cibi considerati ‘a rischio’ per la forma fisica, saltare i pasti o ossessionarsi per il calcolo delle calorie consumate)
  2. L’introduzione di grandi quantità di liquidi e bevande considerate dietetiche (bevande senza zuccheri, tisane, ecc)
  3. L’eccessivo esercizio fisico
  4. L’eccessiva preoccupazione per la propria immagine corporea
  5. L’irregolarità del ciclo mestruale nelle adolescenti
  6. L’insonnia notturna (compreso il troppo tempo trascorso sui social-network)

No al fai da te

“I sintomi di un quadro più conclamato, invece, sono generalmente rappresentati da: abbuffate alternate a restrizioni alimentari, episodi di vomito, depressione e isolamento sociale – continua il Presidente Gillanti  -. In questi casi è importantissimo rivolgersi il prima possibile al pediatra o al medico di medicina generale al fine di essere indirizzarti verso centri specializzati ed equipe multi-disciplinari specializzate”, sottolinea l’esperto.
Attenzione ad affidarsi sempre a mani esperte: “Troppo spesso vengono stilate diete da non professionisti, che pur di far ottenere il risultato estetico tanto desiderato, portano il paziente a sviluppare un disturbo alimentare di tipo restrittivo. Per questo è necessario assicurarsi di rivolgersi sempre a professionisti esperti del settore, come i dietisti, che abbiano sviluppato competenze specifiche nel trattamento dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in equipe multiprofessionale”, conclude il dietista.

 

 

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