Perché alcune persone soffrono di ansia, autismo e depressione? Per rispondere a questa domanda gli scienziati hanno scavato nel Dna. E per farlo hanno analizzato quello di 21.792 gemelli identici (raccolti in 11 studi internazionali), un numero che fa di questo studio il più ampio mai condotto sull’argomento. La ricerca, pubblicata su Nature Human Behaviour, mostra come il Dna non sia paragonabile ad una mappa fissa, piuttosto ad uno spartito sensibile che cambia melodia a seconda dell’ambiente in si cui vive. E, in alcuni luoghi, questa musica può diventare ‘dissonante’, dando origine appunto ad ansia, depressione, tratti autistici e disturbi dell’attenzione. In altre parole, la genetica non è un destino già scritto, ma un dialogo in continua evoluzione a seconda del modo in cui si relaziona con l’ambiente.
Dopo aver passato al setaccio il Dna di quasi 22mila gemelli identici sono state identificare 13 associazioni significative tra Dna, tratti psicologici e disturbi mentali, che rivelano come geni, stress e ambiente si intreccino nel determinare la nostra salute mentale. La straordinarietà dello studio è racchiusa proprio nell’oggetto della ricerca, ovvero i gemelli monozigoti, che condividono il 100% del patrimonio genetico. Questo ha consentito ai ricercatori di isolare con maggiore precisione l’impatto dell’ambiente sulle differenze individuali. “Abbiamo scoperto – spiegano gli autori – che la sensibilità di ciascun individuo agli stimoli ambientali può spiegare variazioni nei sintomi legati a ADHD, autismo, ansia, depressione, esperienze psicotiche e nevroticismo.” Con il termine ‘nevroticismo’ gli autori si riferiscono ad un tratto della personalità che indica la tendenza a provare emozioni negative, come rabbia, tristezza, insicurezza, con maggiore frequenza e intensità rispetto ad altri. Un indicatore, dunque, di una certa vulnerabilità emotiva.
Lo studio ha permesso di identificare non solo singoli geni, ma anche gruppi di geni e varianti genetiche coinvolti nei meccanismi di risposta allo stress. Alcuni di questi regolano la produzione delle catecolamine, sostanze come dopamina e adrenalina, che giocano un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore, nella gestione dello stress e nei processi cognitivi. “Sono emersi – prosegue la pubblicazione – geni legati alla capacità di affrontare lo stress in condizioni depressive, altri connessi ai fattori di crescita neuronale nei tratti autistici e altri ancora implicati nelle risposte psicotiche a stimoli ambientali intensi”. Questi risultati aprono nuovi scenari. Se sappiamo che il nostro Dna può renderci più o meno vulnerabili agli stress ambientali, sarà possibile sviluppare in futuro interventi mirati: farmaci, terapie, strategie psicologiche personalizzate in base alla “firma genetica” di ognuno.
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