Professioni Sanitarie 10 Ottobre 2022 12:50

Sanità territoriale, le richieste dei Tecnici di Laboratorio: «Esclusività nei servizi di farmacia e prelievi del sangue anche per i TSLB»

Il presidente della commissione di Albo dei Tecnici di Laboratorio Biomedico Saverio Stanziale sottolinea a proposito del DM77: «I servizi diagnostici di base territoriali sono previsti nella Casa di comunità, si parla infatti di team multidisciplinari e multiprofessionali. Oggi sarebbe necessario incominciare a definirne la composizione»

di Francesco Torre
Sanità territoriale, le richieste dei Tecnici di Laboratorio: «Esclusività nei servizi di farmacia e prelievi del sangue anche per i TSLB»

«Vogliamo esserci nelle Case di Comunità, questa opportunità non ci è preclusa da Agenas e noi stiamo lavorando per questo». Saverio Stanziale, presidente della Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitario di Laboratorio Biomedico, è al lavoro insieme alla Federazione TSRM e PSTRP per rendere ancora più centrale il ruolo di questa professione che durante il periodo pandemico è stata tra le più oberate di lavoro a causa dello straordinario numero di tamponi eseguito. La sfida ora si sposta sul territorio, con il DM77 e la riorganizzazione della sanità. I TSLB mettono sul tavolo doversi documenti: chiedono maggior coinvolgimento nel Comitato del buon uso del sangue, l’esclusività nei servizi di farmacia e la possibilità di eseguire prelievi. «Non vogliamo sostituire gli infermieri ma vogliamo solo per far sì che questa attività, che è prodromica all’analisi e quindi alla valutazione del dato analitico, possa rappresentare un capitale anche per il TSLB che deve processare e rendere sempre più qualitativo il risultato».

Presidente Stanziale, su cosa state lavorando in queste ultime settimane?

«Stiamo ultimando tre documenti importanti. Uno riguarda la possibilità di far sì che il tecnico di laboratorio possa avere l’esclusività nei servizi di farmacia in quanto dal 2012 si è centralizzato nell’unità farmaci antiblastici l’attività che riguarda la preparazione degli antiblastici e le preparazioni galeniche. Fino a ieri era un campo in cui anche gli infermieri, a causa di un antico retaggio, erano spesso preposti a preparare farmaci che poi erano da loro inoculati. Con la centralizzazione, anche per un aspetto di sicurezza e qualità del preparato, spetta ai Tecnici di Laboratorio questo compito».

E gli altri due documenti di cosa trattano?

«Un altro documento riguarda il Comitato buon uso del sangue: al momento la figura del Tecnico di laboratorio non è integrata all’interno del Comitato. Riteniamo necessaria la presenza di chi prepara e assegna sacche di sangue ed emoderivati. Il terzo è il documento che riguarda la possibilità che anche il tecnico di laboratorio possa eseguire i prelievi del sangue, non per sostituire gli infermieri e fare i flebotomisti ma essenzialmente solo per far sì che questa attività, che è prodromica all’analisi e quindi alla valutazione del dato analitico, possa rappresentare un capitale anche per il TSLB che deve processare e rendere sempre più qualitativo il risultato».

Quest’ultima attività potrebbe essere cruciale anche per un vostro ruolo sempre più importante nella medicina del territorio…

«La cosa più importante non è solo l’atto del prelievo ma proprio il potersi avvicinare in futuro all’attività sul territorio, con l’implementazione del DM77, a quelle attività cui potremmo dare una mano nel team multidisciplinare»

Vi soddisfa il DM77 che è alla base di questa riforma della medicina territoriale?

«In parte sì e in parte no. Bisogna considerare anche un altro aspetto: i servizi diagnostici di base territoriali sono previsti nella Casa di comunità, si parla infatti di team multidisciplinari e multiprofessionali. Oggi sarebbe necessario incominciare a definirne la composizione. Noi puntiamo ad esserci nelle Case di Comunità, non ci è precluso da Agenas. Questa opportunità del prelievo fa sì che questa possa essere gestita in maniera autonoma e completa sul territorio dal TSLB».

Al nuovo ministro della Salute, quando sarà nominato, cosa chiederebbe?

«Innanzitutto, gli augurerei un buon lavoro perché inizia il mandato in un momento complicato per la sanità. E poi l’augurio di lavorare bene con le professioni sanitarie, di considerare importante il nostro contributo e quello di tutte le professioni sanitarie, non solo dei TSLB. L’importanza del lavoro multiprofessionale non è mai emersa così tanto come in questo periodo pandemico».

Come avete retto il carico di lavoro durante i mesi più difficili della pandemia?

«È stato impressionante. Insieme a infermieri e Tecnici di Radiologia siamo state le professioni più coinvolte. È stata dura, un grande sforzo anche fisico e psicologico di tutti i professionisti. I carichi di lavoro sono stati enormi, con la pandemia è anche cambiata l’organizzazione del lavoro. Attività che prima non erano automatizzate, ora con la pandemia sono state necessariamente automatizzare. La tecnologia ci può dare una grande mano».

 

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