Prevenzione 17 Giugno 2025 09:55

Prevenzione, più fondi e un portale per i cittadini. Meloni: “Miglior farmaco per stare bene”

Da una sanità "passiva", che cura le malattie, ad una sanità "preventiva" che le malattie le previene. E' questo il passaggio auspicato dalle istituzioni in occasione degli Stati Generali della Prevenzione organizzati a Napoli
Prevenzione, più fondi e un portale per i cittadini. Meloni: “Miglior farmaco per stare bene”

Da una sanità “passiva”, che cura le malattie, ad una sanità “preventiva” che le malattie le previene. E’ questo il passaggio auspicato dalle istituzioni in occasione degli Stati Generali della Prevenzione organizzati a Napoli. per salvare il Servizio sanitario nazionale da costi non più sostenibili e per far fronte a una popolazione sempre più vecchia e con una enorme domanda di salute. Nel corso dell’evento, non scevro da polemiche, sono tante le questioni affrontate e le novità emerse: dal ministero della Salute, che annuncia maggiori finanziamenti per la prevenzione, in linea con il Mef, al lancio di un Portale nazionale, l’Hub della prevenzione, per cittadini e professionisti.

Meloni: “Fondamentale investire in prevenzione”

Sono stati affrontati anche altri temi urgenti, come quello dei medici gettonisti. “Siamo stati i primi ad intervenire ed a far capire quanto sia sbagliato – dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci – ricorrere a questo tipo di professionisti per la sanità. Adesso ragioneremo insieme alle Regioni per trovare una soluzione nell’interesse primario ed unico dei cittadini”. Il riferimento è al termine di fine luglio per la possibilità di utilizzarli. La due giorni è stata aperta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre la premier Giorgia Meloni ha inviato un videomessaggio. “Questo governo – ha detto – considera fondamentale investire in prevenzione, che è il miglior farmaco che abbiamo a disposizione per poter vivere meglio e più a lungo”. Quanto alla scelta di Napoli come sede dell’evento, “non è casuale – ha chiarito – rientra nella strategia più ampia che il Governo sta portando avanti per colmare i divari che esistono tra i territori e rendere il Ssn più moderno ed efficiente”.

Schillaci: “Aumentare fino all’8% la percentuale del fondo sanitario destinato alla prevenzione”

“Oggi – ha detto Schillaci – solo il 5% del fondo sanitario è destinato alla prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale all’8% e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”. Ma gli italiani peccano per stili di vita e nel 2023, su 16 milioni di cittadini invitati agli screening, hanno risposto meno della metà, mentre 1 su 5 non sa che gli screening sono gratuiti o non li effettua per “pigrizia”. Per questo, il ministero ha lanciato la nuova campagna “La nostra salute è la partita più importante”, con testimonial il capitano del Napoli Calcio Giovanni Di Lorenzo.

Un portale per reperire informazioni su prevenzione e screening

In cantiere c’è anche un altro progetto, la “Casa della prevenzione” o “Hub nazionale della prevenzione“: “Sarà un grande portale a cui i cittadini potranno accedere: vi potranno reperire tutte le informazioni su prevenzione e screening e sarà anche una ‘Casa della prevenzione’ contro le fake news e il ‘dottor Google'”, spiega Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento Prevenzione del ministero. Il Portale sarà operativo entro il 2026 ed è finanziato con 30 milioni di euro dal Pnrr. Da parte sua, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha invece annunciato nuovi progetti peer promuovere l’educazione alimentare nelle scuole. Anche a livello europeo, ha avvertito Sandra Gallina, direttore direzione Salute della Commissione Ue, “la prevenzione non è solo strategica ma è una necessità: da 1 euro investito se ne risparmiano infatti 14, ma sono ancora troppe le differenze tra gli Stati membri”.

In corso una revisione della legislazione sul tabacco

Quindi l’annuncio di una stretta sul tabacco, considerato il più significativo rischio dell’Ue. “Il 27% di tutti i casi di cancro provengono dal tabagismo”, dice Gallina. “Come Commissione siamo impegnati a revisionare la legislazione sul tabacco“, aggiunge. Gli Stati generali sono stati anche l’occasione di sensibilizzazione per la cittadinanza: al Villaggio della Prevenzione sono stati registrate oltre 1000 prenotazioni per visite e test.

L’evoluzione demografica ed epidemiologica indica chiaramente che serve un cambio di paradigma. Così il Ministro Schillaci secondo cui “la popolazione è sempre più anziana e già oggi drena gran parte delle risorse per l’assistenza sanitaria; l’innovazione viaggia a ritmo serrato anche in ambito sanitario con costi spesso elevati. Non possiamo pensare, dunque, che il nostro servizio sanitario nazionale possa continuare a essere sostenibile, in futuro, se non si riduce il carico di malattie e di disabilità con una decisa spinta alla prevenzione. Dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento. È evidente che fare leva sulla prevenzione significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell’assistenza e liberare risorse da investire in innovazione e ricerca che, grazie agli enormi progressi compiuti, permette di curare malattie un tempo ritenute incurabili. Però non è solo questione di risorse. La prevenzione non è uno slogan: racchiude azioni che contribuiscono a ridurre l’insorgenza di patologie. E queste azioni si traducono, in primo luogo, nell’adesione a stili di vita corretti e agli screening oncologici. È bene ricordare che il nostro servizio sanitario offre opportunità di prevenzione non sempre sfruttate a pieno”.
Per esempio, ha sottolineato Schillaci “penso alle malattie oncologiche. Il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell’Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l’attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi – con incrementi anche al Sud – con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test.

Mi limito ad alcuni numeri:
– screening cervice uterina: adesione al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%).
– screening mammografico: ha aderito all’invito il 55% delle donne con un differenziale di 15 punti percentuali tra l’area del Nord e quella del Sud.
– screening colorettale: registra purtroppo un’adesione solo intorno al 34%. Anche in questo caso maggiore al nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, è un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colonretto che purtroppo negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani.

In linea con le raccomandazioni europee, stiamo lavorando per ampliare i programmi di screening, penso al cancro del polmone. Su questo, è già attiva la Rete italiana per lo screening polmonare che abbiamo rifinanziato anche con la legge di bilancio 2025 per il proseguimento del programma che finora ha consentito di effettuare quasi 10mila esami con Tomografia Computerizzata. E stiamo pensando anche allo screening per il cancro della prostata. È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini. Dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Ognuno di noi deve sentirsi parte attiva del proprio percorso di salute. Per questo abbiamo chiesto all’Istituto Piepoli di sondare un campione rappresentativo di popolazione interessata dai programmi di screening. Il primo dato che mi ha colpito è che 1 su 5, soprattutto al Sud, non sa che sono gratuiti”.

Tra chi ha ricevuto l’invito, “una quota importante di persone ha deciso di non fare il test: circa 1 su 5. E sceglie di non farlo soprattutto perché non ha avuto tempo o ritiene di stare bene e, in assenza di disturbi, preferisce non sottoporsi allo screening. In tanti, indicano esplicitamente un po’ di pigrizia.
È qui che dobbiamo moltiplicare gli sforzi e aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute.
Anche sul fronte degli stili di vita, si può e si deve fare di più. Penso all’alimentazione corretta e all’attività fisica che sono importanti determinanti di salute e contribuiscono a contrastare l’insorgenza di patologie, anche oncologiche. I dati della sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità indicano che in Italia 4 adulti su 10 sono in sovrappeso o obesi. Alcune Regioni del Sud continuano a detenere il triste primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale. E c’è un problema di obesità infantile che non dobbiamo sottovalutare: il 19% dei bambini è in sovrappeso e gli obesi sono quasi il 10%. L’obesità porta con sé patologie croniche e il primo dovere, verso se stessi e verso la collettività, è quello di seguire un modello alimentare corretto così come dedicare tempo adeguato all’attività fisica. Gli italiani sono per lo più sedentari (24%) o parzialmente attivi (28%) con un gradiente geografico ancora una volta a sfavore delle Regioni meridionali. Appare ancora troppo bassa anche l’attenzione degli operatori sanitari al problema della scarsa attività fisica, anche nei confronti di persone in eccesso di peso o con patologie croniche. Ecco perché non dobbiamo allentare la presa: dobbiamo continuare a sensibilizzare, a dare voce alla prevenzione e a farlo in modo corale. In questo senso è essenziale il contributo degli operatori sanitari, delle istituzioni, delle associazioni, anche dei mezzi di comunicazione.

Le scuole, in particolare, sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione: il 34% dei progetti messi in campo dalle Regioni, riguardano gli stili di vita, e quasi tutte le Regioni hanno attivato attività di comunicazione e formazione nelle scuole rivolte agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie per promuovere la salute attraverso gli stili di vita corretti. Il nuovo Piano nazionale della Prevenzione, che stiamo definendo e per il quale sarà prezioso il contributo delle Regioni, si arricchirà di nuovi strumenti legati agli investimenti, che abbiamo avviato in questi anni, per lo sviluppo della sanità digitale e dell’assistenza territoriale nonché sulla crescente ottica One Health. Ma la prevenzione oggi ha anche un volto nuovo: quello della ricerca e dell’innovazione.

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’early detection, consentendo diagnosi più precoci e personalizzate. La sfida è fare in modo che l’innovazione sia accessibile a tutti, eticamente guidata, integrata nei percorsi sanitari. Come ripeto sempre, la tecnologia non può sostituire il medico, le sue competenze e la capacità di relazione e di ascolto. L’innovazione sta già dimostrando di essere un supporto importante e per questo abbiamo dedicato una sessione degli Stati generali all’evoluzione digitale della sanità, in un’ottica di prevenzione. Con un focus sul National Health Prevention Hub con il quale vogliamo trasformare la prevenzione in Italia in un sistema moderno”.

 

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