Ogni anno in Italia si registrano circa mezzo milione di casi di avvelenamento acuto segnalati ai sanitari, una stima che rappresenta solo la parte “visibile” del fenomeno. Di questi, circa il 5-6% sono legati agli alimenti. I farmaci restano la principale causa di intossicazione (circa il 50% dei casi), seguiti dai prodotti chimici domestici (30%) e dalle nuove sostanze psicoattive in crescita costante. Questi alcuni dei dati su cui la Società Italiana di Tossicologia (SITOX) richiama l’attenzione, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. La società scientifica sottolinea la sicurezza alimentare come tema di salute pubblica e ribadisce il ruolo centrale della tossicologia lungo tutta la filiera del cibo: dalla prevenzione dei rischi chimici e biologici alla gestione delle emergenze legate a contaminazioni o intossicazioni collettive.
Garantire un’alimentazione sicura significa proteggere i cittadini da contaminanti, residui, micotossine e sostanze emergenti. In questo ambito, i tossicologi italiani operano a più livelli: nella valutazione scientifica del rischio, nella consulenza alle autorità sanitarie, nella ricerca applicata e nella risposta clinica d’urgenza attraverso la rete dei Centri Antiveleni (CAV). “Il tossicologo è presente in ogni fase della catena alimentare – sottolinea il presidente SITOX, Orazio Cantoni – ma il suo ruolo diventa decisivo quando si verificano cluster di intossicazioni o contaminazioni alimentari. In questi casi entra in azione la rete dei Centri Antiveleni, che assicura una risposta coordinata e tempestiva fornendo supporto clinico, consulenze specialistiche e l’attivazione della ‘macchina degli antidoti salvavita”.
Quando un paziente intossicato arriva in ospedale, spesso la terapia specifica dipende da antidoti rari o complessi da reperire. I Centri Antiveleni coordinano un vero e proprio percorso nazionale di emergenza, che coinvolge farmacie ospedaliere, unità di terapia intensiva, forze dell’ordine e mezzi di trasporto dedicati. In pochi minuti può attivarsi una catena che percorre centinaia di chilometri: l’antidoto parte da un deposito centralizzato o da un altro ospedale, viene tracciato e consegnato dove serve, sotto la supervisione dei tossicologi che ne indicano dosi e protocolli. “È una rete che lavora in
silenzio ma ininterrottamente, e che ogni anno – sottolinea la SITOX – contribuisce a salvare centinaia di vite grazie alla competenza e al coordinamento dei Centri Antiveleni italiani”.
La SITOX accoglie con favore l’istituzione presso il ministero della Salute del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA), riconoscendo in esso un luogo strategico di raccordo tra ricerca, competenze e tutela del consumatore. La società auspica di poter apportare il proprio contributo scientifico e tecnico ai lavori del Comitato, mettendo a disposizione l’esperienza dei tossicologi italiani per consolidare la rete della sicurezza alimentare e migliorare la risposta del Paese alle emergenze tossicologiche. “La sicurezza alimentare è una responsabilità condivisa – dichiara Cantoni – e richiede la collaborazione tra scienza, istituzioni e cittadini. La tossicologia è al centro di questo impegno, dalla prevenzione del rischio all’intervento salvavita”.
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