Salute 17 Febbraio 2025 14:46

Trovati batteri pericolosi negli scarichi dei lavandini ospedalieri

Negli scarichi dei lavandini degli ospedali, nonostante le rigorose pratiche di pulizia, si trovano tantissimi batteri potenzialmente pericolosi per la salute dei pazienti. A dimostrarlo è stato uno studio spagnolo, pubblicato su Frontiers in Microbiology
Trovati batteri pericolosi negli scarichi dei lavandini ospedalieri

Negli scarichi dei lavandini degli ospedali, nonostante le rigorose pratiche di pulizia, possono trovarsi tantissimi batteri potenzialmente pericolosi per la salute dei pazienti. A dimostrarlo è stato uno studio condotto dagli scienziati dell’Università delle Isole Baleari, in Spagna, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Microbiology. I ricercatori hanno analizzato gli scarichi di un unico ospedale moderno e attento ai protocolli di sicurezza.

Le infezioni ospedaliere rappresentano una minaccia globale

Costruito nel 2001 e gestito dal servizio sanitario delle Isole Baleari, l’ospedale situato nell’isola di Maiorca esegue disinfezioni frequenti attraverso pulizia dei lavandini e degli scarichi con candeggina, vapore e sostanze chimiche ogni 15 giorni, o ogni mese nelle aree non destinate ai pazienti. I tubi vengono poi iperclorati a bassa temperatura una volta l’anno. Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria, spiegano gli esperti, rappresentano un problema crescente a livello mondiale. L’uso massivo di antibiotici nell’ambiente ospedaliero, aggiungono gli studiosi, tende a favorire la sopravvivenza dei ceppi più resistenti.

I ricercatori hanno identificati 67 specie diverse di batteri nei lavandini

“Abbiamo dimostrato – afferma Margarita Gomila, scienziata che ha coordinato lo studio – che gli scarichi dei lavandini degli ospedali, nonostante impeccabili protocolli di pulizia, sono popolati da batteri che mutano nel tempo. Ciò evidenzia l’importanza di monitorare la crescita batterica”. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno prelevato campioni in ciascun reparto della struttura per quattro volte tra febbraio 2022 e febbraio 2023. I batteri presenti sui tamponi sono stati coltivati a diverse temperature. Sono state identificate 67 specie diverse. La maggior parte delle specie è stata identificata in Medicina generale e Terapia intensiva. Le famiglie più presenti erano Stenotrophomonas e Pseudomonas aeruginosa.

I batteri individuati sono risultati resistenti ad alcuni antibiotici

“I batteri che abbiamo trovato – riporta Gomila – possono avere origine da molte fonti. Quando si stabiliscono negli scarichi dei lavandini, possono diffondersi all’esterno, ponendo rischi significativi, specialmente per i pazienti immunodepressi”. In questo lavoro, il 21 per cento dei ceppi di P. aeruginosa è risultato resistente ad almeno una classe di antibiotici. Diversi ceppi di Klebsiella ed Enterobacter rilevati erano vulnerabili solo ad alcuni antibiotici. “Questo lavoro – conclude José Laço, altro ricercatore dello studio – evidenzia che gli scarichi ospedalieri possono fungere da serbatoi sia per patogeni noti che emergenti, alcuni dei quali presentano una forte resistenza agli antibiotici. I protocolli di pulizia sono importanti e dovrebbero essere applicati frequentemente, soprattutto nei reparti che sono tenuti separati proprio per rallentare la diffusione di batteri potenzialmente dannosi”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa estiva

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa estiva. La redazione ringrazia tutti i lettori e dà appuntamento al prossimo 25 agosto.
Sanità

Consiglio Superiore di Sanità, si è insediata la nuova squadra

La presidenza al professor Alberto Siracusano. Schillaci: "Il Consiglio Superiore di Sanità rappresenta, da sempre, un pilastro della sanità italiana e un riferimento per tutto il sistem...
Advocacy e Associazioni

Sindrome di Down, si può davvero “eliminare” il cromosoma in più?

Dopo lo studio giapponese che ha rimosso in laboratorio una copia del cromosoma 21, la Down Syndrome Task Force, CoorDown e AIPD spiegano perché non si tratta (ancora) di una cura
Advocacy e Associazioni

Malattie ultrarare, la sfida della SPG50: “L’Italia si prepara ad accogliere la prima terapia genica”

Anche l’Italia, dopo il Canada e la Spagna, si prepara ad accogliere la terapia per la SPG50, una rarissima forma di paraplegia spastica ereditaria, entro la fine dell’anno. In un’in...