Mondo 26 Gennaio 2023 11:16

Gruppo San Donato al Cairo per gestire un ospedale e formare medici

Con la firma del MOU raggiunto l’accordo tra il gruppo Rotelli e il Ministro della salute e della Popolazione egiziano per garantire attraverso innovazione tecnologica, alta specializzazione, corsi, programmi di scambi e sviluppo di Smart Clinic, un sistema sanitario all’avanguardia in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini

Gruppo San Donato al Cairo per gestire un ospedale e formare medici

Innovazione tecnologica, alta specializzazione, sviluppo di Smart Clinic e formazione saranno le note distintive che porteranno i medici italiani del gruppo San Donato in Egitto. Il progetto MOU (Memorandum of Understanding), finalizzato nei giorni scorsi nella capitale egiziana, è stato sottoscritto da Khaled Abdel Ghaffar, Ministro della Salute e della popolazione egiziana; da Kamel Ghribi, Presidente di GKSD Investiment Holding (società leader nei servizi di consulenza strategica) e vicepresidente del gruppo San Donato e Paolo Rotelli, Presidente del Gruppo San Donato e vice di GKSD. Della delegazione rientrata ieri in Italia ha fatto parte anche il ministro degli affari esteri italiano, Antonio Tajani.

 Si comincia dall’ospedale Sheikh Zayed al Cairo

Il protocollo d’intesa che prevede una programmazione a lungo termine si articolerà in diversi ambiti a partire dalla gestione dell’ospedale Sheikh Zayed al Cairo, una delle più importanti realtà sanitarie della capitale. L’obiettivo è la trasformazione del servizio sanitario egiziano per rafforzare la qualità delle cure destinate alla popolazione e l’innovazione tecnologica negli ambiti clinici ad alta specializzazione. «Vogliamo costruire un sistema sanitario forte in grado di soddisfare le necessità dei pazienti e migliorare il benessere degli egiziani e delle future generazioni – ha dichiarato Kamel Ghribi -. Vogliamo anche dimostrare al mondo come, attraverso la sanità, sia possibile abbattere le barriere che dividono, creare valori e costruire legami solidi tra le nazioni».

Le Smart clinic

Tra i punti cardini di MOU, la realizzazione di Smart Clinic secondo il concetto di prossimità coniato proprio dal Gruppo San Donato con il rivoluzionario progetto di poliambulatorio presso i centri commerciali. Quindi di facile accesso, con orari ampi e in grado di offrire visite specialistiche in diversi ambiti: dalla cardiologia alla chirurgia, dalla neurologia alla endocrinologia fino alla ginecologia e alla medicina estetica. Un nuovo modo di concepire la sanità più vicino alla gente sia in regime privato o in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Un modello che sarà esportato dunque grazie agli investimenti di GKSD Investment Holding e del Gruppo San Donato che provvederanno alla formazione di professionisti sanitari locali attraverso corsi e programmi di scambio.

60 missioni operatorie e 120 medici formati nel trattamento delle cardiopatie pediatriche

Il legame tra il Gruppo San Donato e l’Egitto per altro ha radici lontane, infatti, da almeno 30 anni è attiva al Cairo l’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo del professor Alessandro Frigiola, che è anche direttore dell’area cardiochirurgica pediatrica presso l’IRCCS Policlinico San Donato. Un impegno che ha portato in terra d’Africa medici italiani per 60 missioni operatorie e formato oltre 120 medici egiziani in cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e neonatale con l’obiettivo di renderli autonomi nel trattamento delle cardiopatie dei bambini a partire dall’anno di vita. «L’Italia possiede un sistema sanitario pubblico tra i migliori al mondo con la possibilità di offrire prestazioni gratuite sia in ospedali pubblici che in ospedali privati convenzionati – ha fatto notare Paolo Rotelli, Presidente del gruppo San Donato -. Il nostro obiettivo è far riconoscere le nostre competenze sanitarie con i fatti, direttamente presso le strutture egiziane, aiutando così il Paese a consolidare il proprio sistema sanitario e a preparare il futuro della medicina insieme. Crediamo molto in questa collaborazione perché abbiamo esperienze diverse, ma di pari merito».

 

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di I.F.