Lavoro e Professioni 28 Giugno 2024 10:31

Giornata Nazionale per la prevenzione e la cura dell’Incontinenza, il ruolo dell’Ostetrica nei percorsi riabilitativi di pazienti e caregiver

In Italia soffrono di incontinenza 4-5 milioni di persone, Vaccari (FNOPO): “In molti casi non è possibile evitare che il pavimento pelvico si danneggi, ma un’attività preventiva può rallentare la progressione dell’incontinenza e limitarne i danni”

Giornata Nazionale per la prevenzione e la cura dell’Incontinenza, il ruolo dell’Ostetrica nei percorsi riabilitativi di pazienti e caregiver

“Sono circa quattro-cinque milioni le persone che, in Italia, soffrono di incontinenza urinaria, una patologia talmente invalidante da costringere chi ne soffre a modificare il proprio stile di vita per gestire e, spesso, nascondere le perdite di urina. Tra i pazienti vi è una grande percentuale di donne, molto più suscettibili alla patologia”. Lo dice Silvia Vaccari, Presidente della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, nel suo intervento durante il Convegno organizzato presso il Ministero della Salute dalla Fincopp, la Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del pavimento pelvico, in occasione della XIX Giornata Nazionale per la prevenzione e la cura dell’Incontinenza. La Giornata è stata istituita nel 2006, con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri, e si celebra il 28 giugno di ogni anno per sconfiggere i tabù e far emergere le reali necessità dei pazienti.

La prevenzione

“È il pavimento pelvico a regolare i meccanismi della continenza urinaria, un insieme di muscoli, tendini e legamenti, che durante la gravidanza e il parto può subire dei danni. Tali danneggiamenti, seppur non completamente evitabili, possono essere contenuti attraverso specifiche strategie preventive e terapeutiche messe in atto dagli specialisti che prendono in carico la donna dalla gravidanza al puerperio. In questo contesto è centrale il ruolo dell’Ostetrica/o che può offrire il suo contributo in tutte le fasi della vita, dall’adolescenza alla terza età. Le nozioni base in materia di riabilitazione e prevenzione del pavimento pelvico sono già apprese durante il corso di laurea di primo livello in Ostetricia anche con tirocini finalizzati a mantenere le skill apprese dal percorso formativo. I professionisti che, successivamente, intendono formarsi in questo ambito possono arricchire il proprio bagaglio formativo attraverso uno specifico master universitario”, aggiunge Vaccari.

Le ostetriche accanto alle donne

“In molti casi non è possibile evitare che il pavimento pelvico si danneggi. Tuttavia, un’attività preventiva può rallentarne la progressione e limitarne i danni – continua la Presidente della FNOPO -. Per questo, è necessario diffondere una cultura delle prevenzione e della tutela del proprio pavimento pelvico anche tra i giovanissimi. Se fino a qualche anno fa, le donne che si rivolgevano alle Ostetriche/i per queste problematiche erano prevalentemente donne mature, il paradigma sta cambiando e le Ostetriche che incontrano la popolazione femminile fin dalla più giovane età attuano una sensibilizzazione sui sani stila di vita fin dalla pubertà andando a prevenire tutte le patologie che possono insorgere nel periodo pre-concezionale, concezionale, del parto e del puerperio”.

Il Quality Adjusted Life Years

“L’Ostetrica/o si propone di individuare precocemente potenziali condizioni di rischio al fine di educare e proteggere la popolazione esposta, di identificare e trattare patologie insorgenti o già clinicamente note, di accompagnare le pazienti  e i familiari o i caregiver, candidate alla chirurgia uro-ginecologica nel percorso pre e post-operatorio, di curare disfunzioni della sfera urologica, ginecologica, proctologica, neurologica, psicologica, algologica, sessuologica e comportamentale con un approccio One Health. L’offerta assistenziale delle Ostetriche permetterà di migliorare la qualità della vita delle donne e di rilevare gli indicatori economici di salute come il Quality Adjusted Life Years (QALY)”, dice la Presidente Vaccari.

Il ruolo del caregiver

“Per quanto riguarda il caregiver,  a cui non è richiesta alcuna conoscenza specifica bensì, mediante l’ausilio di dispositivi di supporto (tavole anatomiche, modellini, immagini didascaliche ed intuitive), le Ostetriche/i avranno cura di fornirvi tutte le informazioni utili al fine delle presa di coscienza dell’acquisizione delle conoscenze fisiopatologiche dei sistemi coinvolti, dell’attività respiratoria fisiologica, del reclutamento della muscolatura del pavimento pelvico, del miglioramento della performance muscolare e della rieducazione – assicura la Presidente della FNOPO – Illustreranno i corretti stili di vita e garantiranno l’acquisizione di concetti chiave utili per l’automatizzazione nella vita quotidiana”.

La scala di valutazione delle disfunzioni del pavimento pelvico

“Oggi, i professionisti sanitari dispongono di un efficace strumento di analisi per la rilevazione precoce delle disfunzioni del pavimento pelvico: la Perineal Card. Facendo riferimento ad una scala di valori è possibile collocare le pazienti in una specifica fascia di rischio. A seconda del risultato ottenuto la donna sarà indirizzata a follow-up periodici o a percorsi riabilitativi a cui prendono parte, in base alla gravità della situazione più figure, dai medici specialisti, come ginecologi e fisiatri, ai professionisti sanitari della riabilitazione, come ostetriche e fisioterapisti, in un’ottica di assistenza multidisciplinare e interdisciplinare. L’Ostetrica/o assume il ruolo di caregiver e pianifica con la donna un percorso di assistenza-cura condiviso e continuativo, in una partnership ostetrica/donna, L’alleanza terapeutica garantisce interventi di promozione e tutela della salute attraverso l’informazione ed educazione”,  conclude Vaccari.

 

 

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