Con oltre sedici milioni di casi stimati, la scorsa stagione influenzale è stata la più intensa mai registrata dal sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. Un dato che richiama l’attenzione su una malattia spesso sottovalutata, ma capace di mettere in seria difficoltà il sistema sanitario, aumentando accessi ai Pronto Soccorso, ricoveri ospedalieri e assenze dal lavoro e dalla scuola. In questo contesto si inserisce la circolare del Ministero della Salute inviata a fine luglio alle Regioni, che fissa l’avvio della campagna vaccinale ai primi di ottobre e indica come obiettivo prioritario la protezione delle persone più vulnerabili, con una copertura vaccinale che raggiunga almeno il 75% della popolazione a rischio, come previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025.
La circolare ministeriale contiene le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza nella stagione 2025-2026. Il documento è frutto del lavoro congiunto del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Regioni e tiene conto di numerosi fattori: l’andamento epidemiologico dell’influenza, le popolazioni da proteggere con priorità, la sicurezza e l’efficacia dei vaccini disponibili. Il messaggio centrale è chiaro: la vaccinazione antinfluenzale resta la misura di prevenzione più efficace non solo contro l’infezione respiratoria, ma anche contro le sue complicanze, che possono coinvolgere il cuore, il sistema nervoso o altri organi, con manifestazioni gravi come miocarditi o encefaliti. Il vaccino è indicato per tutte le persone a partire dai sei mesi di età e fortemente raccomandato per le categorie considerate più a rischio, purché non vi siano controindicazioni specifiche. I principali destinatari dell’offerta gratuita sono i bambini più piccoli, in particolare quelli tra i sei mesi e i sei anni, le persone di sessant’anni o più, le donne in gravidanza, chi lavora nei servizi sanitari o a stretto contatto con pazienti, e chi convive con malattie croniche o condizioni cliniche che aumentano la probabilità di sviluppare forme gravi in caso di contagio.
Il vaccino sarà reso disponibile in tutte le strutture sanitarie territoriali: ambulatori di medicina generale, ospedali, farmacie, residenze assistite. Inoltre, dopo aver garantito la copertura delle categorie prioritarie, sarà possibile accedere alla vaccinazione anche per chiunque ne faccia richiesta. Il Ministero sottolinea l’importanza di una comunicazione chiara e capillare, che possa raggiungere i cittadini in modo semplice, informandoli su come, dove e quando vaccinarsi.
Nella circolare si legge che l’influenza è una malattia che riguarda tutti, indipendentemente dall’età, dal luogo in cui si vive o dallo stile di vita. È una delle poche infezioni che ogni individuo sperimenta più volte nel corso della vita. Il problema è che, spesso, ci si dimentica delle sue possibili complicanze. Le persone più fragili – come gli anziani, i più piccoli, le donne in gravidanza o chi soffre di patologie croniche – sono le più esposte a forme gravi, ma tutta la popolazione può incorrere in conseguenze serie come polmonite, miocardite o encefalite. In Italia, si stima un tasso di mortalità pari a 13,8 decessi ogni 100mila persone ogni anno, un dato che rafforza ulteriormente l’importanza della prevenzione.
Nonostante i numeri e le evidenze scientifiche, la copertura vaccinale nel nostro Paese resta al di sotto degli obiettivi. Durante la stagione 2023-2024, si è vaccinato poco più della metà degli over 65, con una copertura pari al 53,3%, e meno di un quinto della popolazione generale, che si è fermata al 18,9%. Sono risultati distanti sia dal target minimo del 75% fissato dal Piano nazionale, sia dall’obiettivo ideale del 95% per garantire una protezione di comunità efficace. Per questo, accanto alla distribuzione del vaccino, la circolare sottolinea la necessità di promuovere una comunicazione pubblica incisiva, capace di parlare a tutti, spiegando i benefici della vaccinazione in termini di salute individuale e collettiva.
Vaccinarsi contro l’influenza non è solo un gesto di protezione personale, ma un atto di responsabilità nei confronti degli altri, soprattutto di chi è più vulnerabile. Investire nella prevenzione significa ridurre la pressione sui servizi sanitari, contenere i costi, ma soprattutto tutelare la salute pubblica. La campagna vaccinale che si prepara a partire ai primi di ottobre è un’occasione per fare un passo avanti in questa direzione. Serve una strategia organizzata, accessibile, ben comunicata. Ma serve anche una cittadinanza informata e consapevole, pronta a scegliere la prevenzione come gesto di cura verso sé stessa e verso la collettività.