Lavoro e Professioni 15 Dicembre 2022 16:28

«Il Ssn rischia di scomparire»: la solidarietà della FNOMCeO ai sindacati

Il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, ha spiegato che la Federazione «è in piazza con i colleghi dell’intersindacale per manifestare il nostro impegno per salvare il Servizio Sanitario Nazionale»
«Il Ssn rischia di scomparire»: la solidarietà della FNOMCeO ai sindacati

Solidarietà della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri all’intersindacale “Uniti per la sanità” in occasione della manifestazione “Salviamo la Sanità pubblica”. Il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, giunto in Piazza Santi Apostoli a Roma insieme al Vicepresidente Giovanni Leoni e al Segretario Roberto Monaco, ha spiegato che la Federazione «è in piazza con i colleghi dell’intersindacale per portare la nostra solidarietà» e per manifestare «il nostro impegno per salvare il Servizio Sanitario Nazionale». Anelli ha aggiunto che, «allo stesso modo, siamo solidali con i medici di famiglia Fimmg che, alle 17, visiteranno per un quarto d’ora a lume di candela, per lanciare un segnale d’allarme sulla situazione drammatica della medicina generale».

«Il disagio dei medici è trasversale a tutte le professioni sanitarie»

«Il disagio dei medici – spiega il presidente della Federazione – è trasversale alla professione: turni infiniti, carenza di organici, burocrazia soffocante, scarso riconoscimento sociale ed economico, aggressioni e incidenti sul lavoro rendono impossibile dedicarsi ai pazienti con la dovuta serenità. Anzi, il malessere è trasversale a tutte le professioni sanitarie. Tanto che sempre più professionisti lasciano il Servizio sanitario nazionale, scegliendo il privato, laddove offre migliori condizioni di lavoro e di vita, l’estero o il prepensionamento».

«Il Ssn rischia di scomparire»

«La situazione è drammatica – continua Anelli – il Servizio sanitario nazionale, senza professionisti, rischia di scomparire. E, quel che è peggio, nessuno sembra accorgersene. Sembra che sia più importante costruire una struttura, acquistare uno strumento rispetto a valorizzare il capitale umano». È vero che «il Fondo sanitario nazionale è stato incrementato in questi ultimi anni», ma «la maggior parte delle risorse sono destinate all’acquisto di beni e servizi. Per questo avevamo chiesto di vincolare 2 miliardi di euro per i professionisti».

I quali, sempre più, lasciano la sanità pubblica: «Solo considerando i pensionamenti, usciranno, da qui al 2027, 41.000 tra medici di famiglia e dirigenti medici, 50mila se consideriamo l’insieme dei medici del Servizio sanitario nazionale. E, se tutti i medici che esprimono il desiderio di fuggire dal pubblico lo mettessero in pratica, tra pensionamenti e dimissioni il numero salirebbe a 100mila. Ma il Servizio sanitario nazionale, senza le persone, senza i medici, senza i professionisti sanitari non esiste».

«L’alternativa – conclude Anelli – è un sistema dove la sanità sia sempre di più affidata ai privati, alle cooperative, alle assicurazioni. Questo creerebbe un aumento delle disuguaglianze e farebbe crollare quei principi di universalità, uguaglianza ed equità che, reggendo il nostro Servizio sanitario nazionale, costituiscono il presupposto per assicurare la coesione sociale del Paese».

 

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