Salute 31 Gennaio 2024 18:08

Il biotestamento compie 6 anni, ma a conoscerlo sono solo 5 italiani su 1000

La legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), meglio nota come Biotestamento, compie 6 anni di vita. Nonostante questo, la norma che permette ad ognuno, in previsione di un eventuale stato di incapacità futura, di indicare il proprio assenso o rifiuto rispetto a determinate scelte terapeutiche e trattamenti sanitari, non decolla come sperato
Il biotestamento compie 6 anni, ma a conoscerlo sono solo 5 italiani su 1000

La legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), meglio nota come Biotestamento, compie 6 anni di vita. Nonostante questo, la norma che permette ad ognuno, in previsione di un eventuale stato di incapacità futura, di indicare il proprio assenso o rifiuto rispetto a determinate scelte terapeutiche e trattamenti sanitari, non decolla come sperato. Anzi, stando all’Associazione Luca Coscioni, a conoscerla sono solo 5 italiani su 1000 e, ad oggi, non è stata effettuata alcuna campagna informativa come previsto dalla stessa legge.

L’interesse sul biotestamento è in crescita, +61 di Dat depositate nel 2023

Tuttavia, l’interesse degli italiani aumenta e, secondo dati preliminari raccolti dall’associazione in 1.021 comuni italiani, il numero delle Dat depositate ha registrato un aumento del 61% nel 2023 rispetto al 2022. “Nessuna campagna informativa istituzionale è mai stata fatta nonostante l’interesse crescente da parte della popolazione, tanto che 38 persone al giorno in media chiedono informazioni al nostro Numero Bianco 0699314409 sui temi del fine vita, ovvero 13.977 richieste nel 2023 con un aumento del 24% rispetto al 2022″, sottolineano Marco Cappato e Filomena Gallo, rispettivamente tesoriere e segretaria dell’associazione Coscioni. Da qui una richiesta-appello: “Il ministro della Salute Orazio Schillaci ed i presidenti delle Regioni pongano fine a questo boicottaggio”.

Non esistono ancora dati ufficiali sul Biotestamento

In ritardo è anche la Relazione al Parlamento e “non esistono dati ufficiali”. Parte dunque la nuova indagine dell’associazione negli gli oltre 8.000 Comuni italiani per censire i Biotestamenti depositati. Al 2022 si stimavano 223mila testamenti biologici portati in Comune, ma più di una Dat su 10 ancora non è stata trasmessa alla Banca dati nazionale, istituita con la legge. Nell’ambito della nuova indagine, un primo invio ha riguardato 1.021 Comuni tra Abruzzo, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria. I dati al momento indicano che nel 2023 sono state depositate, in questi 1.021 comuni, il 61% di Dat in più rispetto allo scorso anno (ovvero 691 rispetto a 428 del 2022), “sinonimo di interesse al tema da parte della popolazione”.

L’Associazione Coscioni denuncia l’assenza di pubblicità e informazione

A mancare, denuncia l’associazione, è soprattutto una adeguata informazione. “Nessuna pubblicità, né sui media, né all’interno delle strutture sanitarie o nelle Asl, e nemmeno negli studi dei medici di base”, dicono Cappato e Gallo. Insomma, “non solo sul cosiddetto suicidio assistito il ministero della Salute e le Regioni si nascondono per non riconoscere un diritto legalizzato dalla Corte costituzionale, ma sul testamento biologico – affermano – riescono a fare ancora peggio: la legge esiste ma non c’è stata alcuna informazione”. Per questo, concludono, “continuiamo a sostituirci allo Stato attraverso il Numero bianco, e nel 2023 con un investimento di 30.000 euro abbiamo promosso azioni di comunicazione per la promozione del Biotestamento“.

 

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