Salute 3 Aprile 2023 11:35

Hikikomori, allarme in Giappone: 1,5 milioni di persone vivono come reclusi sociali

Un sondaggio del governo rileva numeri allarmanti. In oltre il 20% ad innescare il fenomeno i cambiamenti nello stile di vita imposti durante la pandemia
Hikikomori, allarme in Giappone: 1,5 milioni di persone vivono come reclusi sociali

Mentre il governo giapponese conferma l’allentamento delle restrizioni anti-Covid per gli ingressi alle frontiere dalla Cina, a fronte del progressivo calo dei contagi del virus segnalati, continua a destare allarme il numero dei cosiddetti ‘hikikomori’, coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, alle volte anni.

Secondo un sondaggio del governo nipponico, sarebbero quasi 1,5 milioni di persone in età lavorativa in Giappone vivono come reclusi sociali, con circa un quinto dei casi attribuiti alle pressioni scatenate dalla pandemia di Covid-19. Gli hikikomori, dunque, rappresentano il 2% delle persone di età compresa tra 15 e 62 anni.

Il ruolo della pandemia Covid

Un gran numero di hikikomori ha affermato di aver iniziato a ritirarsi dalla società tradizionale a causa di problemi di relazione e dopo aver perso o lasciato il lavoro. Una percentuale significativa, il 20,6%, ha affermato che la loro situazione è stata innescata dai cambiamenti nello stile di vita imposti durante la pandemia.

Poco più di un quinto degli intervistati di età compresa tra 15 e 39 anni era stato socialmente isolato da sei mesi a meno di un anno. Più del 20% ha dichiarato di aver avuto problemi con le relazioni interpersonali, mentre poco più del 18% ha citato la pandemia. Tra le persone nella fascia di età 40-64 anni, il 44,5% ha affermato che il proprio comportamento è stato innescato dall’abbandono del lavoro, seguito dal 20,6% che ha citato la pandemia.

In Italia giovani più colpiti

Il Giappone non ha imposto blocchi in stile britannico per aiutare a contenere la diffusione del virus, ma alle persone è stato chiesto di evitare uscite non necessarie per lunghi periodi e alcuni datori di lavoro e università hanno incoraggiato il telelavoro e l’apprendimento a distanza.

In Italia il fenomeno colpisce soprattutto gli adolescenti. Uno studio dell’istituto fisiologia clinica del Cnr di Pisa ha stimato in circa 54mila gli studenti italiani di scuola superiore che si identifichino in una situazione di ritiro sociale.

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