Lavoro e Professioni 30 Settembre 2020 09:05

Fnopi: «Nuovi Lea, che fine ha fatto il “decreto Tariffe”?»

Aceti, presidente Fnopi, contro i tre anni di ritardo sul decreto tariffe: «Non fa che accrescere le disuguaglianza tra regioni»
Fnopi: «Nuovi Lea, che fine ha fatto il “decreto Tariffe”?»

La scadenza fissata era febbraio 2018, ma del cosiddetto “decreto tariffe”, quello cioè che avrebbe dovuto dare la sostanza ai nuovi livelli essenziali di assistenza varati nel 2017 e senza il quale sono ancora al palo le tariffe massime per le prestazioni dell’assistenza protesica e specialistica ambulatoriale, ancora non c’è traccia. La denuncia di Tonino Aceti, portavoce di Fnopi (Federazione nazionale degli infermieri).

ACETI: «UN RITARDO CHE MINA IL RAPPORTO CON I CITTADINI»

«Uno di quei tanti ritardi che minano fortemente il rapporto di fiducia tra cittadini, Servizio Sanitario Nazionale e Istituzioni», prosegue Aceti, in un editoriale sul sito ufficiale della Federazione. «Infatti, per colpa della mancata approvazione del Decreto Tariffe le nuove e importanti prestazioni introdotte nei Lea del 2017 sono ancora oggi un diritto solo per una parte della popolazione: solo per quei cittadini che vivono in quelle Regioni che già prima dell’approvazione dei nuovi Lea garantivano le nuove prestazioni. Praticamente una doppia beffa che non fa altro che aumentare le disuguaglianze che esistono all’interno del Ssn e tra le diverse Regioni, nonché tra le aree interne e le città».

Attraverso l’aggiornamento dei Lea veniva modificato il Nomenclatore dell’assistenza protesica con l’introduzione di una serie di nuove prestazioni particolarmente attese dalle persone con disabilità, allo stesso modo veniva innovato il Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, modificati anche gli elenchi delle malattie croniche e rare attraverso il riconoscimento di nuove patologie, oltre a nuovi accertamenti per patologie neonatali e nuove coperture vaccinali. Gran parte di queste novità sono rimaste però solo sulla carta a causa della mancata approvazione, appunto, del cosiddetto “Decreto Tariffe”, cioè quel Decreto che avrebbe dovuto fissare le tariffe massime per le prestazioni dell’assistenza protesica e specialistica ambulatoriale.

DA TRE ANNI NIENTE DECRETO TARIFFE

«Un ritardo inaccettabile – secondo Aceti – di quasi tre anni rispetto alla tabella di marcia prevista dalla normativa, durante i quali si sono moltiplicate interrogazioni parlamentari ad oggi senza alcun risultato, e la responsabilità è della politica. È la legge di Bilancio 2018 che ha previsto il 28 febbraio 2018 come termine massimo entro il quale adottare il Decreto Tariffe. Una scadenza ampiamente “bucata”».

Per risolvere la situazione ci vuole, come spiega Aceti, un Decreto del Ministro della salute di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

«A oggi – aggiunge – la proposta di Decreto del Ministero della Salute è pronta, è stato acquisito il parere dell’Agenas e da alcune fonti sembrerebbe aver ricevuto da circa nove mesi l’ok del Ministero dell’Economia e delle Finanze ma ancora non è stato trasmesso alla Conferenza delle Regioni per la necessaria Intesa».

ACETI CHIEDE L’INTERVENTO DI SPERANZA

«Perché – si domanda Aceti – questo blocco? C’è qualcosa della bozza del Decreto Tariffe che a qualche soggetto non convince? Eppure l’adozione di un Decreto così importante rappresenterebbe un sostegno importante per il Diritto alla salute delle comunità, per i redditi delle famiglie, nonché una misura per contrastare concretamente le disuguaglianze. Soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia Covid-19, la quale però non può e non deve rappresentare un alibi per non portare avanti le altre “partite” comunque centrali nella vita dei pazienti, soprattutto di quelli non Covid-19». Aceti auspica che il Ministro Speranza intervenga con urgenza e sblocchi questa situazione nel più breve tempo possibile. «Ne uscirebbe rafforzato l’art. 32 della Costituzione che garantisce la tutela della salute», conclude.

 

Iscriviti alla newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Test per Infermieristica 2024-2025, circa una domanda per posto. Fnopi, percorso e professione da riformare
Mentre i posti a bando crescono, seppur lievemente (377 in più rispetto al 2023/24), calano le domande (21.250 tra atenei pubblici e privati, ovvero 2.377 in meno rispetto allo scorso anno, -10% circa)
Gemmato: «Presto sindrome fibromialgica grave tra malattie con diritto esenzione»
Il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha assicurato ai pazienti dell'Associazione italiana sindrome fibromialgica che il ministero della Salute e il Governo Meloni pone massima attenzione alle loro problematiche
Malattie croniche intestinali in aumento, «incubo» per oltre 7 pazienti su 10
La vita di chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali  può essere un vero e proprio incubo. E' quanto emerge dall'indagine Better - Bisogni Assistenziali, Lavorativi, Legali e Sociali per la cura dei pazienti affetti da malattie infiammatorie Croniche dell'Intestino – presentata oggi al ministero della Salute da Amici Italia, in occasione di un convegno organizzato dall'associazione, su iniziativa del ministro della Salute, Orazio Schillaci
Fibromialgia, associazioni pazienti: «Vogliamo chiarezza su uso fondi delle Regioni»
Associazione Italiana Sindrome Fibromiagica (Aisf), Associazione Fibromialgici Libellula Libera APS e CFU Comitato Fibromialgici Uniti Italia Odv lanciano un appello alla trasparenza
«Con noi pazienti nella Commissione LEA si possono evitare errori e lentezze»
INTERVISTA | A Sanità Informazione parla Antonella Celano, presidente dell'Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare. Spiega le ragioni che hanno spinto ben 163 associazioni dei pazienti a scrivere e inviare una lettera aperta al ministro della Salute, Orazio Schillaci
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Malattie croniche: cala la mortalità in Italia, ma i progressi rallentano

Lo studio internazionale pubblicato su The Lancet mostra un calo del 30% della probabilità di morire prima degli 80 anni per un italiano a causa di patologie croniche tra il 2000 e il 2019
Sanità

La tempesta estiva del NITAG: agosto 2025 tra nomine, polemiche e revoche

Quello che avrebbe dovuto essere un normale atto amministrativo, la nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – si è trasformato ...
Prevenzione

Pertosse, il ritorno inatteso: cosa ci insegna l’epidemia del 2024 in Toscana

Dopo anni di silenzio durante la pandemia, la pertosse è tornata con forza. Uno studio del Meyer di Firenze pubblicato su Eurosurveillance rivela come ritardi nei richiami e scarsa adesione all...
Salute

Disturbi mentali, ne soffre oltre un miliardo di persone. Oms: “Una sfida di salute pubblica”

Lo stato dell'arte nei due nuovi rapporti diffusi oggi dall’Oms: World mental health today e Mental health atlas 2024
di I.F.