Un’infezione che sembrava appartenere al passato torna a preoccupare l’Europa. La difterite, malattia infettiva causata dal batterio Corynebacterium diphtheriae, continua a circolare nel continente, con numeri che, sebbene ridimensionati rispetto al picco epidemico del 2022, restano più alti rispetto al periodo pre-pandemico. A lanciare l’allarme è una recente valutazione del rischio pubblicata dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che invita a non abbassare la guardia, soprattutto nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Nel 2022, nell’Unione europea e Spazio economico europeo (Ue/See) sono stati notificati 320 casi di difterite, a fronte dei 21 casi annui registrati mediamente prima del 2020. A incidere sul picco sono stati soprattutto i contagi tra i migranti, esposti all’infezione durante i lunghi viaggi verso l’Europa. Le sequenze prevalenti individuate nei ceppi batterici erano ST377, ST384 e ST574. Ma anche dopo l’ondata epidemica, la diffusione del patogeno non si è arrestata: tra gennaio 2023 e oggi sono stati segnalati 234 nuovi casi, spesso concentrati in contesti a rischio come centri di accoglienza, comunità di senzatetto, persone che usano droghe o che non hanno accesso alle vaccinazioni.
“Il fatto che la difterite sia contratta da popolazioni vulnerabili indica una trasmissione inosservata e continua nella comunità – afferma Bruno Ciancio, responsabile dell’Unità malattie trasmissibili e prevenibili da vaccino dell’Ecdc -. Questo è motivo di preoccupazione e richiede sforzi più intensi per superare gli ostacoli alla vaccinazione”. L’efficacia dei programmi vaccinali ha quasi eliminato la malattia, ma ha anche ridotto l’esperienza clinica dei professionisti nel riconoscerne i sintomi. “Maggiore consapevolezza, diagnosi tempestiva e interventi rapidi di salute pubblica sono essenziali per contenere il rischio”, sottolinea Ciancio.
Secondo l’Ecdc, grazie all’alta copertura vaccinale, il rischio per la popolazione generale rimane “molto basso”. Ma tra i gruppi fragili, come i senzatetto, le persone che fanno uso di droghe, i migranti e i non vaccinati, può aumentare fino a diventare “moderato”. Sei Paesi (Austria, Repubblica Ceca, Germania, Norvegia, Polonia e Svizzera) hanno recentemente notificato 82 casi legati a ceppi già noti. Di questi, almeno 25 hanno coinvolto persone in condizioni di particolare vulnerabilità. La difterite può presentarsi sotto forma di infezione cutanea o respiratoria. Quest’ultima, se non trattata, può risultare fatale nel 5-10% dei casi. Tuttavia, nelle popolazioni vaccinate,