Non è più un’allerta tropicale, ma una realtà anche italiana. Le arbovirosi, malattie infettive trasmesse da insetti vettori come le zanzare, stanno guadagnando terreno nel nostro Paese. A dirlo è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha diffuso i dati aggiornati del sistema di sorveglianza nazionale: 83 casi di Dengue, 51 di Chikungunya e 5 infezioni da virus West Nile confermate nell’uomo tra il 1° gennaio e il 15 luglio 2025. Due di questi casi, uno di Dengue e uno di Chikungunya, sono autoctoni, cioè contratti sul territorio italiano. “La presenza di casi autoctoni indica che l’infezione non è stata contratta all’estero, ma in Italia. Un elemento che richiede il rafforzamento delle attività di sorveglianza e comunicazione del rischio”, sottolineano gli esperti dell’ISS. A essere chiamati in causa, oltre ai clinici, sono anche le comunità locali, i veterinari, i Comuni e tutti i cittadini, invitati a fare la propria parte per contrastare la diffusione.
West Nile: due casi autoctoni a Latina
In questo scenario nazionale, il virus West Nile (WNV) fa registrare la sua presenza anche nel Lazio. Due i casi confermati nella provincia di Latina, a Cisterna e Priverno, diagnosticati all’ospedale Santa Maria Goretti su due pazienti di 63 e 72 anni, le cui condizioni cliniche non destano preoccupazione. Ma l’identificazione di un focolaio autoctono ha messo in moto la macchina della prevenzione: la Regione Lazio ha attivato le misure previste dal Piano di contrasto ai virus trasmessi da zanzare, comunicando un rafforzamento della sorveglianza su più livelli. Il primo passo: interventi entomologici mirati per rilevare la presenza del vettore – la zanzara comune notturna, Culex pipiens – nei canali di irrigazione, fossi e altre raccolte d’acqua nel territorio agricolo. In parallelo, è stato richiesto ai Comuni di censire e georeferenziare i corsi d’acqua, sottoponendoli a trattamenti larvicidi regolari in un’area che includa i centri abitati e un raggio di due chilometri.
Cos’è il virus West Nile?
Come ricorda l’IRCCS Lazzaro Spallanzani nelle sue campagne di sensibilizzazione, si tratta di una malattia infettiva trasmessa dalla zanzara del genere Culex pipiens, che si infetta pungendo uccelli selvatici e può trasmettere il virus anche a ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo. Non si tratta della zanzara tigre, ma della zanzara comune notturna, attiva tra il tramonto e l’alba. Oltre alla puntura di zanzara, altre vie di trasmissione, seppur rare, possono essere la trasfusione di sangue, il trapianto di organi da donatori infetti e, in casi eccezionali, la trasmissione materno-fetale attraverso latte o sangue.
Riconoscere i sintomi: quando rivolgersi al medico
La forma più grave dell’infezione, quella neuro-invasiva, può provocare encefaliti, meningiti, paralisi flaccide acute o sindromi simil-Guillain-Barré. L’ISS raccomanda di consultare il medico se si presentano febbre superiore a 38,5 °C, dolori muscolari e articolari, mal di testa, confusione mentale o eruzioni cutanee. A essere più vulnerabili sono gli anziani e i soggetti fragili. La tempestività della diagnosi è quindi un fattore chiave per limitare le complicanze.
Prevenzione: piccoli gesti, grande impatto
Il contagio avviene esclusivamente tramite puntura di zanzara. Per questo la prevenzione resta la strategia più efficace, come ricordano ISS, Spallanzani e Regione Lazio. Ecco cinque azioni quotidiane utili a proteggersi:
- Eliminare i ristagni d’acqua in sottovasi, grondaie, secchi, tombini o contenitori abbandonati;
- Indossare abiti chiari, lunghi e coprenti, soprattutto nelle ore serali;
- Utilizzare repellenti cutanei e zanzariere alle finestre;
- Evitare l’esposizione all’aperto non protetta all’alba e al tramonto;
- Esporsi con cautela e usare insetticidi domestici e da esterni dove necessario.
Il ruolo di medici, veterinari e allevatori
La Regione Lazio ha disposto una sorveglianza veterinaria straordinaria: oltre ai controlli sugli allevamenti di equidi, è stata allertata la rete dei medici di famiglia e specialisti affinché prestino particolare attenzione a febbri di nuova insorgenza senza causa apparente e sintomi neurologici. Nel frattempo, l’ISS ha attivato dashboard settimanali dedicate a Dengue e Chikungunya, per monitorare l’andamento delle arbovirosi in tempo reale. “Il successo di queste strategie – sottolineano gli esperti dell’Iss – dipende anche dalla collaborazione tra sanità pubblica, medicina veterinaria, amministrazioni locali e cittadini”.
Non è emergenza, ma è tempo di agire
I numeri, per ora, non indicano una situazione d’allarme sanitario, ma i segnali di trasmissione locale richiedono attenzione, prontezza e responsabilità. Il virus West Nile è presente nel nostro territorio: sapere cosa fare, riconoscere i sintomi e prevenire le punture di zanzara è oggi più che mai un atto di salute pubblica.
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