Salute 31 Luglio 2025 11:50

Dalla diagnosi prenatale al successo chirurgico: il caso del teratoma sacro-coccigeo da 800 grammi

Una neonata prematura è stata salvata grazie a un intervento fetale mininvasivo e a un’operazione chirurgica postnatale per rimuovere un teratoma sacro-coccigeo di 800 grammi, pari a oltre la metà del suo peso corporeo
Dalla diagnosi prenatale al successo chirurgico: il caso del teratoma sacro-coccigeo da 800 grammi

Alla nascita pesava appena 1,9 kg ma portava con sé un tumore di 800 grammi, più della metà del suo peso corporeo effettivo (1,1 kg). Ma, grazie ad un intervento intrauterino salvavita, eseguito mentre era ancora nella pancia della mamma, e a un’operazione chirurgica subito dopo il parto, oggi la piccola, nata prematura alla 30ª settimana, è in buone condizioni e sta per tornare a casa con la sua famiglia. L’intervento fetale è stato eseguito all’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli da un’équipe multidisciplinare coordinata dagli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Due settimane dopo, la piccola è nata al Bambino Gesù con parto cesareo e subito operata per rimuovere la massa.

Teratoma sacro-coccigeo: una neoplasia rara e pericolosa

Il teratoma sacro-coccigeo, neoplasia rara che si sviluppa nella parte terminale della colonna vertebrale, colpisce circa un neonato ogni 35-40mila nati vivi. Pur essendo solitamente benigna, può comportare gravi complicanze per il feto, come scompenso cardiaco, idrope fetale e morte intrauterina. Nel caso specifico, alla 28ª settimana di gestazione, dopo una rapida crescita della massa, gli specialisti hanno deciso di intervenire con una procedura mininvasiva di lasercoagulazione ecoguidata dei vasi sanguigni della massa, presso il San Pietro Fatebenefratelli. Utilizzando un laser a diodi è stato possibile ridurre l’afflusso sanguigno al tumore, rallentandone la crescita e permettendo di prolungare la gravidanza fino alla 30ª settimana.

Dalla diagnosi al parto: un percorso multidisciplinare

La gestione multidisciplinare è proseguita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove la mamma ha partorito con cesareo programmato nell’ambito del ‘Progetto Nascita’ dedicato ai nascituri con gravi patologie congenite. Dopo essere venuta alla luce, la neonata – che prima dell’intervento pesava 1,9 chili – è stata immediatamente operata per rimuovere completamente il teratoma di circa 800 grammi, pari a oltre la metà del suo peso corporeo (1,1 kg). L’operazione, della durata di circa tre ore, ha incluso anche la ricostruzione della regione sacrale. Oggi la piccola respira autonomamente, si alimenta per bocca ed è in buone condizioni cliniche. Proseguirà il percorso di follow-up chirurgico e oncologico con controlli periodici. Al Bambino Gesù vengono seguiti circa 4-5 casi all’anno di teratoma sacro-coccigeo: sono sei i bambini affetti da questa rara patologia nati nell’Ospedale pediatrico romano.

“Un lavoro di squadra che ha fatto la differenza”

“In casi come questo, il tempo è un fattore determinante perché la tempestività dell’intervento consente di ridurre il rischio di scompenso cardiaco fetale che può portare alla necessità di una nascita molto prematura o alla morte in utero. Nel caso specifico, il corretto timing operatorio ha consentito di ‘stabilizzare’ il feto e di prolungare la gravidanza – sottolinea la dott.ssa Isabella Fabietti, chirurga fetale del Bambino Gesù -. È stato un lavoro di squadra rapido e coordinato, che ha fatto la differenza per il futuro di questa piccola paziente”.

L’importanza dell’approccio multidisciplinare

“L’approccio multidisciplinare, attivato sin dalla fase di diagnosi prenatale, si è rivelato fondamentale per garantire una pianificazione ottimale del percorso assistenziale nei suoi tre momenti chiave: prenatale, perinatale e postnatale – spiega il dott. Andrea Conforti, responsabile di Chirurgia Neonatale e Pediatrica del Bambino Gesù – . Questo ha permesso di coordinare efficacemente numerose équipe afferenti a due diversi Ospedali, tutte coinvolte nella gestione di pazienti estremamente fragili. Grazie a questa pianificazione accurata è stato possibile eseguire, pochi minuti dopo la nascita, il complesso intervento di asportazione completa della massa sacrococcigea, con contestuale ricostruzione anatomica della regione perineale, salvaguardando strutture essenziali come il retto e le componenti nervose e vascolari deputate alla funzionalità della vescica e del colon distale”, conclude il chirurgo neonatale.

Le équipe coinvolte

Il caso della bambina con teratoma da 800 grammi è stato seguito da diverse équipe coordinate dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. In particolare, per l’Ospedale Pediatrico romano hanno collaborato gli specialisti delle Unità Operative di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale (il responsabile prof. Leonardo Caforio e la dott.ssa Isabella Fabietti); Terapia Intensiva Neonatale (il responsabile dott. Andrea Dotta e la dott.ssa Irma Capolupo); Chirurgia Neonatale e Pediatrica (il responsabile dott. Andrea Conforti e la dott.ssa Barbara Daniela Iacobelli); Anestesia e Perioperatorio Intensivo (il responsabile dott. Simone Reali). Per l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, le Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia (il responsabile prof. Marco Bonito); Anestesiologia e Rianimazione (il responsabile dott. Gianni Cipriani); Pediatria e Neonatologia (la responsabile dott.ssa Maria Eleonora Scapillati).

Per saperne di più: il ‘Progetto Nascita’

Il Bambino Gesù copre tutte le specialità mediche e chirurgiche pediatriche, compresa la medicina materno-fetale, la ginecologia e la chirurgia fetale, ma non ha un reparto di degenza ostetrica. Con l’autorizzazione della Regione Lazio e l’accordo con l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli, siglato nel marzo 2017, il Bambino Gesù è diventato a tutti gli effetti un ‘punto nascita’ per i casi ad alta complessità, a rischio di scompenso cardiaco e, quindi, di mortalità, che possono richiedere interventi in emergenza, anche con procedure assistenziali non convenzionali. L’obiettivo del ‘Progetto Nascita’, attivo da 8 anni, è quello di evitare a nascituri particolarmente vulnerabili i rischi del trasporto neonatale da una struttura all’altra, rendendo immediatamente disponibili, in un’unica sede, tutte le competenze ostetriche, neonatologiche e medico-chirurgiche necessarie alla gestione del caso. Le future mamme vengono selezionate per il parto al Bambino Gesù da un apposito comitato (composto da anestesisti, ostetrici e chirurghi di entrambi gli ospedali) che valuta le caratteristiche della gravidanza e la gravità delle condizioni del bambino. Ogni nascita viene seguita da un’équipe mista Bambino Gesù – San Pietro. Dall’inizio del progetto ad oggi sono stati effettuati in totale 216 parti, di cui 12 nel 2025.

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