Contributi e Opinioni 29 Marzo 2021 12:59

Il sangue cordonale ricco di anticorpi dopo vaccino anti-Covid

di Pierangela Totta, Responsabile scientifico Futura Stem Cells
di Pierangela Totta, Responsabile scientifico Futura Stem Cells

Uno studio israeliano dimostra che il sangue cordonale è ricco di anticorpi anti SARS-CoV-2 in mamme vaccinate. Un piccolo, interessante studio. Scopriamo perchè.

La capacità delle donne in gravidanza di sviluppare sintomi minori da SARS-CoV-2 è oramai nota. Ne abbiamo parlato in articoli precendenti. Sappiamo, tuttavia, che le donne in gravidanza sono più sensibili nello sviluppare infezioni respiratorie. Per questo in alcuni paesi stranieri la vaccinazione anti SARS-CoV-2 ha coinvolto anche le donne in dolce attesa, come Israele.

Questo articoli non vuole approfondire l’argomento vaccinazione per le donne in gravidanza ma sottolineare il  risultato dello studio scientifico pubblicato.

Un piccolo studio clinico israeliano, infatti, ci porta a comprendere cosa comporti per una mamma in gravidanza avere anticorpi anti SARS-CoV-2. Ci porta, inoltre, a comprendere come il sangue del cordone ombelicale possa essere un valido aiuto nell’analisi dei neonati di mamme vaccinate e quanto, ancora una volta, sia importante.

Un team del Hadassah Medical Center di Gerusalemme ha analizzato il sangue cordonale di 40 neonati nati da mamme vaccinate durante la gravidanza. Tutti i bambini presentavano anticorpi anti SARS-CoV-2 nel sangue del cordone ombelicale. Questi neonati, perciò, erano, come le loro mamme, protetti. I risultati arrivano sulla scia di un altro studio israeliano che suggerisce che le madri vaccinate trasmettono gli anticorpi ai loro neonati attraverso il latte materno.

Non è noto, ancora, per quanto tempo dureranno questi anticorpi. Sicuramente saranno necessari ulteriori studi per delineare meglio la sicurezza e l’efficacia dei diversi vaccini materni SARS-CoV-2 disponibili. Bisognerà ulteriormente delineare la dinamica degli anticorpi transplacentali nelle prime età gestazionali. La notizia, tuttavia, è incoraggiante. Non solo a livello di protezione per la madre e per il nascituro nell’immediato ma anche eventualmente per la possibilità di conservare quel campione contenente anticorpi.

Per tutti noi, un piccolo studio, ma molto importante.

 

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