Nutri e Previeni 24 Luglio 2025 12:30

Cibi ultraprocessati, dagli Usa in arrivo una definizione ufficiale

L’obiettivo è garantire trasparenza ai consumatori e sviluppare politiche efficaci per contrastare l’epidemia di malattie croniche legate all’eccessivo consumo di questi prodotti
di I.F.
Cibi ultraprocessati, dagli Usa in arrivo una definizione ufficiale

Raccogliere dati utili a definire in maniera ufficiale e uniforme cosa si intenda per “alimento ultraprocessato”, un passo cruciale per garantire ai consumatori maggiore trasparenza e per costruire politiche sanitarie più efficaci. Con questo obiettivo, negli Stati Uniti si intensificano gli sforzi federali, sotto la guida del Segretario all’U.S. Department of Health and Human Services Robert F. Kennedy Jr., della Segretaria all’U.S. Department of Agriculture Brooke L. Rollins, della Food and Drug Administration (Fda) e dell’U.S. Department of Agriculture (Usda). Insieme hanno lanciato una ‘Richiesta di Informazioni’ (RFI) sull’argomento.

Perché definire gli alimenti ultraprocessati

“Gli alimenti ultraprocessati stanno guidando la nostra epidemia di malattie croniche – afferma il segretario HHS Robert F. Kennedy Jr.-. Dobbiamo agire con decisione per eliminare le cause alla radice delle malattie e migliorare la salute della nostra catena alimentare. Definire con chiarezza e uniformità cosa sia un alimento ultraprocessato ci aiuterà a rendere l’America nuovamente sana”. Ad oggi, negli Stati Uniti non esiste una definizione ufficiale e condivisa di alimento ultraprocessato. La nuova iniziativa segue la pubblicazione del rapporto Make Our Children Healthy Again Assessment”, che individua proprio nell’eccessivo consumo di questi alimenti una delle principali cause della crisi di malattie croniche infantili.

Un coinvolgimento a più livelli

La segretaria all’Agricoltura Brooke L. Rollins sottolinea l’importanza di questo provvedimento: “Questa richiesta di informazioni rappresenta un ulteriore passo verso scelte più consapevoli da parte dei consumatori. Una definizione unificata e comprensibile era attesa da tempo. Voglio inoltre garantire che gli operatori della filiera agricola vengano coinvolti nel dialogo”. Anche il commissario della Fda, Marty Makary, M.D., M.P.H., si mostra entusiasta: “Sono lieto di guidare questo sforzo cruciale. Le minacce per la nostra salute legate agli alimenti ultraprocessati sono chiare e convincenti. È imperativo lavorare fianco a fianco con i nostri partner federali per promuovere, per la prima volta, una definizione uniforme di questi alimenti”.

Numeri e impatti sulla salute

Secondo le stime, circa il 70% dei prodotti confezionati presenti nel mercato alimentare statunitense rientrerebbe nella categoria degli alimenti ultraprocessati. I bambini, in particolare, assumerebbero più del 60% delle loro calorie proprio da tali prodotti. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato una forte correlazione tra consumo eccessivo di alimenti ultraprocessati e diverse malattie croniche, tra cui malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumori, obesità e disturbi neurologici.

Verso politiche più efficaci e ricerche approfondite

Stabilire una definizione uniforme di “alimento ultraprocessato” consentirà una maggiore coerenza nella ricerca e nelle politiche sanitarie, aprendo la strada a interventi mirati e più efficaci contro i rischi connessi a questo tipo di alimentazione. La RFI verrà pubblicata oggi (24 luglio) sul Federal Register con invito a fornire proposte sui fattori e i criteri da includere nella definizione. Parallelamente, la Fda e i National Institutes of Health investiranno in ricerche di alta qualità tramite il nuovo Nutrition Regulatory Science Program, per approfondire i reali impatti sanitari degli alimenti ultraprocessati.Il Dipartimento continuerà inoltre a sviluppare e implementare politiche strategiche per ridurre drasticamente le malattie croniche e garantire un futuro più sano per la popolazione americana.

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