Un’indagine britannica su oltre 400 ex calciatori mostra che infortuni a piede e caviglia, spesso trattati con iniezioni, possono aumentare il rischio di osteoartrite dopo la carriera sportiva
Una carriera ad alta velocità, tra allenamenti intensivi, contatti in campo e salti continui, mette a dura prova ossa e articolazioni. Il calcio professionistico è uno sport che regala gloria ma anche infortuni frequenti, in particolare a piede e caviglia. Le distorsioni rappresentano l’infortunio più comune per la caviglia, mentre le fratture metatarsali colpiscono più spesso il piede. E quasi sempre accadono durante le partite, dove la competizione spinge al massimo lo sforzo fisico.
Lesioni e osteoartrite: i dati dello studio
Un nuovo studio pubblicato su Rheumatology ha analizzato oltre 400 ex calciatori britannici per capire perché tanti sviluppano osteoartrite dopo il ritiro. I risultati mostrano che chi ha riportato lesioni al piede o alla caviglia durante la carriera ha maggiori probabilità di ammalarsi di osteoartrite. Non solo: l’uso frequente di iniezioni di cortisone durante la carriera, come trattamento per gli infortuni, sembra aumentare ulteriormente il rischio di degenerazione articolare.
Terapie iniettive: sollievo temporaneo, possibili effetti a lungo termine
Gli esperti spiegano che le lesioni articolari possono provocare dolore, gonfiore e danni alla cartilagine, portando a osteoartrite del piede-caviglia, con conseguente dolore cronico o disabilità. “Quasi un calciatore su quattro subisce infortuni a piede o caviglia durante la carriera”, sottolineano gli autori, ricordando che l’uso di terapie iniettive, come corticosteroidi, anestetici locali, plasma ricco di piastrine o acido ialuronico, rimane controverso. Questi trattamenti, pur consentendo un ritorno più rapido in campo, possono nascondere danni articolari già presenti e accelerare il deterioramento dell’articolazione.
I numeri dello studio: 424 ex professionisti
Tra i 424 ex professionisti esaminati tra agosto 2020 e ottobre 2021, il 73% di quelli con osteoartrite aveva riportato lesioni a piede o caviglia e il 75% aveva ricevuto iniezioni di corticosteroidi. Gli autori precisano che non è possibile affermare che le iniezioni causino direttamente l’osteoartrite, perché spesso vengono somministrate in seguito a un infortunio, ma evidenziano che un uso frequente – più di quattro iniezioni in una singola caviglia durante una stagione – supera le raccomandazioni mediche e potrebbe contribuire a peggiorare il danno cartilagineo.
Prevenzione e attenzione alle terapie
“I nostri risultati – conclude il professor Weiya Zhang, epidemiologo all’University of Nottingham – mostrano chiaramente che un infortunio significativo a piede o caviglia è un fattore di rischio importante e modificabile per l’osteoartrite in età avanzata”. Per i calciatori professionisti, dunque, la prevenzione degli infortuni e l’attenzione all’uso delle terapie iniettive durante la carriera possono fare la differenza anche anni dopo il ritiro.
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