Salute 23 Maggio 2025 16:15

Allergie, le lacrime possono ‘raccontare’ la malattia

Messo a punto dal Bambino Gesù un metodo per valutare l’efficacia del trattamento nei bambini affetti da cheratocongiuntivite primaverile, una severa forma di allergia oculare. Lo studio pubblicato su Allergy
Allergie, le lacrime possono ‘raccontare’ la malattia

Le lacrime possono raccontare molto, anche da un punto di vista clinico. Soprattutto se raccolte con il test di Schirmer: un esame semplice da eseguire usato comunemente in oculistica che i ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno trasformato in una chiave d’accesso all’universo immunologico della cheratocongiuntivite primaverile (VKC), una forma rara e grave di allergia oculare che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. I risultati di questo lavoro sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Allergy, tra le più autorevoli in ambito allergologico e immunologico. Lo studio è frutto di una collaborazione tra l’Unità di Ricerca Cellule Linfoidi dell’Immunità Innata e l’ambulatorio multidisciplinare dedicato a questa patologia coordinato dall’Unità Operativa di Allergologia e dall’Unità Operativa di Oculistica.

Le allergie oculari

La cheratocongiuntivite primaverile o vernal (primaverile in latino) è una forma di allergia oculare particolarmente severa che provoca prurito, lacrimazione, fotofobia e con un impatto significativo sulla qualità della vita dei piccoli pazienti. È caratterizzata da una infiammazione della congiuntiva più complessa e più grave di quella presente nella congiuntivite allergica propriamente detta (da pollini, acari, muffe), con un maggior rischio di complicanze quali cheratite, ulcere corneali, cheratocono. Sebbene siano disponibili terapie locali – dagli antistaminici ai corticosteroidi fino ai colliri immunosoppressivi – non tutti i bambini rispondono allo stesso modo ai trattamenti.

Ecco cosa hanno raccontato le lacrime…

Lo studio multidisciplinare condotto da medici e ricercatori del Bambino Gesù ha analizzato 58 campioni lacrimali di pazienti con VKC, prelevati attraverso il test di Schirmer, un esame di routine utilizzato per valutare la produzione di lacrime, che consiste nell’applicazione di una strisciolina di carta assorbente nel fornice congiuntivale inferiore. “Abbiamo scoperto che questo semplice test, già usato abitualmente nella visita oculistica, ci consente di raccogliere cellule immunitarie presenti sulla superficie oculare e di analizzarne la composizione – spiega Paola Vacca, responsabile dell’Unità di Ricerca Cellule Linfoidi dell’Immunità Innata -. Questo ci permette di capire quanto è attiva l’infiammazione e se il paziente sta rispondendo alla terapia o ha bisogno di un cambiamento di trattamento”. Lo studio ha mostrato una chiara correlazione tra la quantità di leucociti (cellule del sistema immunitario) presenti nella lacrima e la risposta alla terapia. I bambini non trattati o non responsivi alle cure presentavano un numero elevato di cellule infiammatorie, mentre quelli che mostravano un miglioramento clinico avevano un ridotto numero di cellule infiammatorie.

Il commento degli esperti

“Grazie a questi dati, possiamo oggi individuare soglie di riferimento per valutare la gravità della patologia e prevedere l’efficacia del trattamento”, sottolinea Maria Cristina Artesani, allergologa dell’Ambulatorio dedicato alla cheratocongiuntivite primaverile. “Il nostro obiettivo è offrire ai bambini cure più mirate, evitando terapie poco efficaci o troppo aggressive”, conferma Mariacristina Esposito, dell’Unità Operativa di Oculistica. La possibilità di monitorare l’efficacia dei trattamenti attraverso un esame non invasivo rappresenta un passo importante verso una medicina sempre più personalizzata. Il test, infatti, è ben tollerato anche dai pazienti più piccoli e può essere ripetuto nel tempo per seguire l’evoluzione della malattia. “Questo studio è il frutto di una sinergia concreta tra assistenza e ricerca, resa possibile grazie all’organizzazione trasversale dell’Ospedale – conclude Nicola Tumino, dell’Unità di Ricerca Cellule Linfoidi dell’Immunità Innata – Per quanto molto impegnativa, siamo orgogliosi ed entusiasti di questa impostazione di lavoro che, come sempre, pone al centro la cura dei nostri piccoli pazienti e al contempo favorisce il progredire delle conoscenze scientifiche per diagnosi sempre più precise e terapie più mirate”.

 

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