In un’epoca in cui l’accesso tempestivo ai servizi sanitari è diventato un tema centrale per milioni di cittadini, il Ministero della Salute ha messo a disposizione uno strumento pubblico e gratuito per consultare in modo semplice i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie in Italia: la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA), disponibile all’indirizzo https://www.portaletrasparenzaservizisanitari.it/pnla.
Il portale nasce per aumentare la trasparenza, favorire una maggiore equità nell’accesso e rendere le informazioni sulle prestazioni più comprensibili e confrontabili. È uno strumento utile per tutti: cittadini, operatori sanitari, decisori pubblici e anche associazioni di pazienti che vogliono comprendere meglio i tempi e le modalità di accesso alle cure nei vari territori.
La PNLA è un sistema informativo nazionale che raccoglie e aggrega i dati forniti periodicamente da tutte le Regioni italiane. Attraverso il portale è possibile consultare, al momento, i dati aggregati sui tempi di attesa per alcune prestazioni sanitarie, suddivisi per classi di priorità (urgente, breve, differibile, programmata).
Successivamente, quando sarà completa l’interoperabilità con le relative Piattaforme regionali, sarà probabilmente possibile monitorare:
la disponibilità delle prestazioni in regime istituzionale e in attività libero-professionale intramuraria;
i confronti dettagliati tra strutture e territori;
la possibilità per l’utente di selezionare una prestazione e una Regione per ottenere l’elenco delle strutture con i relativi dati di attesa.
Secondo i dati disponibili nel portale, i tempi di attesa per alcune prestazioni risultano superiori agli standard previsti. Le normative nazionali stabiliscono tempi massimi entro cui le prestazioni devono essere erogate, in base alla priorità clinica indicata dal medico prescrittore.
Ecco una tabella che riassume alcuni esempi rilevati:
Prestazione | Priorità | Tempo massimo
previsto |
Tempo medio
registrato |
Visita cardiologica | Breve | 10 giorni | 15 giorni |
Visita oculistica | Differibile | 30 giorni | 45 giorni |
Risonanza magnetica (RM) | Programmata | 60 giorni | 75 giorni |
Visita neurologica | Differibile | 30 giorni | 50 giorni |
Questi valori sono indicativi: per alcune Regioni e strutture, le tempistiche possono essere anche significativamente inferiori, mentre in altre si registrano tempi molto più lunghi. Per questo il portale può aiutare a identificare criticità ma anche buone pratiche organizzative da valorizzare.
Una sezione importante del portale riguarda le prestazioni classificate come urgenti, per le quali la tempistica raccomandata è di massimo 72 ore (3 giorni solari). Anche qui, il monitoraggio dei dati restituisce un quadro a tratti disomogeneo.
Ecco alcuni esempi esemplificativi:
Prestazione urgente | Tempo massimo previsto | Tempo medio registrato | |
Colonscopia con sospetto sanguinamento | 3 giorni | 5 giorni | |
TC encefalo per sospetto ictus | 3 giorni | 4,8 giorni | |
RM midollo spinale | 3 giorni | 6 giorni | |
Visita pneumologica con dispnea acuta | 3 giorni | 5,2 giorni | |
Ecografia addominale urgente | 3 giorni | 4,5 giorni | |
Visita cardiologica per dolore toracico | 3 giorni | 4,2 giorni |
Se il tempo medio supera anche di poco le 72 ore, il rischio è che l’urgenza clinica non riceva una risposta tempestiva. Questi scostamenti possono essere legati a picchi di richiesta, carenza di personale, assenza di agende dedicate o altri fattori organizzativi.
Cosa significa “tempo medio registrato” nella PNLA
Nel contesto della PNLA, il tempo medio registrato rappresenta la media aritmetica dei giorni effettivamente intercorsi tra:
In altre parole, indica quanti giorni di attesa, in media, un cittadino ha dovuto attendere dal momento della prenotazione all’effettiva esecuzione dell’esame o visita, per una certa prestazione e una certa priorità (es. urgente, breve, differibile).
Il tempo medio registrato:
Secondo le linee guida ministeriali, la roadmap prevede:
Quando queste funzioni saranno operative, sarà finalmente possibile confrontare, per esempio, i tempi di un ospedale pubblico con quelli di un ambulatorio privato convenzionato nella stessa area, o verificare se l’intramoenia assorbe quote significative di domanda rispetto al regime istituzionale.
La PNLA, in sinetsi, non è ancora lo “specchio completo” delle liste d’attesa italiane, ma rappresenta la prima banca dati nazionale pubblica e centralizzata sui ritardi sanitari. In questa fase inaugurale offre un termometro imprescindibile per capire l’andamento generale del sistema e avviare un confronto basato su numeri condivisi.
Come ogni cantiere aperto, richiede pazienza e spirito critico: i cittadini devono sapere che il tempo medio non coincide con il proprio caso personale, e le associazioni devono considerare che i dati, finché restano aggregati, non spiegano tutte le disuguaglianze territoriali.
Ma è proprio da qui – dalla disponibilità di un dato pubblico, per quanto ancora grezzo – che passa la possibilità di costruire politiche più mirate e di rendere la sanità italiana un po’ più prevedibile e accessibile per tutti.