Advocacy e Associazioni 26 Giugno 2025 11:58

Nasce la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA): come orientarsi tra tempi, priorità e (domani) strutture sanitarie

E' online la prima versione della Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA) che permette a cittadini e associazioni di conoscere i tempi di attesa per visite ed esami, prestazioni urgenti incluse. Un’opportunità per informarsi e accedere meglio ai servizi sanitari
Nasce la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA): come orientarsi tra tempi, priorità e (domani) strutture sanitarie

In un’epoca in cui l’accesso tempestivo ai servizi sanitari è diventato un tema centrale per milioni di cittadini, il Ministero della Salute ha messo a disposizione uno strumento pubblico e gratuito per consultare in modo semplice i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie in Italia: la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA), disponibile all’indirizzo https://www.portaletrasparenzaservizisanitari.it/pnla.

Il portale nasce per aumentare la trasparenza, favorire una maggiore equità nell’accesso e rendere le informazioni sulle prestazioni più comprensibili e confrontabili. È uno strumento utile per tutti: cittadini, operatori sanitari, decisori pubblici e anche associazioni di pazienti che vogliono comprendere meglio i tempi e le modalità di accesso alle cure nei vari territori.

Che cos’è la PNLA e cosa si può consultare

La PNLA è un sistema informativo nazionale che raccoglie e aggrega i dati forniti periodicamente da tutte le Regioni italiane. Attraverso il portale è possibile consultare, al momento, i dati aggregati sui tempi di attesa per alcune prestazioni sanitarie, suddivisi per classi di priorità (urgente, breve, differibile, programmata).

Successivamente, quando sarà completa l’interoperabilità con le relative Piattaforme regionali, sarà probabilmente possibile monitorare:

  • la disponibilità delle prestazioni in regime istituzionale e in attività libero-professionale intramuraria;

  • i confronti dettagliati tra strutture e territori;

  • la possibilità per l’utente di selezionare una prestazione e una Regione per ottenere l’elenco delle strutture con i relativi dati di attesa.

Dove i tempi si allungano: dati esemplificativi

Secondo i dati disponibili nel portale, i tempi di attesa per alcune prestazioni risultano superiori agli standard previsti. Le normative nazionali stabiliscono tempi massimi entro cui le prestazioni devono essere erogate, in base alla priorità clinica indicata dal medico prescrittore.

Ecco una tabella che riassume alcuni esempi rilevati:

 

Prestazione Priorità Tempo massimo

previsto

Tempo medio

registrato

Visita cardiologica Breve 10 giorni 15 giorni
Visita oculistica Differibile 30 giorni 45 giorni
Risonanza magnetica (RM) Programmata 60 giorni 75 giorni
Visita neurologica Differibile 30 giorni 50 giorni

 

Questi valori sono indicativi: per alcune Regioni e strutture, le tempistiche possono essere anche significativamente inferiori, mentre in altre si registrano tempi molto più lunghi. Per questo il portale può aiutare a identificare criticità ma anche buone pratiche organizzative da valorizzare.

Il caso delle urgenze: priorità “U” sotto osservazione

Una sezione importante del portale riguarda le prestazioni classificate come urgenti, per le quali la tempistica raccomandata è di massimo 72 ore (3 giorni solari). Anche qui, il monitoraggio dei dati restituisce un quadro a tratti disomogeneo.

Ecco alcuni esempi esemplificativi:

 

Prestazione urgente Tempo massimo previsto Tempo medio registrato
Colonscopia con sospetto sanguinamento 3 giorni 5 giorni
TC encefalo per sospetto ictus 3 giorni 4,8 giorni
RM midollo spinale 3 giorni 6 giorni
Visita pneumologica con dispnea acuta 3 giorni 5,2 giorni
Ecografia addominale urgente 3 giorni 4,5 giorni
Visita cardiologica per dolore toracico 3 giorni 4,2 giorni

 

Se il tempo medio supera anche di poco le 72 ore, il rischio è che l’urgenza clinica non riceva una risposta tempestiva. Questi scostamenti possono essere legati a picchi di richiesta, carenza di personale, assenza di agende dedicate o altri fattori organizzativi.

Cosa significa “tempo medio registrato” nella PNLA

Nel contesto della PNLA, il tempo medio registrato rappresenta la media aritmetica dei giorni effettivamente intercorsi tra:

  • la data di prenotazione della prestazione, e
  • la prima disponibilità offerta dalla struttura sanitaria per l’esecuzione della prestazione stessa.

In altre parole, indica quanti giorni di attesa, in media, un cittadino ha dovuto attendere dal momento della prenotazione all’effettiva esecuzione dell’esame o visita, per una certa prestazione e una certa priorità (es. urgente, breve, differibile).

Il tempo medio registrato:

  • Non tiene conto del momento della prescrizione, ma solo della prenotazione.
  • Non rappresenta un valore massimo né garantito per legge.
  • Non è necessariamente quello che accade oggi: si tratta di un dato aggregato, spesso calcolato su base mensile o trimestrale.

A che cosa serve già oggi

  • Per i cittadini
    Consultare il cruscotto consente di capire se le proprie attese si discostano – in meglio o in peggio – dalla media nazionale. Sapere, per esempio, che una risonanza magnetica programmata richiede in media 80 giorni può orientare le aspettative o spingere a chiedere soluzioni alternative (presa in carico in altra struttura, eventuale spostamento di sede, ecc.).
  • Per le associazioni di pazienti
    Anche senza il dettaglio regionale, i numeri offrono argomenti utili per rapportarsi con assessorati e direzioni sanitarie: mostrano quanta parte delle richieste si concentra nelle classi “urgente” o “breve” e permettono di monitorare se, nel tempo, aumentano o diminuiscono i giorni di attesa medi. Si tratta di elementi preziosi per proporre ampliamenti di orario, potenziamenti di personale o riorganizzazioni delle agende.

 

I limiti attuali

  1. Niente zoom regionale o per struttura – chi vuole sapere quanto si aspetta in un ambulatorio specifico deve ancora rivolgersi ai portali regionali, se esistono, o chiedere direttamente alla propria ASL.
  2. Mancanza del confronto SSN / intramoenia – il PNGLA prevede la pubblicazione dei dati ALPI, ma la funzione non è stata rilasciata.
  3. Copertura temporale ristretta – per ora solo gennaio-maggio 2025. AGENAS ha annunciato che aggiornerà il cruscotto con cadenza mensile, ma serviranno alcuni cicli di invio per tracciare stagionalità e trend annuali.
  4. Assenza di open-data scaricabili – i grafici sono visualizzabili sul sito, ma non esportabili in formato tabellare.

 

Cosa attendersi dalle prossime release

Secondo le linee guida ministeriali, la roadmap prevede:

  • integrazione dei flussi ALPI per misurare l’offerta libero-professionale;
  • filtri geografici per Regione, ASL e singola struttura;
  • indicatori di performance (percentuale di prestazioni erogate entro i tempi previsti, scostamento dalle soglie PNGLA);
  • download in formato aperto per analisi indipendenti.

Quando queste funzioni saranno operative, sarà finalmente possibile confrontare, per esempio, i tempi di un ospedale pubblico con quelli di un ambulatorio privato convenzionato nella stessa area, o verificare se l’intramoenia assorbe quote significative di domanda rispetto al regime istituzionale.

La PNLA, in sinetsi, non è ancora lo “specchio completo” delle liste d’attesa italiane, ma rappresenta la prima banca dati nazionale pubblica e centralizzata sui ritardi sanitari. In questa fase inaugurale offre un termometro imprescindibile per capire l’andamento generale del sistema e avviare un confronto basato su numeri condivisi.

Come ogni cantiere aperto, richiede pazienza e spirito critico: i cittadini devono sapere che il tempo medio non coincide con il proprio caso personale, e le associazioni devono considerare che i dati, finché restano aggregati, non spiegano tutte le disuguaglianze territoriali.

Ma è proprio da qui – dalla disponibilità di un dato pubblico, per quanto ancora grezzo – che passa la possibilità di costruire politiche più mirate e di rendere la sanità italiana un po’ più prevedibile e accessibile per tutti.

 

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