Advocacy e Associazioni 5 Maggio 2025 14:38

Giornata ipertensione arteriosa polmonare, fino a quattro anni per la diagnosi

Quando insorgono i primi sintomi è bene rivolgersi rapidamente al proprio medico di famiglia che può indirizzare verso una visita specialistica cardiologica
di I.F.
Giornata ipertensione arteriosa polmonare, fino a quattro anni per la diagnosi

In Italia l’ipertensione arteriosa polmonare (Iap) colpisce circa 3mila persone e la maggior parte di queste attende fino a quattro anni per ricevere la diagnosi corretta. I suoi sintomi sono aspecifici e, per questo, non destano particolare allarme. I più comuni includono fiato corto (dispnea) – inizialmente sotto sforzo ma successivamente anche a riposo – stanchezza, vertigini, tachicardia o persino svenimenti (sincope). Anche il dolore toracico e il gonfiore alle gambe (edema) possono essere campanelli d’allarme. Con l’avanzare della malattia, la capacità di compiere attività quotidiane si riduce drasticamente, compromettendo l’autonomia delle persone che ne soffrono. Per aumentare conoscenza e consapevolezza sulla patologia, ogni anno, il 5 maggio, si celebra la Giornata mondiale dell’Iap.

I danni di una diagnosi tardiva

“L’ipertensione arteriosa polmonare è una malattia rara estremamente insidiosa e tutt’ora poco conosciuta dai medici di medicina generale, che possono confonderla con altre patologie più comuni – afferma Pisana Ferrari, presidente di Aipi, Associazione ipertensione polmonare italiana -. Questo perché si presenta con sintomi aspecifici, generali, non gravi, nell’immediato, e comuni ad altre condizioni. Questo porta a sottostimarne la portata e a rivolgersi al medico tardi, a volte troppo tardi. Si stima che il tempo medio per ricevere la diagnosi sia di due anni, ma si può arrivare sino a quattro, un tempo in cui la malattia può progredire enormemente. Questo ritardo diagnostico rappresenta una sfida significativa nella gestione della Iap, poiché una diagnosi precoce è fondamentale per iniziare il percorso terapeutico più adatto, che non si limita al farmaco, ma può includere anche dispositivi per la sua somministrazione e servizi in grado di garantire la massima efficacia clinica insieme a una migliore qualità della vita per il paziente”.

Rivolgersi al medico sin dai primi sintomi

Quando insorgono i primi sintomi e di fronte anche al minimo sospetto di Iap è bene rivolgersi rapidamente al proprio medico di famiglia che può indirizzare verso una visita specialistica cardiologica. Il primo accertamento del percorso diagnostico è l’ecocardiografia (ecografia del cuore), un esame non invasivo che offre indicazioni importanti sulla funzionalità cardiaca e sulla possibile presenza della Iap che, in caso di sospetta patologia, andrà comunque confermata con ulteriori accertamenti a cura del cardiologo. “Poiché l’Iap è una malattia rara e complessa, è consigliabile rivolgersi ai Centri specializzati – suggerisce Vittorio Vivenzio, presidente Amip, Associazione malati ipertensione polmonare -. In questi centri c’è una maggiore conoscenza della patologia, sono all’avanguardia negli studi clinici, nell’applicazione di terapie aggiornate e di servizi a supporto dei pazienti. In Italia i Centri non sono numerosi, ma coprono geograficamente il Paese e stanno aumentando nel tempo anche grazie alla crescente diffusione della conoscenza”. Gli specialisti in questi Centri possono effettuare ecocardiografie e un cateterismo cardiaco (procedura invasiva che permette di studiare il cuore e i vasi sanguigni per confermare la diagnosi). Una volta confermata, i Centri possono prendere in carico i pazienti per avviare terapie mirate, che includono farmaci e controlli regolari.

 

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