Advocacy e Associazioni 20 Novembre 2024 13:36

Dalla Sid appello per riconoscere il diabete di tipo 1 asintomatico come malattia

Riconoscere come patologia il diabete di tipo 1 in fase asintomatica e non solo come una semplice alterazione della glicemia. È quanto chiede il presidente della Società Italiana di Diabetologia, Raffaella Buzzetti, al ministero della Salute
Dalla Sid appello per riconoscere il diabete di tipo 1 asintomatico come malattia

Riconoscere come patologia il diabete di tipo 1 in fase asintomatica e non solo come una semplice alterazione della glicemia. È quanto chiede il presidente della Società Italiana di Diabetologia, Raffaella Buzzetti, al ministero della Salute in vista dell’avvia dello screening per la patologia che dovrebbe iniziare nei prossimi mesi. “La legge 130 del 2023 che istituisce lo screening per il diabete di tipo 1 e la celiachia gratuito per bambini e ragazzi, mette il nostro paese all’avanguardia nel mondo, ma c’è ancora qualcosa da fare”, afferma Buzzetti.

Il mancato riconoscimento della malattia impedisce l’accesso a farmaco nuovo

“Se da un lato lo screening ci permette di individuare la malattia in una fase molto precoce, allo stadio 1 e 2 grazie all’individuazione di almeno due autoanticorpi, nel nostro paese questa fase asintomatica non è ancora riconosciuta con il codice ICD 10 di malattia, come avviene a livello mondiale, ma esclusivamente con il codice ICD 9 che definisce una mera alterazione della glicemia“, spiega Buzzetti. Questa carenza, spiega l’esperta, è tutt’altro che formale. “Questo gap impedisce che vi sia un DRG dedicato e che la popolazione positiva allo screening possa accedere sia alle tecnologie per il monitoraggio che al farmaco che permette di modificare la storia naturale della malattia rallentandone l’evoluzione alla fase sintomatica“, spiega.

Lo screening riduce il rischio di chetoacidosi

“Il riconoscimento del codice di patologia permetterebbe una migliore presa in carico delle persone con diabete di tipo 1 asintomatico e un controllo dei rischi legati alla chetoacidosi, la più grave complicanza improvvisa”, sottolinea la Sid. Lo screening, che sarà operativo i primi mesi del nuovo anno, permetterà di individuare la predisposizione alla malattia prima che manifesti i suoi sintomi e valutare una terapia che agisce sui meccanismi di autoimmunità ritardandone l’insorgenza di mesi o anni.

 

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