Nutri e Previeni 3 Giugno 2024 13:26

Mangiare in compagnia riduce lo stress e allunga la vita

Mangiare in compagnia riduce lo stress e allunga la vita

Mangiare in compagnia fa bene alla salute, riduce lo stress e rafforza i legami familiari. A dimostrare che questi siano gli ingredienti giusti per un vero e proprio elisir del benessere sono due diverse ricerche. La prima, realizzata dall’Università del Minnesota e pubblicata sulla rivista ‘Family, System and Health’ mostra come mangiare il più possibile in compagnia abbassi i livelli di stress e contribuisca a tenere l’umore alto per l’intera giornata. A notare questi benefici dopo aver consumato un pasto tra amici sono soprattutto i tedeschi e gli italiani. Ma non è tutto: dai dati dello stesso studio emerge pure che maggiore è la frequenza di pranzi e cene in compagnia e più forti sono i legami sociali. D’altro canto però, le ‘riunioni’ attorno alla tavola sono sempre meno intime: dalla stessa ricerca emerge, infatti, che il 20% degli italiani condivide sui social media le foto del pasto un attimo prima di consumarlo. Stessa abitudine tra gli americani e ancor di più tra i tedeschi, a patto che chi pubblica le foto sui vari social non si intrattenga in videocall o telefonate, ritardando l’inizio del pranzo o della cena.

Un’altra ricerca ha, invece, dimostrato il legame tra una positiva convivialità a tavola e un’inferiore prevalenza di malattie cronico-degenerative, maggiore benessere psicologico e longevità. “Tra le caratteristiche spesso trascurate delle diete sane, come la dieta mediterranea, c’è la preparazione e la condivisione del cibo – scrivono i ricercatori nell’abstract della ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Nutrition Research‘ -. L’atto di mangiare è una pratica umana quotidiana che non si limita a soddisfare i bisogni nutrizionali ed energetici, ma coinvolge anche una dimensione sociale costruita di condivisione dei pasti che è parte del processo di civiltà umana e delle culture alimentari in tutto il mondo”.

Partendo da questo presupposto gli autori dello studio hanno voluto dimostrare come iniziative di sanità pubblica, che riducano la solitudine e promuovano la condivisione dei pasti, siano in grado di migliorare la salute generale della popolazione. Lo studio in questione è stato realizzato dalla nutrizionista dell’Università di Bari, Elisabetta Bernardi, e il professore associato di Nutrizione umana dell’Università di Padova, Francesco Visioli. La ricerca ha analizzato le risposte infiammatorie degli individui partecipanti, i livelli di pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e i livelli di cortisolo. I risultati ottenuti provano l’esistenza di un legame diretto tra felicità, salute e longevità, seppure i meccanismi che regolano una tale relazione non siano ancora del tutto chiari.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

EGPA, GSK sostiene il Libro Bianco di APACS, per un’alleanza tra pazienti, clinici e istituzioni

GSK sostiene il Libro Bianco “Storie di vita con EGPA” di APACS, un progetto che dà voce ai pazienti e ai caregiver della Granulomatosi Eosinofilica con Poliangite. Il testo evidenz...
di Marco Landucci
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Consulte bloccate a Roma e Milano: “I diritti dei cittadini sospesi dalla politica”

Sofia Donato, componente del Direttivo della Consulta Cittadina Disabilità Roma, in un’intervista a Sanità Informazione: “Da giugno, i cittadini con disabilità non han...
di Isabella Faggiano