Lavoro e Professioni 1 Settembre 2014 17:27

Obbligo assicurativo, Asl esonerate e camici bianchi ora in balia delle polizze 

Piazza, presidente ACOI: "Si rischia aumento indiscriminato della medicina difensiva"
Obbligo assicurativo, Asl esonerate e camici bianchi ora in balia delle polizze 

Sarà il caos assicurativo: costi e rischi della medicina difensiva saliranno alle stelle”. La previsione di Diego Piazza, presidente dell’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani, è fosca.

Dal 16 agosto, infatti, non esiste più l’obbligo di assicurazione per le aziende sanitarie: “I medici – spiega Piazza – saranno costretti ad assicurarsi in proprio, ma le Asl, di fatto, non avranno l’obbligo di assicurarsi perché potranno scegliere forme di autoassicurazione. Questo comporterà che le compagnie assicurative non saranno interessate ad assicurare le Asl o, in alternativa, proporranno premi stratosferici. Di conseguenza le Asl ricorreranno sempre di più ad assicurazioni con franchigia o all’autoassicurazione, con pesanti conseguenze per pazienti e aziende sanitarie”.

Dopo l’introduzione dell’obbligo di stipulare una polizza assicurativa, dunque, arriva un’altra tegola per i medici italiani, che corrono il rischio di trovarsi ancora di più con le spalle scoperte: “Già oggi il costo della medicina difensiva, con i suoi 13 miliardi, è quasi pari ad una manovra finanziaria. La mancata assicurazione – sottolinea ancora il presidente di ACOI – costringerà i chirurghi a lavorare senza la necessaria serenità. Il ricorso alla medicina difensiva farà aumentare i periodi di degenza all’interno delle strutture ospedaliere, con conseguente diminuzione di posti letto. Il rischio di un pellegrinaggio tra diversi reparti diventerà più di un’ipotesi e molti saranno costretti a rivolgersi alle strutture private”.

Il rischio, conclude Piazza, è quello di “avere un Ssn per ricchi con assicurazione, che saranno operati dai pochi chirurghi assicurati, e un Ssn per poveri, operati dai molti chirurghi senza copertura ed interessati a difendersi dai rischi dell’intervento chirurgico piuttosto che difendere il paziente dalla patologia da cui è affetto”.

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