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Bologna, M5S: «Riconoscere l’estetica oncologica»

«La Regione Emilia-Romagna chieda al ministero della Salute di riconoscere la figura professionale in estetica oncologica». Ѐquesta la richiesta di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 stelle contenuta in una risoluzione che sarà discussa nelle prossime sedute dell’Assemblea legislativa. «Visto che ad una nostra interrogazione presentata qualche settimana fa, che chiedeva appunto l’inserimento dei tatuaggi medici tra i […]

«La Regione Emilia-Romagna chieda al ministero della Salute di riconoscere la figura professionale in estetica oncologica». Ѐquesta la richiesta di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 stelle contenuta in una risoluzione che sarà discussa nelle prossime sedute dell’Assemblea legislativa. «Visto che ad una nostra interrogazione presentata qualche settimana fa, che chiedeva appunto l’inserimento dei tatuaggi medici tra i servizi di assistenza ambulatoriale, la Giunta ha risposto specificando che non basta un semplice aggiornamento delle linee guida regionali per realizzare questo obiettivo, oggi chiediamo che la Regione ne metta al corrente il ministero della Salute – spiega Silvia Piccinini – . Questo tipo di tatuaggi, infatti – prosegue – sono fatti su persone che hanno subìto interventi importanti o a seguito di cicli di chemioterapia, trasformando così i clienti in veri e propri pazienti. Per questo, a nostro avviso, serve una maggiore attenzione per i livelli di sicurezza, puntando sulla formazione degli operatori e riconoscendo la figura professionale in estetica oncologica. E’ necessario avere una regolamentazione ad hoc in questo ambito – continua Silvia Piccinini – per eliminare così i rischi connessi all’utilizzo di materiali nocivi che potrebbero essere utilizzati al di fuori delle rete sanitaria ufficiale. Occorrere collegare questa figura professionale – conclude – con i professionisti delle rete oncologica per assicurare sinergia con questa nuova figura, che va sostenuta e implementata in tutte le strutture sanitarie pubbliche».

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