La Calabria è la Regione con l’incidenza più alta e tra i contagiati figurano anche 45 operatori sanitari. Un terzo dei pazienti ha sviluppato complicanze, tra cui tre casi di encefalite
Dall’inizio del 2025 in Italia sono stati notificati 459 casi di morbillo, di cui 27 solo a settembre. È quanto emerge dall’ultimo bollettino “Morbillo & Rosolia News” diffuso dall’Istituto superiore di sanità, che fotografa una situazione “contenuta”, spiegano gli esperti, ma che conferma una tendenza preoccupante: l’86,6% delle persone contagiate non era vaccinato. Il virus, altamente contagioso e tutt’altro che innocuo, continua a circolare soprattutto tra giovani adulti e bambini non immunizzati, con il rischio di gravi complicanze anche nei soggetti sani.
La fotografia dell’Iss: calabria prima per incidenza
I casi importati rappresentano il 15,3% del totale, cioè 70, ai quali si aggiungono altri 26 correlati. Le Regioni che hanno segnalato infezioni da morbillo nel 2025 sono 20, ma più della metà dei casi si concentra in cinque territori: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia. La Calabria è la Regione con l’incidenza più alta – 32,7 casi per milione di abitanti – seguita da Marche, Bolzano, Lazio e Sicilia. A livello nazionale, l’incidenza nel periodo gennaio-settembre è stata pari a 10,4 casi per milione di abitanti. L’età mediana delle persone contagiate è di 31 anni, con un caso su due nella fascia tra i 15 e i 39 anni. Tuttavia, il tasso più alto di incidenza resta quello dei bambini tra 0 e 4 anni: 55,2 casi per milione. Ventidue dei contagiati avevano meno di un anno, cioè un’età in cui la vaccinazione non è ancora prevista.
Operatori sanitari tra i contagiati
Tra i 459 casi segnalati, 45 riguardano operatori sanitari. Per 43 di loro è noto lo stato vaccinale: 33 non erano vaccinati, quattro avevano ricevuto una sola dose e sei risultavano immunizzati con due dosi.
Un dato che, sottolineano gli esperti, “richiama la necessità di garantire la vaccinazione tra i professionisti della salute, per proteggere se stessi e i pazienti più vulnerabili”.
Un terzo con complicanze, tre casi di encefalite
Il morbillo non è una malattia banale. Circa un terzo dei pazienti (30,9%) ha riportato almeno una complicanza, soprattutto epatite o aumento delle transaminasi e polmonite. Sono stati segnalati anche casi di diarrea, cheratocongiuntivite, insufficienza respiratoria, stomatite, trombocitopenia, otite e laringotracheobronchite. Tre persone, due adulti e un preadolescente, hanno sviluppato un’encefalite, una delle complicanze più gravi e potenzialmente fatali. Tutti e tre non erano vaccinati
“Vaccinarsi è l’unica protezione”
“La vaccinazione è l’unico strumento efficace per proteggersi dal morbillo e dalle sue complicanze” ribadiscono gli esperti dell’Istituto superiore di sanità. “Oltre a rafforzare la vaccinazione pediatrica di routine, è fondamentale recuperare la copertura tra adolescenti e adulti e assicurare che anche gli operatori sanitari suscettibili siano vaccinati”. Il consiglio è di verificare sempre il proprio stato vaccinale, soprattutto prima di intraprendere viaggi internazionali, quando la circolazione del virus può essere più elevata.
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