Il tema della Giornata Mondiale 2025 che si celebra oggi, 20 ottobre, vuole sensibilizzare l’intera popolazione sull’importanza di proteggere le ossa fin dall’infanzia per assicurare benessere e autonomia anche in età avanzata, promuovendo in particolare l’attività fisica
Il 20 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’osteoporosi, malattia caratterizzata da una progressiva riduzione e modificazione strutturale della massa ossea con compromissione della resistenza delle ossa che predispone a un aumentato rischio di fratture spontanee o indotte da minimi traumi, definite anche come fratture da fragilità.
I siti scheletrici maggiormente interessati dalle fratture da fragilità sono le vertebre, il femore prossimale, l’omero prossimale, il polso e la caviglia. In genere l’osteoporosi decorre asintomatica per anni e, se non ricercata attraverso esami specifici, viene spesso diagnosticata in occasione di una frattura oppure fortuitamente attraverso radiografie eseguite per altri motivi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha più volte richiamato l’attenzione sull’osteoporosi e sulle correlate fratture da fragilità, che hanno rilevanti conseguenze sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sanitari e sociali.
Il tema della Giornata Mondiale 2025, “It’s Unacceptable – Stop the neglect of bone health!” (“È inaccettabile – Basta trascurare la salute delle ossa!”), si propone da un lato di sensibilizzare l’intera popolazione sull’importanza di proteggere le ossa fin dall’infanzia per assicurare benessere e autonomia anche in età avanzata, promuovendo in particolare l’attività fisica (#MoveForYourBones – #MuovitiPerLeTueOssa); dall’altro, invita professionisti sanitari e decisori politici a dare priorità alla salute delle ossa, dalla prevenzione all’attivazione di servizi di assistenza post-frattura, valorizzando le tecnologie disponibili per la valutazione del rischio e la diagnosi precoce, oltre a un’ampia gamma di trattamenti efficaci.
Dati epidemiologici
L’osteoporosi è molto diffusa a livello globale; si stima, infatti, che oltre 500 milioni di persone, in prevalenza donne al di sopra dei 50 anni di età, siano affette da questa patologia e che annualmente si verifichino fino a 37 milioni di fratture da fragilità nelle persone di età pari o superiore a 55 anni (circa 70 fratture al minuto). Si stima che una donna su tre e un uomo su cinque di età superiore ai 50 anni possano andare incontro a una frattura da fragilità causata dall’osteoporosi e che fino all’80% delle persone con fratture osteoporotiche non abbia ricevuto una diagnosi né un trattamento specifico prima dell’evento fratturativo.
Nel nostro Paese si stima che l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Secondo l’indagine Multiscopo dell’ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” relativa all’anno 2023, il 7,7% della popolazione italiana (il 12,9% delle femmine e il 2,2% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 30,7% oltre i 74 anni (il 45,4% delle femmine e il 9% dei maschi).
I principali fattori di rischio
L’osteoporosi è caratterizzata da un’eziopatogenesi multifattoriale. I principali fattori di rischio modificabili sono la sedentarietà e l’insufficiente attività fisica, l’alimentazione non equilibrata povera di calcio e ricca di sale, il consumo rischioso e dannoso di alcol, l’abuso di caffeina, l’eccesso ponderale (sovrappeso e obesità), l’eccessiva magrezza, i disturbi del comportamento alimentare e il tabagismo.
Fattori di rischio non modificabili sono rappresentati dall’età, dal genere (le donne hanno una minore massa ossea rispetto agli uomini e la riduzione degli ormoni sessuali che si verifica con la menopausa determina una più rapida e precoce perdita di massa ossea) e dalla familiarità.
Cosa fare per prevenire e affrontare l’osteoporosi
Per evitare o ritardare l’esordio della patologia, che in genere insorge con l’avvento della menopausa nella donna e in età senile nell’uomo, la prevenzione primaria dell’osteoporosi deve iniziare fin dalle prime fasi della vita. Infatti, il tessuto osseo si sviluppa durante l’infanzia e l’adolescenza per raggiungere intorno ai 20-25 anni di età la densità minerale ossea massimale (definita come “picco di massa ossea”), il cui valore influenza la probabilità di manifestare in seguito l’osteoporosi. Dopo il raggiungimento del “picco” e sino alla menopausa nella donna e ai 65-70 anni nell’uomo, i processi di rimodellamento dell’osso rimangono in equilibrio, a meno che non siano presenti malattie, condizioni o terapie farmacologiche particolari.
Successivamente il riassorbimento osseo tende a prevalere sulla formazione di nuovo osso e lo scheletro inizia a perdere minerali con conseguente riduzione della massa ossea. Pertanto una crescita ossea non ottimale nelle prime fasi della vita incide negativamente sulla salute dello scheletro quanto la perdita di massa ossea in età più avanzata.
Con l’insorgenza della menopausa nelle donne e dopo i 70 anni negli uomini è utile rivolgersi al proprio medico per una valutazione delle condizioni delle ossa. L’identificazione precoce dell’osteoporosi può consentire, infatti, l’attuazione di misure finalizzate al rallentamento o all’arresto della malattia e alla prevenzione delle fratture da fragilità, eventualmente ricorrendo, ove necessario secondo il giudizio del medico, a farmaci che permettono di aumentare la densità dello scheletro, tenendo conto del genere, dell’età, della gravità dell’osteoporosi, della presenza di ulteriori fattori di rischio (per esempio il rischio di cadute) e delle comorbilità del paziente.
Un controllo periodico andrebbe poi sempre effettuato in quei pazienti affetti da particolari patologie o che assumono nel medio-lungo periodo farmaci che possono causare osteoporosi.
Per proteggere la salute delle ossa è necessario:
Iniziative sull’osteoporosi
Per favorire un approccio sistematico complessivo alla malattia, con Accordo Stato-Regioni del 10 maggio 2018 è stato adottato il documento recante “Una strategia di intervento per l’osteoporosi”, che fornisce elementi di indirizzo volti al raccordo e al coordinamento programmatico degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura dell’osteoporosi e delle sue complicanze, in un’ottica di integrazione e valorizzazione delle competenze e professionalità coinvolte.
In attuazione del citato Accordo e del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, il Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2021-2025 della Regione Marche, adottato con DGR n.1640 del 28 dicembre 2021, prevede un programma specifico sull’osteoporosi e le fratture da fragilità (Programma libero PL13 – “Prevenire e prendersi cura: il PPDTA dell’Osteoporosi e delle fratture da fragilità quale Modello partecipativo regionale per il management delle patologie croniche”), di cui è in corso l’attuazione e il relativo monitoraggio.
Su questa patologia il Ministero della salute – Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) ha finanziato, nell’ambito del programma CCM 2023, un progetto dal titolo “Sviluppo di un Servizio per la preVenzione e riduziOne delLe fratTure da frAgilità (Acronimo: SVOLTA)”, di cui sono in corso le attività. Obiettivo generale del progetto è quello di ottimizzare i servizi Fracture Liaison Service (FLS) con l’introduzione di un nuovo modello di monitoraggio dello stato di salute del sistema muscoloscheletrico, della qualità dell’osso, del rischio di frattura e dell’occorrenza di fratture da fragilità nei pazienti fragili che hanno subito una frattura primaria e in donne in gravidanza e allattamento, al fine di migliorare il percorso di continuità assistenziale del paziente, ridurre le fratture da fragilità e i costi per il SSN.
Con Accordo Stato-Regioni del 7 novembre 2024 sono state adottate le “Linee di indirizzo sull’attività fisica. Revisione delle raccomandazioni per le persone con diabete mellito e per le persone sottoposte a trapianto e nuove raccomandazioni per le persone con patologie muscolo-scheletriche”, che aggiornano le indicazioni già esistenti per le persone con diabete mellito e per quelle trapiantate e introducono nuove raccomandazioni per promuovere e incentivare l’attività fisica nelle persone affette da malattie muscolo-scheletriche, un insieme eterogeneo di patologie in aumento anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, dedicando un focus specifico all’osteoporosi. Il documento adottato rappresenta, in continuità con i precedenti del 2019 (“Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”) e del 2021 (“Linee di indirizzo sull’attività fisica. Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie”), uno strumento operativo a supporto di decisori, operatori sanitari e non sanitari e di tutti gli stakeholder coinvolti nella promozione dell’attività fisica, per favorire sinergie e interventi volti a incrementarne i livelli nelle persone affette dalle citate patologie, sottolineando al contempo l’importanza di programmi personalizzati, basati su un’integrazione multidisciplinare tra diverse figure professionali.