Salute 1 Agosto 2025 12:56

Citomegalovirus in gravidanza: ecco perché può colpire anche donne già immuni

A fare luce è lo studio CHILd, uno dei più ampi a livello internazionale, che ha analizzato circa 10mila gravidanze
Citomegalovirus in gravidanza: ecco perché può colpire anche donne già immuni

Il Citomegalovirus (CMV) è tra le principali cause di sordità congenita e ritardi nello sviluppo psicomotorio nei neonati. Un aspetto che ha a lungo attirato l’attenzione della comunità scientifica riguarda la possibilità che il virus possa infettare il feto anche quando la madre è già entrata in contatto con il virus prima della gravidanza, cioè in donne apparentemente immuni. A fare luce su questo interrogativo è lo studio CHILd, uno dei più ampi a livello internazionale, che ha analizzato circa 10mila gravidanze. La ricerca, promossa dalla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia in collaborazione con altri dieci ospedali lombardi e finanziata dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), sarà presto pubblicata sulla rivista Lancet Microbiology.

Un virus silenzioso ma pericoloso

Il Citomegalovirus è un virus molto comune e spesso asintomatico, che rimane latente nell’organismo per tutta la vita. Tuttavia, in condizioni di indebolimento del sistema immunitario, come nei pazienti trapiantati o durante la gravidanza, può riattivarsi. L’infezione congenita da CMV interessa circa un neonato ogni 150, con complicanze permanenti in un caso su sei. “Sapevamo che nelle donne non immuni che contraggono il CMV in gravidanza il rischio di trasmissione al feto è elevato (tra il 30 e il 40%), mentre nelle donne già immuni questo rischio è molto più basso (meno del 3%) – spiega Daniele Lilleri, microbiologo del Policlinico San Matteo e primo autore dello studio –. Rimaneva però un mistero cosa accadesse nei casi rari in cui anche donne apparentemente protette trasmettono il virus al feto”.

Le risposte dello studio CHILd

I risultati dello studio indicano che in alcune donne con precedente esposizione al CMV, la risposta immunitaria non è sufficientemente efficace a prevenire l’infezione fetale. “In particolare – sottolineano Fausto Baldanti, direttore della SC Microbiologia e Virologia, e Daniele Lilleri – abbiamo riscontrato un numero ridotto di linfociti T della memoria, che sono essenziali per una risposta rapida ed efficace. Inoltre, gli anticorpi neutralizzanti da soli non bastano a proteggere il feto. Nei casi di infezione congenita, gli anticorpi materni mostrano una minore capacità di attivare le cellule Natural Killer, che sono cruciali per il contrasto al virus”.

Una scoperta che apre la strada ai vaccini

Per la prima volta, lo studio identifica con precisione i difetti del sistema immunitario che permettono al CMV di infettare il feto in donne che sembrano già protette. Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per migliorare diagnosi e prevenzione in gravidanza e orientare lo sviluppo di vaccini efficaci contro il CMV. Lo studio individua infatti le caratteristiche della risposta immunitaria che un vaccino dovrebbe stimolare per prevenire l’infezione fetale.

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Contributi e Opinioni

Partecipazione, prossimità, prevenzione e diritti. Il nostro augurio ai lettori per il nuovo anno

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti buone feste e dà appuntamento al 7 gennaio 2026
di Corrado De Rossi Re
Salute

Fibromialgia: allo studio montagna, mindfulness e nordic walking come terapie

E' appena partito all'Ospedale Niguarda di Milano un progetto sperimentale per offire ai pazienti con fibromialgia terapie complementari come immersioni nella natura, sessioni alle terme, mindfulness ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

3 dicembre: nasce il nuovo Piano nazionale per i diritti delle persone con disabilità

In occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, il Governo presenta un Piano strategico che punta su inclusione, accessibilità e partecipazione
di Redazione
Prevenzione

Vaccini mRNA: benefici anche oltre il COVID, mortalità generale ridotta del 25%. Studio su 29 milioni di Francesi

Pubblicato su JAMA Network Open. Nessun aumento del rischio di mortalità, anzi una riduzione del 25% anche per cause non legate al COVID
di Corrado De Rossi Re