Salute 30 Luglio 2025 12:50

Fibromialgia: trattamento in ambiente virtuale immersivo diminuisce il dolore

È possibile ridurre il dolore cronico provocato dalla fibromialgia attraverso la respirazione profonda insegnata ed eseguita in un ambiente virtuale immersivo. Lo dimostra uno studio condotto dall’Università di Udine
Fibromialgia: trattamento in ambiente virtuale immersivo diminuisce il dolore

È possibile ridurre il dolore cronico provocato dalla fibromialgia attraverso la respirazione profonda (diaframmatica) insegnata ed eseguita in un ambiente virtuale immersivo. Lo dimostra uno studio pilota condotto dall’Università di Udine con l’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc). La percezione del dolore viene mitigata grazie all’applicazione ideata dall’ateneo che fa vivere un’esperienza rilassante e attiva, con un controllo in tempo reale dei parametri fisiologici. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Acr Open Rheumatology.

Un nuovo approccio per migliorare la qualità della vita dei pazienti con fibromialgia

Lo studio ha coinvolto 20 pazienti. Dieci del gruppo sottoposto a cinque sessioni dell’ambiente virtuale. E 10 del gruppo di controllo, cioè non trattato inizialmente, utilizzato per comparare e valutare l’impatto terapeutico dell’esperienza immersiva. Al termine, il gruppo trattato ha registrato un miglioramento complessivo del dolore del 51% rispetto al gruppo di controllo e del 40% nell’impatto della fibromialgia sulla qualità della vita. Il disegno del protocollo è stato ideato per sperimentare la realtà virtuale in tutti e venti i pazienti, applicando la realtà virtuale in tempi diversi ad entrambi i gruppi.

Il funzionamento del “trattamento” immersivo

Il laboratorio dell’ateneo friulano ha creato un’esperienza nella quale i pazienti, indossando un casco, si immergono in un mondo di tipo “fantasy”, nel quale si svolge una storia fantastica a lieto fine. Inoltre, indossano dei sensori fisiologici che misurano la respirazione, l’attività cardiaca e la conduttanza della pelle. L’applicazione mappa questi parametri fisiologici negli eventi che accadono nel mondo fantasy. L’esperienza è poi strutturata come una serie di episodi legati a una narrativa che il paziente fa evolvere attraverso dei cambiamenti della propria fisiologia. Questi cambiamenti si ottengono con una tecnica di respirazione lenta e profonda. “Quindi – spiega Luca Chittaro, direttore del laboratorio – se la persona applica bene la tecnica di respirazione controllata insegnata nella realtà virtuale, la storia evolve e il mondo virtuale diventa più bello, anche graficamente, rinforzando l’apprendimento della tecnica per far diminuire la percezione del dolore“.

Il potenziale della realtà virtuale nel trattamento della fibromialgia

Lo studio, sottolinea Luca Quartuccio, che dirige anche la Scuola di specializzazione in Reumatologia dell’Università di Udine “dimostra la fattibilità e il promettente potenziale della realtà virtuale immersiva per il trattamento della fibromialgia e suggerisce che questa applicazione può migliorare l’efficacia del biofeedback, cioè dei parametri di tensione muscolare, pressione e frequenza cardiaca del paziente, favorendo un’esperienza più coinvolgente e rilassante. I nostri risultati, sebbene preliminari, supportano il riconoscimento formale da parte della Food and drug adrministration (Fda) statunitense del campo emergente delle terapie immersive, incoraggiando l’uso dell’esperienza virtuale immersiva nel trattamento del dolore muscoloscheletrico cronico”.

Necessario un approccio multidisciplinare che integri interventi non farmacologici

Infatti, questa applicazione utilizzata nella ricerca, spiega Chittaro, “fa parte di una serie di sistemi di realtà virtuale realizzati nello Human-Computer Interaction Lab che appartengono a una nuova area di ricerca internazionale chiamata “Immersive Therapeutics”, cioè l’uso della realtà virtuale da parte dei pazienti per trattare problematiche specifiche”. D’altra parte, evidenzia Quartuccio, “la gestione del dolore cronico muscoloscheletrico in generale e del dolore nociplastico, cioè causato da un’alterazione nella percezione e nell’elaborazione del dolore da parte del sistema nervoso centrale, in particolare della fibromialgia, richiede sempre più un approccio multidisciplinare integrando le innovazioni tecnologiche e gli interventi non farmacologici. L’utilizzo della realtà virtuale immersiva rappresenta una nuova frontiera in questo contesto clinico, potendo sintetizzare diversi approcci alternativi al farmaco: meditazione, biofeedback, respirazione diaframmatica e “gamification” dell’intervento terapeutico attraverso l’esercizio fisico eseguito in ambiente virtuale con story telling e coach virtuale”.

 

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