Advocacy e Associazioni 19 Giugno 2025 15:52

In Italia oltre 500mila persone convivono con un tumore del sangue

In occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, l'Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma fa il punto sulla terapie, l'assistenza e la ricerca
In Italia oltre 500mila persone convivono con un tumore del sangue

In Italia sono più di 500mila le persone che convivono con una neoplasia del sangue. Ogni anno si aggiungono circa 30mila nuove diagnosi, un dato che fotografa una condizione in costante evoluzione. I numeri parlano chiaro e raccontano una realtà in cui la ricerca scientifica ha radicalmente cambiato il panorama delle cure: le possibilità di guarigione sono in aumento e, in molti casi, è possibile convivere con la malattia per lunghi periodi mantenendo una buona qualità della vita. In questo contesto, diventano prioritari due obiettivi: offrire un sostegno concreto ai pazienti ematologici e garantire l’accesso a terapie sempre più innovative ed efficaci. Traguardi raggiungibili grazie al lavoro sinergico tra l’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (Ail), le società scientifiche e gli enti impegnati nella lotta contro i tumori ematologici. Di questo e altro si è discusso oggi a Roma in occasione ella conferenza stampa dedicata alla Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma.

L’impatto dell’Ail nella ricerca clinica e nella vita dei pazienti

L’impatto dell’Ail nella ricerca clinica e nella vita quotidiana di migliaia di pazienti ematologici e delle loro famiglie è tangibile. Solo nell’ultimo anno, Ail Nazionale e le sue sezioni provinciali hanno finanziato 157 progetti di ricerca scientifica. Un impegno che ha sostenuto studi innovativi finalizzati a comprendere meglio i meccanismi alla base dei tumori del sangue, a favorire diagnosi sempre più precoci e accurate, a migliorare la gestione clinica dei pazienti e a sviluppare nuove terapie efficaci. Oltre a questo, sono stati erogati assegni di ricerca e borse di studio a giovani ricercatori e sono stati supportati laboratori di ricerca clinica e sperimentale su tutto il territorio nazionale.

Dalle terapia Car-T al trial sull’attività fisica nei pazienti con tumore del sangue

Nel 2025 Ail rafforza ulteriormente il proprio impegno: tra i progetti in programma figurano studi avanzati sulle terapie Car-T, ricerche internazionali su leucemie e mielodisplasie, e il primo vero trial clinico sull’attività fisica nei pazienti ematologici. A questi si affiancano i consueti finanziamenti destinati alle principali società scientifiche ed enti di ricerca del settore (Sie, Sies, Fil, Gitmo e Airop) a conferma di una strategia sempre più orientata verso le nuove frontiere della cura e del miglioramento della qualità di vita.

Ricerca scientifica, innovazione terapeutica e assistenza ai pazienti

“Negli anni – spiega il presidente nazionale Ail, Giuseppe Toro – anche grazie al costante sostegno economico della nostra Associazione alla Ricerca, le terapie per la cura delle leucemie, dei linfomi e del mieloma sono diventate sempre più mirate ed efficaci e siamo convinti che molte altre cure arriveranno, capaci di curare forme di tumore finora difficili da trattare e di offrire una qualità di vita sempre migliore ai pazienti”.

La ricerca scientifica è uno dei pilastri di Ail

“Ail, oltre a sostenere in molti modi l’assistenza ai pazienti e ai loro famigliari – afferma il presidente del Comitato Scientifico Ail e professore di Ematologia Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, William Arcese – da sempre promuove la ricerca scientifica per la cura delle leucemie, dei linfomi e del mieloma. Nel campo dell’Ematologia neoplastica sono numerose ed estremamente promettenti le acquisizioni clinico-terapeutiche sviluppatesi nel corso degli anni, e il contributo di Ail alla ricerca risulta particolarmente ampio e ramificato”.

Tre grandi classe di terapie contro il mieloma multiplo

Il mieloma multiplo riguarda prevalentemente le persone anziane over 70 e le nuove diagnosi nel 2024 sono state circa 6.700. “Oggi – evidenzia Michele Cavo, professore di Ematologia Alma Mater Studiorum Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università degli Studi di Bologna e presidente Working Party Mieloma Multiplo Gimema – la cura del mieloma multiplo può contare su un’ampia gamma di trattamenti, rappresentati da farmaci biologici che, nel corso degli anni, si sono articolati in tre grandi classi: gli inibitori del proteasoma, gli immunomodulanti e, più recentemente, gli anticorpi monoclonali. Inoltre, è disponibile la terapia Car-T ide-cel, indicata per i pazienti con malattia in progressione dopo almeno tre precedenti terapie. Recentemente, Ema ha autorizzato l’immissione in commercio di questo e di un altro prodotto, non disponibile in Italia, in fasi più precoci. Questa estensione rappresenta un significativo avanzamento terapeutico. È auspicabile che entrambe possano essere offerti ai pazienti nella nuova indicazione, non appena sarà concluso il processo approvativo di Aifa”.

L’evoluzione delle terapie contro la leucemia mieloide acuta

Nel 2024 si sono registrati circa 2.600 casi di leucemia mieloide acuta e circa 4.000 casi di mielodisplasie che riguardano in maggioranza over 65. Sono tumori aggressivi e spesso curabili. “Oggi, sono disponibili terapie efficaci che consentono di ottenere buone remissioni e anche, migliorando le condizioni cliniche, rendere il paziente candidabile al trapianto allogenico, cioè ad un percorso terapeutico potenzialmente curativo”, dice Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore di Dipartimento di oncologia, Ematologia e Anatomia Patologica, Università Federico II di Napoli, direttore Uoc Ematologa e Trapianti di Midollo, Aou Federico II di Napoli.

La qualità della vita dei pazienti sempre più al centro

Nel 2025 Ail finanzierà “LabNet per le leucemie mieloide acute e per le mielodisplasie'”, progetto che ha una valenza strategica trattandosi di un’iniziativa nazionale. Le malattie ematologiche rare, come le leucemie, colpiscono infatti piccoli gruppi di pazienti e richiedono indagini complesse, eseguibili esclusivamente in laboratori altamente specializzati e attrezzati. Negli ultimi anni, la qualità della vita è diventata un parametro sempre più centrale nella valutazione dei trattamenti oncologici, affiancandosi agli indicatori tradizionali come la sopravvivenza e la risposta alla terapia.

Importante includere i dati riportati dai pazienti

“Oggi – le parole di Fabio Efficace, responsabile Health Outcomes Research Unit e Chair Working Party Quality of Life, Gimema Franco Mandelli –  è fondamentale includere i dati riportati direttamente dai pazienti che vengono raccolti attraverso questionari sulla qualità della vita. Questi strumenti devono essere validati scientificamente e rispondere a criteri rigorosi, perché forniscono informazioni uniche, che non possiamo ottenere in nessun altro modo. Il dato ‘soggettivo’ è cruciale: solo grazie a esso possiamo comprendere l’impatto di una terapia, non solo in termini di efficacia clinica, ma anche di effetti collaterali percepiti, benessere complessivo e qualità della vita. Avere queste informazioni consente ai clinici di poter scegliere il farmaco migliore, non solo per quanto riguarda l’efficacia, ma anche per come la persona vive la terapia”.

Da immunoterapie e farmaci biologici nuove opportunità di cura

Negli ultimi anni, l’immunoterapia e i farmaci biologici hanno trasformato l’approccio terapeutico in ematologia. Grazie all’efficacia e minore tossicità, offrono nuove opportunità di cura, migliorando significativamente la qualità di vita dei pazienti e aprendo la strada a combinazioni sempre più mirate e innovative. “L’immunoterapia – dichiara il vicepresidente della Sie, professore di ematologia presso l’Università di Catania e Direttore Uoc di Ematologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Rodolico Catania, Francesco Di Raimondo – rappresenta oggi il caposaldo dell’innovazione in ematologia, grazie alla bassa tossicità e all’efficacia potenziata, i farmaci possono essere usati in combinazione fra di loro o anche con la chemioterapia. Tra le soluzioni più promettenti ci sono gli anticorpi bispecifici e le Car-T, una terapia altamente personalizzata, anche se più complessa da gestire”.

 

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