Salute 6 Giugno 2025 12:44

Giornata del parto a domicilio, Vaccari (FNOPO): “Riservato a gravidanze a basso rischio”

La Presidente della FNOPO chiede chiarezza normativa, omogeneità territoriale dei servizi e maggiori strumenti informativi per le future mamme, affinché questa scelta di cura sia veramente accessibile e sicura per tutte
Giornata del parto a domicilio, Vaccari (FNOPO): “Riservato a gravidanze a basso rischio”

Oggi, 6 giugno 2025, si celebra la Giornata Internazionale del parto a domicilio. La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) ha scelto questa data per richiamare l’attenzione su una pratica che, seppur ancora poco diffusa in Italia, resta una valida opzione per le donne con gravidanza a basso rischio. Secondo i dati del CeDAP (Certificato di Assistenza al Parto), nel 2020 circa lo 0,12 % delle donne italiane ha partorito in casa. Nel 2021, grazie anche a fattori legati alla pandemia, la percentuale ha raggiunto lo 0,15 % . Pur rappresentando una piccola parte delle nascite complessive, questo dato segnala l’interesse crescente verso un approccio diverso al percorso nascita.

Chi non può partorire in casa

“Il parto domiciliare – chiarisce Silvia Vaccari, presidente della FNOPO – è riservato a gravidanze considerate a basso rischio. Non possono accedervi donne con precedenti cesarei, patologie materne importanti come preeclampsia o cardiopatie, gemellarità, placenta anomala o difetti fetali che potrebbero richiedere assistenza specialistica immediata. Solo in presenza di gravidanza singola, presentazione cefalica e assenza di complicanze si può procedere, dopo valutazione specialistica, anche quando si riscontrano condizioni quali diabete gestazionale o streptococco di gruppo B”.

Cosa dice la ‘legge’

La normativa richiede che la donna che sceglie il parto a domicilio sia assistita da almeno due ostetriche libere professioniste, dotate di formazione in rianimazione neonatale e con esperienza specifica nel setting domestico. Queste professioniste devono incontrare la coppia entro la 32ª settimana di gravidanza e garantire la loro reperibilità 24 ore su 24 a partire dalla 37ª settimana fino a una settimana dopo il parto. “Al momento del travaglio – continua Vaccari  – è previsto un contatto immediato con il reparto ostetrico e neonatologico dell’ospedale più vicino, che deve essere raggiungibile in non più di 30 minuti, in modo da garantire interventi tempestivi in caso di emergenza”.

Le Ragioni capofila

Da sottolineare anche il ruolo delle regioni che hanno attivato convenzioni con il Servizio Sanitario Nazionale per rendere il parto a domicilio più accessibile. Tra queste figurano Piemonte, Emilia‑Romagna, Marche, Lazio e le province autonome di Trento e Bolzano. Alcune Ausl – come quelle di Torino, Reggio Emilia e Modena – offrono servizi gratuiti o parzialmente rimborsati. Tuttavia, la copertura regionale rimane frammentata e la parzialità del rimborso può scoraggiare molte coppie, soprattutto dal punto di vista economico. Dei benefici del parto domiciliare si parla anche sul fronte culturale: “Scegliere di partorire a casa spesso nasce dal bisogno di sentirsi accolte, rispettate e seguite in modo personalizzato – aggiunge la Presidente della FNOPO -. L’opzione può essere sicura se supportata da un’adeguata preparazione, assistenza qualificata e un sistema capace di intervenire rapidamente in caso di complicazioni”.

Serve chiarezza normativa

In conclusione, la pratica del parto a domicilio in Italia è regolata in modo rigoroso, limitata a contesti selezionati e garantita da presidi sanitari competenti. La sua diffusione resta contenuta, ma in leggero aumento, soprattutto dove le infrastrutture e i rimborsi regionali rendono questa scelta una possibilità concreta. Per questo, la presidente Vaccari e la FNOPO continuano a chiedere “chiarezza normativa, omogeneità territoriale dei servizi e maggiori strumenti informativi per le future mamme, affinché questa scelta di cura sia veramente accessibile e sicura per tutte. Da non trascurare nemmeno il supporto alla autodeterminazione della donna chiamata a scegliere dove partorire, con chi partorire e in che modo partorire”, concludono.

 

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