È iniziata la ‘European Testing Week’ (Etw): fino al 26 maggio, in tutta Europa, si svolgeranno numerose iniziative per sensibilizzare le popolazioni sull’importanza di eseguire i test per Hiv, epatiti virali e altre infezioni sessualmente trasmissibili (Ist). “Testare, trattare, prevenire – test, treat, prevent” è lo slogan di questa vastissima e corale iniziativa, che costituisce una delle più importanti mobilitazioni mondiali per la salute pubblica. Lo ricorda l’associazione Lila, la Lega italiana per la lotta contro l’Aids, che partecipa all’iniziativa rafforzando l’offerta dei propri servizi di testing, attivi, comunque, tutto l’anno.
Indetta da Eurotest iniziative, la Settimana europea del test si svolge due volte l’anno e vede oltre cinquanta Paesi della regione europea dell’Oms unire gli sforzi per offrire a quante più persone possibile l’accesso al test in modalità anonima e gratuita e per sensibilizzare sull’importanza di una diagnosi precoce. Scopo della mobilitazione è anche sollecitare le istituzioni a moltiplicare l’offerta di test, eliminando le barriere che ne impediscono un ricorso più ampio (mancato rispetto dell’anonimato, ambienti ostili e giudicanti, discriminazioni, burocrazia, costi ecc). A sostenere e a partecipare sono centinaia di realtà dei servizi sanitari pubblici e privati, associazioni, comunità.
“In caso di infezione – evidenzia la Lila il test permette una diagnosi precoce e un tempestivo accesso alle terapie esistenti. I trattamenti farmaceutici di cui disponiamo sono oggi in grado di preservare al meglio la salute di chi abbia contratto questi virus; al contrario, non essere consapevoli di aver contratto tali infezioni, spesso tra loro concomitanti, può comportare rischi molto gravi per le persone ma anche per la collettività perché chi non conosce il proprio stato sierologico rischia, inconsapevolmente, di trasmettere gli eventuali virus ai/alle propri/e partner sessuali. Nel caso dell’HIV i trattamenti farmacologici disponibili permettono, nella quasi totalità dei casi, di ridurre la quantità di virus nel sangue a livelli talmente bassi (soppressione virologica) da rendere il virus non trasmissibile, anche in caso di rapporti sessuali non protetti dal preservativo”, conclude l’associazione.
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