Long Covid 16 Marzo 2023 10:16

Fibromialgia nel long Covid: ne soffre il 26% delle donne

Una ricerca israeliana dimostra che il 15% dei pazienti affetti da long Covid soffre di fibromialgia. La percentuale sale al 26% se si considera il solo genere femminile. Cuomo (anestesista): «La fibromialgia può comparire nei pazienti che soffrono di stress post traumatico, disturbo associato al Covid-19»

Fibromialgia nel long Covid: ne soffre il 26% delle donne

Si allunga la lista delle patologie da long Covid: il 15% dei pazienti affetti dal virus Sars-CoV-2, nei mesi successivi all’infezione, ha sviluppato la fibromialgia. La percentuale sale al 26% se si considera il solo genere femminile. A dimostrare la stretta correlazione tra Covid-19 e fibromialgia è un recente studio israeliano: «Le mialgie sono, già da tempo, annoverate tra i disturbi della sindrome da long Covid», spiega a Sanità Informazione Arturo Cuomo, direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli.

Lo studio

«Si tratta di un dolore che può localizzarsi in uno o in più muscoli, che appaiono contratti e dolenti se toccati o utilizzati – continua l’anestesista -. Lo studio israeliano, anche se effettuato su un campione piuttosto ridotto di pazienti, circa 200, non solo conferma la correlazione tra l’infezione da Sars-CoV-2 e le mialgie, ma evidenzia un maggiore incidenza di una particolare forma di mialgia, ovvero la fibromialgia». A studiare la possibile relazione tra Covid-19 e fibromalgia sono stati i ricercatori dello Sheba Medical Center in Israele. Lo studio, pubblicato di recente su PLOS One, analizza 198 pazienti ricoverati per Covid-19 nel 2020: è emerso che l’87% ha avuto almeno un sintomo correlato alla fibromialgia dopo essere guarito dall’infezione, il 15% ha sviluppato la sindrome nei cinque mesi successivi. Fra le donne l’incidenza è stata del 26%, sei volte maggiore rispetto alla popolazione generale. I sintomi più comuni, presenti ciascuno in oltre un caso su due, sono stanchezza, disturbi del sonno e dolori muscolari e articolari.

La fibromialgia

Molto più comune tra le donne, colpite in 9 casi su 10, la fibromialgia è una sindrome caratterizzata da stanchezza e soprattutto dolore diffuso a muscoli e articolazioni. Ne esiste anche una forma giovanile che affligge dal 2 al 6% di bambini e adolescenti. «Non di rado è definita “malattia invisibile” – aggiunge Cuomo, poiché, spesso, trascorrono anni prima che si arrivi ad una diagnosi. In Italia ne soffrono circa 2 milioni di persone, ma non è escluso che la cifra possa essere sottostimata, non solo perché si tratta una patologia difficile da diagnosticare, ma anche perché il registro nazionale che ne raccoglie tutti i casi è piuttosto recente».

Una patologia dalle cause ignote

La fibromialgia, inizialmente associata esclusivamente alla sfera psichica, è solo da tempi molto recenti considerata e riconosciuta come patologia reumatica extra-articolare. «Tuttavia – sottolinea lo specialista – non c’è alcuna certezza su quale siano le cause scatenanti. Sono noti alcuni fattori di rischio: è stato osservato, ad esempio, che la fibromialgia può comparire nei pazienti che soffrono di disturbo da stress post traumatico». Un’osservazione che spiegherebbe anche la correlazione con l’infezione da Sars-CoV-2: «Non sarebbe il Covid-19 a causare in modo diretto la fibromialgia, ma il disturbo da stress post traumatico che ne deriva», evidenzia Cuomo.

I sintomi della fibromialgia

Il sintomo cardine è il dolore cronico, riferito come una sorta di tensione muscolare localizzata in alcune zone, come collo, spalle, schiena e gambe, oppure diffuso. «Il dolore può diventare disabilitante e spesso si associa a stanchezza, disturbi del sonno e altri sintomi fra cui ansia e depressione che, in passato, hanno portato a considerare la fibromialgia come una somatizzazione di disagi psichici che, invece, ne sono una conseguenza. Pur non essendo note le cause – spiega Cuomo – oggi esistono criteri diagnostici condivisi: è molto importante escludere altre malattie che possano essere causa del dolore e degli altri sintomi. È necessario valutare la storia del paziente e, soprattutto, la durata del dolore e i trigger points, ovvero i punti dolenti che nel paziente con fibromialgia sono almeno 11 su 18 punti chiave totali».

I trattamenti

Una diagnosi corretta e tempestiva permette di offrire cure adeguate, in grado di garantire una buona qualità di vita: «Recenti studi hanno dimostrato che il dolore cronico, se non trattato, può alterare le aree cerebrali deputate all’elaborazione del dolore, zone connesse alla regolazione ed elaborazione delle emozioni. È perciò importante prendere in carico questi pazienti in maniera da evitare che possano sviluppare malesseri psichici ed emotivi, a causa del vissuto negativo indotto dalla sindrome», sottolinea lo specialista.

Un approccio multidisciplinare

Per questo, l’approccio per il trattamento della fibromialgia deve essere multidisciplinare e comprendere sia la sfera fisica che quella psichica. «La terapia può includere anche miorilassanti e antidolorifici, ma i trattamenti sono per lo più non farmacologici e soprattutto personalizzati, con interventi sullo stile di vita, educativi e psicoterapeutici. Purtroppo la fibromialgia non è inclusa nell’elenco delle patologie croniche e quindi nei LEA: i pazienti non hanno diritto a esenzioni per visite, esami e terapie e questo complica non poco la gestione della sindrome, per la quale sarebbe importante creare percorsi adeguati così da ridurre i tempi per la diagnosi e – conclude Cuomo – garantire una presa in carico assistenziale adeguata in centri con esperienza nel campo».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...