Salute 2 Novembre 2022 09:42

Cos’è la DECT: l’evoluzione della TAC che rende più facile scoprire cellule malate

La DECT è l’evoluzione della TAC. In Italia è ancora un esame di nicchia non rimborsato dal SSN. Luca Maria Sconfienza (Responsabile UO Radiologia IRCCS Galeazzi – Sant’Ambrogio) «Possibile indagare anche l’attività cardiaca, separa lo iodio dai tessuti, permette di ottenere più informazioni con meno radiazioni»

Cos’è la DECT: l’evoluzione della TAC che rende più facile scoprire cellule malate

Nell’anno delle 50 candeline della TAC, la diagnostica per immagine fa un passo avanti con la DECT, acronimo di tomografia computerizzata a doppia immagine, che permette di avere immagini sempre più dettagliate in grado di scoprire anche le più piccole anomalie. Questa tecnica di immagine emergente consiste nell’acquisizione di due serie di dati separati che utilizzano e combinano insieme raggi X a basso e alto kilovoltaggio.

«Già utilizzata nella MOC per indagare l’osteoporosi, questo nuovo approccio è di fatto una metodica più avanzata che permette di migliorare le capacità diagnostiche del liquido di contrasto. Questo può essere analizzato anche separatamente dalle immagini corporee e in maniera più dettagliata rispetto alla TAC tradizionale – introduce il tema il professor Luca Maria Sconfienza, responsabile UO Radiologia diagnostica e interventistica dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio e docente dell’Università di Milano -. La DECT, grazie all’assorbimento non lineare dei raggi X da parte dei diversi atomi, riesce infatti a fare una valutazione quasi a livello microscopico dei costituenti del corpo umano e del mezzo di contrasto».

DECT: immagini sempre più reali con metà radiazioni

Una delle caratteristiche principali di questa tecnica è la possibilità di individuare la consistenza degli organi e di separare il mezzo di contrasto a base di iodio dai tessuti in modo automatico. «Se facciamo una TAC si procede prima senza, poi con mezzo di contrasto e si vede come impregna i vari organi – spiega lo specialista -. Questo implica una doppia radiazione, mentre con la DECT si può decidere in alcuni casi di procede subito all’esame con contrasto e poi di fare una elaborazione successiva delle immagini senza contrasto, fornendo quindi al paziente una dose di radiazioni nettamente ridotta. Non solo, la tomografia computerizzata a doppia immagine permette poi di fare delle mappe quantitative per vedere dove si accumula il liquido di contrasto».

Perché per il cuore è una conquista

Gli ambiti più indicati di utilizzo della DECT sono: oncologico, reumatologico e cardiaco. In particolare, la DECT nell’imaging cardiaco offre un migliore contrasto dell’immagine, riduzione di immagini non significative e possibilità di ridurre alcuni elementi per una migliore interpretazione del risultato diagnostico. «È molto utile per indagare pazienti portatori di impianto metallico come stent coronarico perché è possibile ridurre al minimo gli artefatti, migliorando la visibilità del lume coronarico e di quello interno allo stent – aggiunge Sconfienza –; così come nella ricerca di cristalli che sono espressione di alcune malattie metaboliche come la gotta. In tal caso grazie alla DECT si individuano i depositi di cristalli, si quantificano e si monitorano le eventuali evoluzioni nel tempo».

Oggi analisi di nicchia, ma il futuro è già qui

La tecnica si conosce da anni, ma la fattibilità di impiego della tomografia computerizzata a doppia energia è ancora ridotta. «Purtroppo, nonostante l’innovazione e l’utilità riconosciuta: dura pochi minuti e rispetto alla Tac di prima generazione non richiede un esborso maggiore di denaro, il Servizio Sanitario Nazionale ancora non prevede la rimborsabilità dell’esame – ammette il responsabile della Radiologia diagnostica e interventistica dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio -, ma il futuro va in questa direzione, anche perché non ha controindicazioni per i pazienti rispetto ad una normale TAC».

 

 

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