One Health 1 Agosto 2025 08:46

West Nile, Simevep: “I casi emersi potrebbero essere solo la punta dell’iceberg”

Secondo la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, la maggior parte delle infezioni da West Nile Virus decorre senza sintomi. Prevenzione e approccio One Health sono le uniche difese disponibili
West Nile, Simevep: “I casi emersi potrebbero essere solo la punta dell’iceberg”

I casi di West Nile Virus (WNV) emersi nelle ultime settimane in Italia potrebbero rappresentare soltanto la parte visibile di un fenomeno più ampio. A sottolinearlo è la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMEVeP), che in una brochure dedicata alla sorveglianza del virus invita a non abbassare la guardia. La Società ricorda che solo l’1‑2 per cento delle infezioni comporta un ricovero ospedaliero, mentre la grande maggioranza decorre in forma asintomatica. Questo significa che il cluster attuale potrebbe già comprendere diverse centinaia di persone infette che non sanno di esserlo.

La distribuzione geografica è la vera novità

Se da un lato il numero complessivo di casi e decessi resta in linea con la media degli anni precedenti, con un picco atteso tra luglio e agosto seguito da una graduale diminuzione, la vera novità di quest’anno riguarda la distribuzione geografica. Per lungo tempo il virus è rimasto confinato alla Pianura Padana, oggi, invece, sono stati individuati due focolai attivi al Centro-Sud, tra Lazio e Campania, mentre in Emilia-Romagna e nelle aree padane si registrano solo pochi casi isolati. Una diffusione che conferma la necessità di mantenere alta la sorveglianza anche in regioni tradizionalmente considerate meno esposte.

La prevenzione al centro

In assenza di un vaccino, la SIMEVeP invita a puntare sulla prevenzione, che deve coinvolgere sia le persone sia l’ambiente in cui vivono. Proteggersi dalle punture di zanzara attraverso repellenti e zanzariere resta fondamentale, così come la rimozione dei ristagni d’acqua e la disinfestazione mirata. Ma la prevenzione non può fermarsi all’ambito individuale: per essere davvero efficace, deve seguire un approccio One Health, capace di integrare salute umana, animale e ambientale. Solo una collaborazione tra medici, veterinari, biologi ed entomologi può garantire una strategia di contenimento strutturale e duratura.

Il ruolo dei veterinari

La brochure ricorda inoltre l’importanza della sorveglianza veterinaria. Cavalli e uccelli selvatici agiscono come vere e proprie sentinelle, permettendo di rilevare la circolazione virale con giorni di anticipo rispetto all’insorgenza dei casi clinici nell’uomo. Questo monitoraggio consente di attivare rapidamente interventi di controllo sulle zanzare, campagne di informazione e misure di sicurezza per trasfusioni e trapianti. Il messaggio della SIMEVeP è chiaro: “Il West Nile non deve generare allarmismo, ma richiede attenzione costante e comportamenti responsabili”. Un virus apparentemente silenzioso può avere un impatto rilevante sulla salute pubblica e solo un lavoro coordinato tra discipline può limitare i rischi per la popolazione.

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