One Health 3 Dicembre 2024 10:46

Vietato fumare nel 75% delle case italiane

L'Italia è al quarto posto in Europa per numero di abitazioni in cui non è permesso fumare. A rivelarlo è un'indagine europea coordinata dall'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e pubblicata sulla rivista Erj Open Research
di I.F.
Vietato fumare nel 75% delle case italiane

Il fumo non è vietato solo nei luoghi pubblici, è bandito anche da molte abitazioni private. A non permettere di accedere una sigaretta tra le mura domestiche è il 75% dei padroni di casa, una percentuale che piazza l’Italia al quarto posto in Europa per numero di abitazioni in cui non è permesso fumare. A rivelarlo è un’indagine europea coordinata dall’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e pubblicata sulla rivista Erj Open Research. L’indagine, che ha coinvolto quasi 12mila persone di 12 Paesi nel periodo 2017-2018, pone sul podio dei più virtuosi il Regno Unito (con l’84,5% di case smoke-free), l’Irlanda (79,4%) e la Lettonia (78,9%). In fondo alla classifica ci sono, invece, Bulgaria (56,6%), Romania (55,2%) e Grecia (44,4%).

Ecco le regole anti-fumo nelle case degli italiani

Complessivamente, le abitazioni libere da fumo stanno aumentando in Europa con un incremento di circa l’1% all’anno. Risulta inoltre che le donne, gli anziani, le persone con un livello di istruzione più alto e quelle che vivono con bambini sono più propense a vietare il fumo nelle loro case. Circa il 70% delle persone intervistate non consente di fumare in nessuna parte della propria abitazione. Un ulteriore 18% ha dichiarato di applicare alcune regole, ma di non rendere la propria casa completamente libera da fumo. A sorpresa, circa il 13% delle case in cui non vivono fumatori consente comunque ai visitatori di  fumare. In Italia, il 75,8% di case ha una restrizione totale del fumo, mentre il 13,4% di case ha una restrizione parziale e il restante 10,8% non ha alcuna restrizione.

La legge italiana

“L’Italia, grazie alla Legge Sirchia del 2005, è stata il primo Paese europeo, con l’Irlanda, a vietare il fumo al chiuso negli ambienti pubblici e nei luoghi di lavoro. Nonostante ciò, gli ambienti privati, in particolare le abitazioni, rimangono luoghi comuni per il fumo e l’esposizione al fumo passivo – commenta Silvano Gallus, responsabile del Laboratorio di Ricerca sugli Stili di Vita dell’Istituto Mario Negri -. C’è da sottolineare che, se ripetessimo oggi lo studio, otterremmo un  risultato meno favorevole per l’Italia rispetto agli altri Paesi, dal momento che molti governi europei hanno recentemente adottato efficaci strategie di controllo del tabagismo come l’aumento  delle accise sui prodotti di tabacco o il rimborso sui  trattamenti per la cessazione del fumo. Questo in Italia continua a mancare”, conclude

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Terapie a rischio dopo i 12 anni? L’inchiesta di Sanità Informazione e il sondaggio Anffas

Dopo le segnalazioni di genitori riguardo all’interruzione delle terapie riabilitative per i figli con disabilità in adolescenza, raccolte da Sanità Informazione sui social media, ...
di Isabella Faggiano
Salute

Fibromialgia: allo studio montagna, mindfulness e nordic walking come terapie

E' appena partito all'Ospedale Niguarda di Milano un progetto sperimentale per offire ai pazienti con fibromialgia terapie complementari come immersioni nella natura, sessioni alle terme, mindfulness ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

3 dicembre: nasce il nuovo Piano nazionale per i diritti delle persone con disabilità

In occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, il Governo presenta un Piano strategico che punta su inclusione, accessibilità e partecipazione
di Redazione
Prevenzione

Vaccini mRNA: benefici anche oltre il COVID, mortalità generale ridotta del 25%. Studio su 29 milioni di Francesi

Pubblicato su JAMA Network Open. Nessun aumento del rischio di mortalità, anzi una riduzione del 25% anche per cause non legate al COVID
di Corrado De Rossi Re