Viaggiare nello spazio può avere effetti profondi sul nostro organismo. Secondo una nuova ricerca della Stanford University pubblicata su Cell Stem Cell, infatti, le cellule staminali, le preziose “officine” del corpo che riparano e rigenerano i tessuti, invecchiano nello spazio circa dieci volte più rapidamente rispetto alla Terra. L’esperimento ha utilizzato cellule staminali del midollo spinale di volontari sani, collocate in mini laboratori a cubo, i CubeLabs: uno è rimasto a terra come controllo, mentre l’altro è stato spedito alla Stazione Spaziale Internazionale per 32 o 45 giorni.
Al ritorno, le cellule esposte all’orbita hanno mostrato segni evidenti di invecchiamento precoce, tra cui infiammazione, accorciamento dei telomeri e aumento degli errori genetici, fattori che possono compromettere la capacità rigenerativa dell’organismo. I risultati confermano e ampliano quanto osservato nel famoso studio del 2019 sui gemelli astronauti Mark e Scott Kelly, evidenziando come lo spazio impatti profondamente sulla vitalità cellulare e sollevando nuove sfide per la salute degli astronauti in missioni di lunga durata.
Catriona Jamieson, direttrice dello Stem Cell Institute dell’Università della California, ha sottolineato come la ricerca dimostri chiaramente l’impatto dello spazio sulla vitalità delle cellule staminali, elementi cruciali per la rigenerazione dei tessuti e la salute a lungo termine. I dati ottenuti, infatti, sollevano interrogativi importanti sulla protezione della salute degli astronauti durante missioni di lunga durata e suggeriscono la necessità di strategie per mitigare l’invecchiamento cellulare nello spazio, soprattutto in vista di missioni verso Marte e oltre.