Coloro che vivono lunghi periodi di intenso dolore dopo la morte di una persona cara sembrano avere un rischio più elevato di morire entro il decennio successivo rispetto a coloro che accettano più facilmente la propria perdita. A scoprirlo è stato uno studio dell’Università di Aarhus in Danimarca, pubblicato sula rivista Frontiers in Public Health. Numerose ricerche hanno collegato il lutto a conseguenze negative sulla salute, come l’ipertensione. Ma la maggior parte di questi ha monitorato le persone in lutto solo per pochi anni dopo la perdita.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno esaminato il legame tra il dolore e la mortalità fino a un decennio dopo. Gli studiosi hanno utilizzato un registro nazionale per ottenere informazioni sulle persone in cura per una malattia terminale. Hanno poi reclutato più di 1700 familiari di queste persone, come genitori o partner, per compilare una serie di questionari, svolti prima del decesso e sei mesi e tre anni dopo. Ai familiari, che avevano un’età media di 62 anni d’età, sono state poste domande relative al ricordo della malattia e della morte della persona cara. Ebbene, il team di ricerca ha scoperto che 670 dei cari provavano persistentemente livelli di lutto bassi dopo la perdita, come una leggera confusione sul loro ruolo nella vita, mentre 107 provavano persistentemente livelli di lutto elevati, come una sensazione di travolgente intensità. I restanti partecipanti hanno sperimentato un lutto che si è attenuato o un lutto ritardato che si è manifestato qualche tempo dopo la perdita.
Successivamente, i ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche dei cari 10 anni dopo la perdita. Ebbene, il tasso di mortalità tra coloro che hanno provato un dolore elevato è stato dell’88% superiore a quello del gruppo di persone che hanno sofferto di meno. Questi risultati supportano l’idea che un dolore prolungato e intenso metta a dura prova il corpo, portando a una morte prematura. Non è escluso che la sofferenza porti a cambiamenti nello stile di vita, poiché le persone in lutto potrebbero essere più inclini a saltare i pasti o a essere inattive.
Solo il 17 per cento dei cari ha ricevuto una diagnosi di malattia all’inizio dello studio, ma questo è stato più comune tra le persone nel gruppo con un elevato livello di lutto. Dunque tassi più elevati di patologie preesistenti potrebbero in parte spiegare perché i membri di questo gruppo avessero maggiori probabilità di morire durante il periodo di follow-up. È anche possibile che una cattiva salute possa intensificare il lutto. Tuttavia, i ricercatori ritengono che offrire un supporto extra alle persone che stanno attraversando un lutto grave e prolungato, indipendentemente dal fatto che soffrano o meno di una patologia, potrebbe salvare delle vite.
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