Dolore alla lingua, ulcere che non guariscono, macchie rosse o bianche in bocca, mal di gola e raucedine persistente, difficoltà o dolore durante la deglutizione, gonfiore del collo, ostruzione nasale da un solo lato o perdite di sangue dal naso: sono questi i segnali che, se persistono per più di tre settimane, non vanno sottovalutati. Lo ricorda l’Associazione italiana di oncologia cervico-cefalica ETS, che anche quest’anno promuove la “Make Sense Campaign”, campagna di sensibilizzazione sui tumori testa-collo, neoplasie spesso sottovalutate ma che rappresentano il settimo tumore più diffuso in Europa.
Dal 15 al 20 settembre, con il motto “1 sintomo per 3 settimane, 3 settimane per 1 vita”, più di 140 centri in Italia e uno in Albania apriranno le porte per offrire giornate di diagnosi precoce gratuite, ad accesso libero o su prenotazione. Uno degli aspetti più critici dei tumori del distretto testa-collo è infatti la difficoltà di diagnosi, perché i sintomi si confondono facilmente con disturbi comuni o stagionali.
Esiste però un metodo semplice per intervenire tempestivamente: seguire la regola “1×3”. Se anche un solo sintomo potenzialmente collegato ai tumori testa-collo persiste per tre settimane o più, è fondamentale consultare il medico. Una diagnosi precoce può salvare la vita: nei pazienti in cui il tumore viene individuato nelle fasi iniziali, il tasso di sopravvivenza supera l’80-90% in assenza di interessamento linfonodale.
In Italia, nel 2022, sono stati stimati circa 9.750 nuovi casi di tumori cervico-cefalici, con una prevalenza maggiore negli uomini (7.050) rispetto alle donne (2.700). Oggi, le persone con una diagnosi di tumore del distretto testa-collo (escludendo la laringe) sono circa 57.900, di cui 36.100 uomini e 21.800 donne. I principali fattori di rischio sono tabacco e alcol, responsabili del 75% dei casi, con un rischio esponenzialmente più alto se utilizzati entrambi. Altri fattori includono cattiva igiene orale e insufficiente consumo di frutta e verdura.