“Nel mondo i tumori gastro-intestinali ad esordio precoce crescono ad un ritmo allarmante e, negli Stati Uniti, lo fanno più rapidamente di qualsiasi altro cancro precoce, incluso quello al seno”. L’allerta arriva dal Dana‑Farber Cancer Institute che, in un comunicato ufficiale, analizza i risultati di due revisioni condotte sul tema. Il primo grande studio, “Early‑Onset Gastrointestinal Cancers: A Review” (JAMA), conferma che non solo il colon‑retto è in aumento, ma anche i tumori gastrici, esofagei e pancreatici. L’arricolo pubblicato sul British Journal of Surgery, invece rileva che l’aumento dei casi ad esordio precoce colpisce in modo sproporzionato le persone nere, ispaniche, di origine indigena e le donne.
Le linee guida statunitensi raccomandano lo screening del colon a partire dai 45 anni per gli individui a rischio medio. Eppure, nel 2021, meno di un adulto su cinque nella fascia 45‑49 ha effettuato il test FIT. “L’aderenza allo screening è assolutamente fondamentale – avverte il dottor Thejus Jayakrishnan, co-autore della revisione JAMA -. Ogni screening mancato è un’opportunità persa per rilevare precocemente il cancro o prevenirlo con la rimozione dei polipi precancerosi”.
La seconda revisione, quella pubblicata su British Journal of Surgery, conferma che tra il 2010 e il 2019 i tumori gastro-intestinali precoci sono cresciuti del 14,8%. Chi è nato nel 1990 ha il doppio del rischio di cancro al colon e quattro volte quello al retto rispetto ai nati nel 1950. L’aumento è ancora più ripido tra i 15–19 anni (+300%) e i 20–24 anni (+185%).
Entrambi gli studi evidenziano un impatto sproporzionato su popolazioni black, ispaniche, indigene e donne. Sebbene la fascia 40–49 resti la più colpita in termini assoluti, il trend di crescita più forte si registra nei gruppi più giovani, accentuando disuguaglianze già esistenti.
Il legame con fattori modificabili è chiaro. Obesità (che quasi raddoppia il rischio per colon e pancreas), dieta ultra-processata, bevande zuccherate, alcol, fumo e sedentarietà sono i principali responsabili. Altri cofattori emergenti includono steatosi epatica non alcolica, diabete e reflusso gastroesofageo. Solo il 15–30 % dei tumori è associato a mutazioni ereditarie; la maggior parte resta di origine sporadica .
Le revisioni sottolineano che i pazienti precoci spesso ricevono terapie aggressive – con chemioterapia, chirurgia e radioterapia – ma i tassi di sopravvivenza non sempre superano quelli degli adulti più anziani. Gli autori sottolineano l’urgenza di centri multidisciplinari per affrontare esigenze uniche come fertilità, supporto psicosociale e impatto sulle famiglie .
“Prese insieme, queste revisioni sono un invito all’azione per ricerche approfondite sulle cause dell’aumento dei tumori GI nei giovani”, afferma la dottoressa Kimmie Ng, autrice senior, aggiungendo che i dati su tumori gastrico, esofageo e pancreatico restano scarsi. Serve promuovere la prevenzione primaria, estendere screening, incrementare l’adesione dei cittadini e investire nella ricerca mirata e nell’educazione sanitaria.