Advocacy e Associazioni 6 Novembre 2024 10:26

Tumori al seno e alla prostata, Onconauti: “Le terapie integrate allungano e migliorano la vita”

L’Associazione Onconauti presenta i recenti studi che certificano il ruolo determinante dei trattamenti integrati, dallo stile di vita alle pratiche mente-corpo, nel favorire la presa in carico del paziente oncologico
Tumori al seno e alla prostata, Onconauti: “Le terapie integrate allungano e migliorano la vita”

Le terapie integrate, un insieme di interventi non farmacologici, hanno un effetto benefico sui pazienti con tumore al seno o alla prostata: migliorano la qualità di vita nel percorso riabilitativo mediante una riduzione degli effetti collaterali e un aumento della proattività dei pazienti, aumentano la sopravvivenza, limitano le recidive e la comparsa di secondi tumori, che si verifica altrimenti in circa un caso ogni cinque. Questo approccio, i cui benefici sono stati dimostrati da recenti evidenze scientifiche, è stato definito, nel corso del XII Congresso Nazionale dell’Associazione Onconauti, come “oncologia integrata”.

I trattamenti integrati

Sono circa tre milioni e 700mila, pari al 6,4% della popolazione, i pazienti oncologici lungo-sopravviventi in Italia, che necessitano di un follow up che tenga conto della loro delicata situazione clinica, psicologica, sociale. Da questa esigenza è nato il progetto dell’Associazione Onconauti. “I trattamenti integrati consistono in interventi non farmacologici scientificamente provati nella loro efficacia sui tumori al seno e alla prostata, benché esistano dati preliminari anche per i tumori del colon e del polmone – spiega Stefano Giordani, Oncologia Territoriale AUSL Bologna e Direttore Scientifi­co Associazione OnconautiOncologia Territoriale AUSL Bologna e Direttore Scientifi­co Associazione Onconauti –. Includono interventi sullo stile di vita per con un’alimentazione salutare e un’attività fisica regolare; pratiche mente-corpo come yoga, agopuntura, shiatsu, riflessologia, Qi Gong; supporto psicologico (musicoterapia, arte terapia); fisioterapia; consulenze specialistiche mirate”.

I centri di eccellenza in Italia

“Questi trattamenti, generalmente effettuati nei principali Centri Oncologici USA, che in Italia sono erogate solo a Roma, presso il Centro di terapie Integrate Komen del Policlinico Gemelli, dal 2025 saranno disponibili anche a Bologna nei primo Centro Territoriale di Terapie Integrate, che sarà aperto dalla Associazione Onconauti, e a seguire nel comune di Bentivoglio, nei pressi di Bologna. Questi Centri costituiscono un completamento della Rete già esistente, che comprende il Centro Komen all’Ospedale Bellaria e sei percorsi territoriali Onconauti – sottolinea Antonio Maestri, Direttore del Dipartimento Oncologico AUSL Bologna –.  In un territorio così vasto come l’area metropolitana di Bologna, con tanti pazienti da gestire, è imprescindibile l’impiego delle sedi territoriali per portare l’assistenza oncologica ai pazienti. È presto emersa l’esigenza di omogeneizzare anche l’offerta dei trattamenti integrati tra centro e periferia. Auspichiamo che nel 2025 l’iniziativa si possa espandere in altri comuni, portando le terapie integrate in ogni zona”.

Le nuove evidenze scientifiche sui trattamenti integrati

Il XII Congresso degli Onconauti ha sviluppato un proficuo confronto tra specialisti e pazienti sulle terapie integrate. “I trattamenti integrati sono scientificamente riconosciuti come un complemento indispensabile per le terapie oncologiche nel ridurre gli effetti collaterali, nel favorire il percorso riabilitativo e nel sostenere il periodo di cura – sottolinea Stefano Giordani –. Inoltre, questi trattamenti sono determinanti per le recidive: la maggior parte dei pazienti, infatti, guarisce dai tumori diagnosticati, ma, nei successivi dieci anni, uno su cinque sviluppa un secondo tumore indipendente dal primo, se non per i fattori genetici e per lo stile di vita. Le terapie integrate svolgono una funzione preventiva, non solo riducendo il rischio di una recidiva della prima neoplasia, ma riducendo del 30-50% il rischio di un secondo tumore”.

L’attività fisica che cura

La novità più significativa è rappresentata dai dati sull’attività fisica. “Un’attività fisica strutturata può migliorare i risultati delle terapie oncologiche, sia nei tumori a basso che ad alto rischio – sottolinea Stefano Giordani –. Quasi 500 studi hanno messo in correlazione l’attività fisica con la sopravvivenza e il rischio di recidiva con casi di tumore alla mammella o alla prostata. Nei primi, le pazienti con almeno mezz’ora al giorno di attività fisica, a distanza di 5-10 anni rispetto alle donne sedentarie, a parità di terapie e di caratteristiche del tumore, avevano una riduzione del rischio di mortalità complessiva del 43% e del 30% per la mortalità dovuta al tumore al seno. In sinergia con le terapie farmacologiche, l’attività fisica nelle donne operate al seno funziona quindi come un farmaco. Nei tumori della prostata in sorveglianza attiva, l’attività fisica svolge diverse funzioni: rallenta la progressione del tumore, induce una remissione della malattia, inibisce la proliferazione delle cellule tumorali – aggiunge Giordani – . In queste neoplasie, in un follow up di 10 anni, a parità delle caratteristiche biologiche del tumore e delle terapie oncologiche, vi è una riduzione del 20% del rischio di recidiva e un miglioramento di sopravvivenza del 40% rispetto agli uomini sedentari. Ciò avviene sia attraverso un meccanismo diretto, con il muscolo che produce delle “piccole molecole” in grado di rallentare le cellule tumorali, sia attraverso un meccanismo indiretto, con un’azione sul sistema immunitario che crea un ambiente più ostile allo sviluppo delle cellule neoplastiche”.

Gli stili di vita

“Seguire stili di vita sani aumenta la qualità di vita e riduce la compara di recidiva di tumore nelle donne con pregressa diagnosi di neoplasia mammaria – evidenzia Stefania Gori, Direttore Dipartimento Oncologico, IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, Negrar (VR) –.  Per rendere le terapie integrate parte integrante del follow up, è necessario procedere con l’analisi della letteratura scientifica e arrivare a una consensus tra i vari esperti in questo ambito dell’oncologia: proprio in questi giorni è stato pubblicato il consensus di AIGOM-Associazione Italiana dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari sul follow up del carcinoma mammario in fase precoce che, tra i vari punti, sottolinea la necessità di una riabilitazione psicologica e fisica, controlli della salute dell’osso, ginecologica e cardiologica, e di adottare uno stile di vita sano. In sintesi, la necessità di un follow up integrato. Il tutto – conclude Gori – dovrà essere condiviso poi a livello istituzionale”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Virus respiratorio sinciziale, ottobre è il mese per proteggere i neonati

Con l’arrivo dell’autunno prende il via la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che colpisce soprattutto i bambini più piccoli. Il pediatra Mart...
Advocacy e Associazioni

Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down: “Nessuna decisione senza di noi”

Il 12 ottobre CoorDown torna in 200 piazze italiane per chiedere più partecipazione e rappresentanza nei luoghi dove si decide la vita di tutte e di tutti. Al centro della campagna, il film &ld...
Advocacy e Associazioni

Legge 104 e caregiver: tutte le novità tra permessi, congedi e smart working

Le novità introdotte per i caregiver dalla legge 104 rappresentano un passo avanti importante, ma secondo l’avvocato Alessia Maria Gatto non sono ancora sufficienti per rispondere piename...
Sanità

Intelligenza artificiale, approvata la legge quadro. Per i medici resta un supporto, non un surrogato

La soddisfazione della Fnomceo: “È un buon giorno per medici e cittadini, l’atto medico resta prerogativa dei professionisti”
Nutri e Previeni

La dieta mediterranea bio è meglio, effetti su microbiota in sole 4 settimane

Uno studio guidato dall’Università di Roma Tor Vergata ha scoperto che quattro settimane di dieta mediterranea biologica sono sufficienti per modificare in modo misurabile la composizione...