Grazie a ricerca e progressi nelle cure, in Italia le persone vive dopo la diagnosi di tumore al pancreas sono aumentate del 10% in tre anni, passando dalle 21.200 nel 2021 alle 23.600 nel 2024
In Italia aumentano le persone vive dopo la diagnosi di tumore del pancreas, una delle neoplasie più difficili da trattare. Nel 2024 erano 23.600, rispetto a 21.200 nel 2021, con un incremento del 10% in 3 anni. Passi avanti importanti, che possono essere ricondotti soprattutto alla ricerca e ai progressi nelle cure. Ciononostante, non si registra ancora una diminuzione dei casi, pari a 13.585 (6.873 sono uomini e 6.712 donne) nel nostro Paese nel 2024. E solo in un paziente su 5 la malattia è identificata quando è ancora localizzata ed è possibile procedere con l’asportazione chirurgica, con maggiori possibilità di sopravvivenza. La Giornata mondiale del tumore al pancreas si celebra ogni anno il terzo giovedì di novembre e lo slogan lanciato dalla World Pancreatic Cancer Coalition per il 2025 è “Hello Pancreas. La diagnosi precoce è importante”, un saluto che vuole essere un invito ad ascoltare il proprio corpo per captare subito i sintomi allo stadio iniziale e contattare il proprio medico per un confronto immediato.
Non esiste un test standard per la diagnosi precoce
È importante conoscere i fattori di rischio e i sintomi della malattia alla loro insorgenza, per ottenere una diagnosi tempestiva. Ad oggi, infatti, non esiste un test standard per la diagnosi precoce nella popolazione generale. Oggi faranno il punto all’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, medici, pazienti, caregiver, e rappresentanti della Fondazione Nadia Valsecchi, della Fondazione Gabriella Fabbroncini, dell’Associazione Oltre la Ricerca ODV e di I-PCC – Italian Pancreatic Cancer Coalition, con il prezioso patrocinio di AIOM e AIRC. In questa occasione sarà inoltre inaugurata la Fondazione Nadia Valsecchi – Sezione Pazienti di Napoli, un nuovo punto di riferimento per il sostegno, l’informazione e la tutela delle persone colpite da tumore al pancreas e delle loro famiglie. L’associazione nasce con l’obiettivo di favorire il dialogo tra pazienti, medici e istituzioni, promuovere la consapevolezza sulla prevenzione e incoraggiare la ricerca scientifica nel campo dell’oncologia pancreatica.
Notizie incoraggianti arrivano dalla ricerca
“Nonostante il tumore al pancreas abbia una prognosi peggiore rispetto a molti altri tumori, soprattutto per una diagnosi tardiva e per la biologia della malattia che la rende spesso resistente alle terapie, notizie incoraggianti arrivano dalla ricerca”, dichiara Alfredo Budillon, direttore scientifico dell’IRCCS Pascale. “La possibilità di una diagnosi precoce, particolarmente nelle persone più a rischio, anche con l’ausilio di indagini molecolari su prelievi di sangue, i nuovi farmaci che hanno come bersaglio RAS, una delle principali alterazioni molecolari presente nel 90% dei casi di tumori del pancreas, o nuovi approcci di immunoterapia basati su vaccini terapeutici, sono alcuni esempi che fanno ben sperare per il futuro”, aggiunge.
Si aprono nuovi orizzonti per il trattamento del tumore al pancreas
“Negli ultimi anni si è registrata una crescente vitalità nella ricerca sul tumore del pancreas, grazie soprattutto all’introduzione di nuovi farmaci quali gli inibitori di RAS”, afferma Antonio Avallone, direttore della S.C. di Oncologia Medica Addominale – Dipartimento di Oncologia Addominale. “La conferma proviene in particolare dall’ultimo Congresso Europeo di Oncologia Medica (ESMO), tenutosi a Berlino lo scorso mese di ottobre, dove sono stati presentati studi clinici i cui risultati aprono nuovi orizzonti per il trattamento di questa patologia che è destinata a diventare nei prossimi trent’anni una delle neoplasie più frequenti”, aggiunge.
Il tumore del pancreas resta una delle grandi sfide per l’oncologia
“Negli ultimi anni, in Italia, vi è stato un lieve miglioramento della sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi, pari al 11% negli uomini e al 12% nelle donne”, spiega Francesco Perrone, presidente di Fondazione AIOM. “Ma non basta. Il tumore del pancreas resta una delle grandi sfide per l’oncologia, nella quale abbiamo ancora molta strada da compiere sia in termini di ricerca che di prevenzione. Spesso sintomi come dolore allo stomaco e al dorso, mal digestione e dimagrimento vengono confusi con quelli di altre patologie. Il fumo di sigaretta – continua – è il principale fattore di rischio, senza dimenticare l’obesità, la sedentarietà, il consumo di alcol e, più in generale, la dieta scorretta. Svolgono un ruolo anche il diabete, la pancreatite cronica e alcune malattie ereditarie”.
Un ecosistema unico dove la ricerca di base e quella traslazionale dialogano costantemente
“La forza della ricerca contro il tumore al pancreas risiede nella collaborazione”, afferma Enza Lonardo, co-fondatrice di Italian Pancreatic Cancer Community I-PCC, che rappresenta un network italiano per la ricerca di base e traslazionale sul tumore al pancreas, e ricercatrice AIRC. “I-PCC riunisce 28 laboratori italiani, creando un ecosistema unico dove la ricerca di base e quella traslazionale dialogano costantemente. È solo unendo le forze e condividendo conoscenze che possiamo sperare di trasformare scoperte scientifiche in terapie concrete e di impattare su diagnosi e sopravvivenza dei pazienti”, conclude.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato