Salute 31 Luglio 2025 15:41

Telemedicina, al Santobono l’”Angelo Custode” veglia su 30 bambini fragili

All’AORN Santobono Pausilipon di Napoli, oltre 30 bambini affetti da gravi patologie respiratorie sono seguiti da remoto grazie al progetto “Angelo Custode”. Cuore del sistema è Vivicheck, piattaforma sviluppata da Vivisol, che consente il monitoraggio digitale dei parametri vitali e dell’aderenza terapeutica. Il programma è stato inserito da Agenas tra le buone pratiche del PNRR
Telemedicina, al Santobono l’”Angelo Custode” veglia su 30 bambini fragili

In Campania oltre 30 bambini affetti da gravi patologie – tra cui malattie neurodegenerative – che non riescono a respirare autonomamente, possono contare su un vero e proprio Angelo Custode. E proprio “Angelo Custode” è il nome del programma di monitoraggio remoto attivo all’AORN Santobono Pausilipon di Napoli, che da quasi dieci anni assicura a questi bambini una presa in carico continua attraverso strumenti di telemedicina.

Si tratta di un modello innovativo di assistenza domiciliare, inserito tra i 14 casi di buone pratiche selezionati da Agenas per guidare gli interventi del PNRR nel campo dell’integrazione sociosanitaria. I piccoli pazienti sono seguiti dalla UOSD Cure Domiciliari Complesse e Centro regionale Cure palliative Pediatriche del Santobono, che opera in collaborazione con le ASL NA1, NA2 Nord, NA3 Sud, Caserta e Avellino.

“Il valore della telemedicina per i pazienti che hanno bisogno di ventilazione domiciliare è noto: i vantaggi sono evidenti per i pazienti, le loro famiglie, i medici – spiega Anna Dolcini, responsabile della UOSD -Si riducono gli accessi agli ospedali e le visite domiciliari dei medici sono integrate dalla disponibilità dei dati di ventilazione anche notturni, facilitando così anche le comunicazioni tra i medici e e-caregiver”. “Il sistema implementato al Santobono – continua Anna Dolcini – è andato migliorando nel corso degli anni e oggi abbiamo disegnato un percorso di assistenza che si avvale di strumenti tecnologici all’avanguardia che soddisfano a pieno le esigenze dei pazienti e dei medici”.

Il cuore del sistema è una piattaforma cloud – basata sul software Vivicheck, dispositivo medico certificato di proprietà di Vivisol – che consente al personale sanitario di accedere in modo sicuro e strutturato ai dati provenienti dai ventilatori domiciliari. Il sistema permette di verificare l’aderenza alla terapia, monitorare i parametri vitali, ricevere alert su malfunzionamenti o anomalie e generare report completi delle attività.

Il sistema, in continua evoluzione, consente oggi un’assistenza digitalizzata e personalizzata, rispondente ai bisogni sia clinici sia logistici di pazienti particolarmente fragili e delle loro famiglie.

“La telemedicina sta rapidamente diventando un fattore chiave nella pratica clinica e dell’assistenza sanitaria, soprattutto dopo l’emergenza Covid-19, dove la televisita e la teleassistenza si sono rivelate indispensabili per l’assistenza ai pazienti – conclude la dottoressa Dolcini – Il progetto “Angelo Custode” aveva anticipato alcune soluzioni che nel corso degli anni sono state modellate sulla base della nostra esperienza. Oggi il nostro è un esempio di digitalizzazione virtuosa dell’assistenza, particolarmente di valore per la natura dei pazienti – bambini molto fragili – il cui accudimento pesa sulle famiglie che in questo modo possono restare il più possibile a casa costantemente monitorati e in contatto con gli specialisti”.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Contributi e Opinioni

SSN. Servizio o Sistema? Perché le parole sono importanti

Tenere insieme queste due dimensioni è oggi la sfida per rendere sostenibile, senza snaturarla, la missione originaria del SSN
Sanità

Consiglio Superiore di Sanità, si è insediata la nuova squadra

La presidenza al professor Alberto Siracusano. Schillaci: "Il Consiglio Superiore di Sanità rappresenta, da sempre, un pilastro della sanità italiana e un riferimento per tutto il sistem...
Advocacy e Associazioni

Sindrome di Down, si può davvero “eliminare” il cromosoma in più?

Dopo lo studio giapponese che ha rimosso in laboratorio una copia del cromosoma 21, la Down Syndrome Task Force, CoorDown e AIPD spiegano perché non si tratta (ancora) di una cura