Quindici anni dopo il lancio delle grandi campagne globali contro il tabacco, la battaglia non è ancora vinta. Nonostante i successi registrati, con la quota di adulti fumatori scesa dal 26% nel 2010 al 19,5% nel 2023, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avverte che “un adulto su cinque nel mondo rimane dipendente dalla nicotina”. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolinea come, a fronte di milioni di persone che “smettono o non iniziano a usare il tabacco, grazie alle politiche di controllo attuate dai Paesi di tutto il mondo”, l’industria del tabacco stia “contrattaccando lanciando nuovi prodotti a base di nicotina e prendendo di mira in modo aggressivo i giovani”.
Al centro delle preoccupazioni c’è la sigaretta elettronica, considerata da molti un’alternativa meno dannosa rispetto al tabacco tradizionale, ma che secondo l’Oms sta creando nuove dipendenze. “Le sigarette elettroniche sono presentate come un’alternativa meno dannosa – spiega l’Oms – ma in realtà stanno agganciando i giovani alla nicotina in età sempre più giovane e rischiano di minare decenni di progresso”. I dati dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite parlano chiaro: oltre 100 milioni di persone nel mondo oggi “svapano”, tra cui 86 milioni di adulti e almeno 15 milioni di adolescenti tra i 13 e i 15 anni. Un totale del 10% degli adolescenti dichiara di utilizzare uno o più prodotti del tabacco.
Per l’Oms è urgente intervenire. L’agenzia chiede ai governi di chiudere le scappatoie legali che permettono all’industria di rivolgersi ai più giovani e di estendere alle sigarette elettroniche le stesse restrizioni previste per il tabacco tradizionale. Il rischio, avverte l’Oms, è quello di assistere alla nascita di una nuova generazione di dipendenti: non più dalle sigarette, ma da dispositivi alla nicotina ad alta tecnologia.
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