Lavoro e Professioni 13 Settembre 2018 15:16

Dalla folla di ragazzi al test di medicina, messaggi di speranza per il SSN: «Ecco perché vogliamo diventare dottori»

Il desiderio di aiutare gli altri ha spinto quasi 70mila ragazzi a tentare la prova d’ingresso ad uno dei percorsi formativi più lunghi e complessi. Consapevoli di andare incontro a sacrifici e ad una vita difficile, non hanno dubbi: «Ne vale comunque la pena, è il lavoro più bello del mondo»

È l’Italia bella, quella del test di medicina. Una folla di neodiplomati che vuole intraprendere un percorso formativo lungo e difficile per poter aiutare gli altri. È questa la risposta che ci hanno dato più spesso, quando abbiamo chiesto loro perché volessero diventare medici. C’è chi sogna il camice bianco sin da piccolo e chi parla di vocazione; chi ha provato altre strade ma è tornato sui suoi passi perché gli mancava il contatto umano, e chi parla di passione, aspirazione e soddisfazione personale. Chi segue la strada percorsa dai genitori e chi non riesce proprio ad immaginarsi, tra 20 anni, in qualunque altro campo lavorativo. Ma la risposta più comune è il desiderio di rendersi utile per gli altri. «È quello che voglio fare, e se quest’anno va male ci riprovo l’anno prossimo, ma prima o poi ci riuscirò».

LEGGI LO SPECIALE NUMERO CHIUSO SU SANITA’ INFORMAZIONE

Cuori colmi di altruismo e occhi che brillano di sogni, quelli dei quasi 70mila millennials che la scorsa settimana hanno tentato la prova di accesso più temuta: solo uno su sei riuscirà ad accaparrarsi un posto a medicina. Numeri da capogiro, considerando che ogni anno si diplomano circa 500mila studenti, ma non tutti scelgono la strada della formazione universitaria. E può risultar difficile capire le motivazioni che spingono così tanti giovani verso la vita del medico, quando ogni giorno si legge di aggressioni, turni massacranti, imbuti formativi e fuga dagli ospedali. Le loro risposte sono veri messaggi di speranza inviati ad un Servizio Sanitario Nazionale in equilibrio sempre più precario.

Poi, ci dicono due ragazze, c’è anche chi fa il test per moda, tanto per dire di averlo provato; o magari c’è chi è affezionato a serie tv che dipingono una vita ospedaliera ben lontana dalla realtà, lasciando in secondo piano i sacrifici necessari per arrivare ad indossare il camice bianco e dimenticando che la vita non è un film.

Ma molti ne sono consapevoli, e quando ricordiamo loro che in ospedale non è tutto rose e fiori, senza pensarci due volte dicono: «Certo, quella del medico è una vita piena di sacrifici, ma è la cosa più bella del mondo e ne vale comunque la pena».

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

SaniRare. La sfida manageriale per migliorare l’assistenza ai malati rari e la sostenibilità del sistema

La gestione delle malattie rare e anche complesse richiede un modello assistenziale integrato, capace di unire risorse specialistiche, assistenza territoriale e strumenti innovativi per garantire cont...
di Lucia Conti
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Consulte bloccate a Roma e Milano: “I diritti dei cittadini sospesi dalla politica”

Sofia Donato, componente del Direttivo della Consulta Cittadina Disabilità Roma, in un’intervista a Sanità Informazione: “Da giugno, i cittadini con disabilità non han...
di Isabella Faggiano