Salute 6 Febbraio 2025 14:29

Sma, con neurostimolazione possibile ridurre la fatica e migliorare la forza

Il trial ha coinvolto per 29 giorni tre adulti con forme più lievi di Sma (Sma di tipo 3 o 4) cui sono stati impiantati due elettrodi per la stimolazione del midollo spinale, posizionati nella parte bassa della schiena
Sma, con neurostimolazione possibile ridurre la fatica e migliorare la forza

Risvegliare gradualmente i motoneuroni nel midollo spinale e migliorare la forza muscolare delle gambe e la deambulazione di pazienti con l’atrofia muscolare spinale (Sma), una malattia neuromuscolare ereditari, attraverso la stimolazione elettrica dei nervi spinali sensoriali con elettrodi impiantati sulla schiena con un intervento minimamente invasivo. È questo l’ambizioso obiettivo a cui stanno lavorando i ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine. La sperimentazione degli scienziati statunitensi ha già dato i suoi primi frutti. Un studio clinico pilota condotto su tre pazienti, pubblicato su Nature Medicine, mostra che un mese di sedute regolari di neurostimolazione migliora la funzione dei motoneuroni, riduce la fatica e migliora la forza e la deambulazione in tutti i partecipanti, indipendentemente dalla gravità dei sintomi.

Coinvolti per 29 giorni tre adulti con forme più lievi di Sma

“Per contrastare la neurodegenerazione, abbiamo bisogno di due cose: fermare la morte dei neuroni e ripristinare la funzione ‘sopita’ dei neuroni ancora in vita”, spiega l’autore principale Marco Capogrosso, che ha lavorato nello studio con Elvira Pirondini a Pittsburgh. I ricercatori hanno ipotizzato che una terapia mirata di stimolazione elettrica epidurale potesse essere utilizzata per recuperare la funzione delle cellule nervose ancora vive ma silenti. Il trial ha coinvolto per 29 giorni tre adulti con forme più lievi di Sma (Sma di tipo 3 o 4) cui sono stati impiantati due elettrodi per la stimolazione del midollo spinale, posizionati nella parte bassa della schiena, indirizzando la stimolazione esclusivamente alle radici nervose sensoriali.

Migliorati gli esiti del test del cammino

Dopo 19 sedute di stimolazione gli esperti hanno rimosso il dispositivo di stimolazione. I ricercatori hanno eseguito una batteria di test per misurare la forza e l’affaticamento muscolare, i cambiamenti nell’andatura, l’ampiezza di movimento e la distanza percorsa a piedi, nonché la funzione dei motoneuroni. Nel corso delle quattro settimane di trattamento, i partecipanti  allo studio sono migliorati in diversi risultati clinici, con miglioramenti nelle attività della vita quotidiana. Per esempio, “verso la fine dello studio, un paziente ha riferito di essere in grado di camminare da casa al laboratorio senza stancarsi“, spiega Elvira Pirondini. Tutti i partecipanti hanno aumentato il punteggio del test del cammino di sei minuti – una misura della resistenza muscolare e dell’affaticamento – di almeno 20 metri. A ciò corrisponde un miglioramento della funzione neurale, un aumento della capacità dei motoneuroni di trasmettere impulsi elettrici ai muscoli.

 

 

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